sistema marcio. ADDIO ALLE ARMI, LASCIO L’ORDINE DEI GIORNALISTI PERCHÉ CREDO CHE NON ORDINI NIENT’ALTRO CHE INTERESSUCCI DI PARTITO E PRIVILEGETTI DI CASTA

Negli ultimi dieci anni di attività ho spesso avuto modo di vedere cose che gridano vendetta agli occhi di quel popolo di lettori che avrebbe il diritto di essere informato e non di essere preso in giro da spocchiosi e spesso ignoranti “signori dell’informazione”. Non si scrive perché si ha una tessera in tasca, ma perché si possiede un cervello. Non si racconta quel che fa comodo a chi comanda, ma quel che si vede e che è scomodo per chi esercita il potere. Purtroppo, invece, l’Italia è tutto un incurabile “sistema Palamara”

Anche se non mi considero più un “unto del Signore” e mi pongo extra ordinem, chi è intelligente continuerà ad esserlo. Chi è stupido, non cambierà la sua demenza in virtù continuando a chinare la testa a chi vuole montargli in capo. E chi, come alcuni di noi – fra cui mi pongo anch’io –, è nato per scrivere, continuerà a farlo liberamente senza più avere la Santa Inquisizione Ordinistica alle calcagna e alle spalle

 

LA METÀ DELLA VITA DI UN UOMO È PASSATA

A SOTTINTENDERE, A GIRARE LA TESTA

E A TACERE

[A. Camus]


 

IERI, 19 GENNAIO 2021, con un’anzianità di iscrizione all’Ordine dei Giornalisti della Toscana di 48 anni, 1 mese e 15 giorni – di cui 25 anni, 3 mesi e 17 giorni da professionista – ho inviato la seguente lettera al Presidente dell’Ordine, il dottor Carlo Bartoli e, per conoscenza, al dottor Luigi Ceccherini, Presidente del Consiglio di Disciplina:

OGGETTO: Domanda formale di dis-iscrizione dall’Ordine dei Giornalisti – Consiglio Regionale della Toscana.

Inoltro alla Presidenza dell’Ordine la richiesta di cui all’oggetto.

Carlo Bartoli, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana

Rinnovo a Carlo Bartoli, amico e collega sin dai tempi del mio lavoro al Tirreno/Pistoia come redattore ordinario – così definito dal giudice del lavoro, anni 90-93 – tutta la mia stima e l’apprezzamento per molti dei suoi interessanti sforzi tesi a sanare mende, pecche e carenze democratiche.

Tuttavia in una società davvero civile e libera non dovrebbero esistere né ordini, né disordini, né contrordini, tutti elementi che, storicamente, si trasformano sempre in “campi di prezzemolo” dato che finiscono con il finire in mano a chi vuol fare il contadino, ma solo in proprio o per conto terzi.

Così, convinto che la libertà sia necessaria, specie nel giornalismo, e profondamente rammaricato del fatto che, a mio avviso, essa non alberghi nella “Inquisizione della Disciplinare” così com’è, con la presente preannunzio per Pec ciò che spedirò per posta nei prossimi giorni.

Cordiali saluti, ossequi e – se possibile – buon proseguimento.

Edoardo Bianchini

La richiesta formale diceva:

All’Ordine dei Giornalisti
Consiglio Regionale della Toscana
Vicolo dei Malespini 1
50122 FIRENZE

Il sottoscritto Dr Prof. EDOARDO BIANCHINI [omissis] a mente delle norme della legge 3.2.1963 n. 69 e del suo regolamento di attuazione, con superamento della prova orale di idoneità professionale in data 03.10.1995, ma iscritto all’Ordine dal 4.12.1972 e con tale anzianità, corrispondente a 48 anni, 1 mese e 15 giorni,

CHIEDE CON SOMMO RAMMARICO
di essere dis-iscritto con decorrenza immediata in quanto:

Luigi Ceccherini, Presidente della Commissione di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana

1: ripetutamente sconcertato e indignato per le decisioni e i metodi di giudizio della Commissione di Disciplina non in grado di comportarsi – a suo avviso – secondo il rigoroso rispetto delle norme di legge relative al dovere di terzietà dei “censori”

2: ritiene non solo inutile, ma dannoso, anche per la dignità della professione, un Ordine amministrato con i metodi di cui sopra

3: ritiene che sia più logico e onorevole attenersi semplicemente al dettato di cui all’art. 21 della Costituzione, che, in concreto, libera da qualsiasi forma di soffocata sudditanza degli iscritti (per quanto ha visto in questi 10 anni) a comportamenti di “censori” a loro volta succubi di ideologie e paturnie di partito che cozzano con il proprio personale consolidato concetto di «libertà» e «di libertà di espressione» per come uscito dalla lotta per la liberazione.

Data, 19 gennaio 2021 – E.Bianchini

 

AGLI AMICI E AI LETTORI
DI “LINEA LIBERA”

E ora che ne sarà del mio viaggio?
Troppo accuratamente l’ho studiato
senza saperne nulla.
Un imprevisto è la sola speranza.
Ma mi dicono ch’è una stoltezza dirselo.
[E. Montale, Prima del viaggio]

 

LA PRIMA REAZIONE degli amici e degli affezionati di Linea Libera (quotidiano scomodissimo con oltre 2 milioni e mezzo di sfogli nel 2020) è stata la domanda «E ora?».

Ma, come ieri per telefono, stamattina rispondo pubblicamente: siate sereni e felici. Per voi non cambierà nulla: almeno finché il Partito Dominante d’Italia, grazie ai tanti democratici che avete visto ieri in Senato, non avrà imposto lo “stato islamico poderale” che ci imporrà di essere schiavi degli ordini degli Ordini e dei soprusi dei soverchiatori di stato.

La Costituzione è il vero Ordine dei Giornalisti

Anche se non mi considero più un “unto del Signore” e mi pongo extra ordinem (ma non certo extra legem), chi è intelligente continuerà ad esserlo. Chi è stupido, non cambierà la sua demenza in virtù continuando a chinare la testa a chi vuole montargli in capo.

E chi, come alcuni di noi – fra cui mi pongo anch’io –, è nato per scrivere, continuerà a farlo liberamente senza più avere la Santa Inquisizione Ordinistica alle calcagna e alle spalle.

Da questo momento scriverò, quindi, non più con il bollo di un Ordine (gli ordini vanno aboliti, perché non hanno senso), che si arroga il diritto di dirti come devi pensare ed esprimerti, ma con l’assoluta pienezza e forza che discende dal dettato costituzionale, troppo spesso negato dall’Ordine: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure» neppure, e tantomeno, da parte di un Ordine.

D’ora in poi lo scrivere non sarà mai così soddisfacente e appagante come sapendo – almeno per me – che nessuno può venirmi a dire di essere irreprensibile, ma solo secondo un suo discutibilissimo punto di vista.

Cari amici e lettori, il mondo è come la verità: non lo fermeranno né censori né politici né Palamari di qualsivoglia natura!

Viva la libertà! Viva l’Italia libera!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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