sistema marcio. COMPRANO UNA CASA ALL’ASTA PER DARE UN TETTO AI FIGLI E FORSE SI RITROVANO A VIVERE SOTTO UN PONTE

Queste persone le ho avute, con il figlio piccolo, in casa, da me, per parlare dei loro guai: guai che non sono unici in questa città di Vanni Fucci, una degna tana per avventure tribunalizie che già sono toccate, anche a me che scrivo, negli ultimi trent’anni – e senza che nessuno abbia mosso un dito…

 

Quello che c’è da chiedersi, dopo tanta democrazia di sinistra, dal Pci al Mattarello-Conte, dal giustizialismo di Mani Pulite a quello ridicolo dei 5 Stelle e di Bonafede, condito con l’inglese sublime di Renzi e della Boschi di Banca Etruria, è il perché la terzietà dei giudici sia solo sinonimo di impunità in ogni caso e al di sopra della legge. C’è forse una spiegazione logica o è solo un dogma di divina volontà incontestabile?

 

È COMPITO DELLA REPUBBLICA RIMUOVERE

GLI OSTACOLI DI ORDINE ECONOMICO E . . .

BLA BLA BLA BLA BLA BLA BLA BLA BLA

 


 

Ditelo solo a chi ci crede

 

PER QUESTA FAMIGLIA che vedete, ma senza volti, non c’è Natale. E chissà se mai per loro potrà venire un giorno di Natale leggero e sorridente come in questa foto, in cui si festeggia il compleanno di una delle due bellissime bimbe che impegnano a fondo babbo e mamma.

Nel frattempo a questa famiglia giovane, di giovani con tante speranze e pronti ad affrontare sacrifici di ogni tipo per allevare i figli in uno stato distrutto dall’immoralità, dalla corruzione e dall’ingiustizia, è arrivato anche il terzo bimbo: un tesoro sorridente tenerissimo e gioviale con due dentini affilati che stanno crescendo e che castigano la mamma quando allatta.

«È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Mi viene semplicemente da piangere.

Le persone che vedete le ho avute, con il figlio piccolo, in casa, da me, per parlare dei loro guai: guai che non sono unici in questa città di Vanni Fucci, una degna tana per avventure tribunalizie che già sono toccate, anche a me che scrivo, negli ultimi trent’anni – e senza che nessuno abbia mai mosso un dito.

Perché a Pistoia, questa bellissima città a misura d’uomo, come in certi romanzi latino-americani, si muovono non persone e giudici reali, ma solo parvenze, larve, fantasmi evanescenti: e non c’è un cane – che non sia io: il Bianchini agli arresti domiciliari perché perseguita, dicono, gli altri solo per propri interessi personali –, non c’è un cane che si prenda la briga di raccontare storie che fanno l’effetto del rovescio-stomaco dei cani, quando ai quattrozampe gli si avvolge all’improvviso e muoiono tristemente, in un attimo, tra le nostre braccia.

Il palazzo del Tribunale: Piazza Duomo 1

Nessuno racconterà mai – fra tutti i grandi giornalisti pistoiesi delle feste delle frittelle e delle castagne secche; dell’ora verde o dell’angolo della fede – che c’è gente che, per dare una soluzione ai problemi della propria vita, finisce con l’uscire dalle scale di Piazza del Duomo 1 con le ossa rotte e per di più sbeffeggiata da avvocati, tecnici, giudici e tutto quel mondo ribollente che si muove intorno alla depurazione nella sentina dell’oscuro mercato immobiliare pistoiese: sia esso in chiaro, se avviene per agenzia e mediazione, che in scuro (e oscuro) se ruota intorno all’improbabile trasparenza del giro delle aste giudiziarie.

Questa famiglia – padre, madre, due bimbe bellissime, un maschietto dolcissimo con due dentini taglienti che tormentano la mamma quando allatta – ha provato e sta provando, in maniera dolorosissima sulla propria pelle, l’umiliazione di essere stata presa letteralmente in giro da tecnici cialtroni che la facevano facile-facile (35 mila euro fumati e gettati nel gabinetto, se ho ben capito); da avvocati che se la sono presa sottogamba; da venditori pignorati, che hanno sbarrato e ridotto a una sorta di fondo intercluso, un piccolo appartamento andato all’asta e malauguratamente acquistato da questa famiglia; da giudici che hanno giudicato forse a capocchia: e, in generale, da gente senza coscienza che, con una fattura vistata dall’ordine forense, finirà – proprio in questi giorni e come dono di Natale – con il mettere un’ipoteca su uno stipendiuccio di nucleo monoreddito, con tre bimbi piccoli a carico da tirare su e una mamma “atta a casa”. E non è nuova, questa soluzione, a Pistoia «città a misura [piazza] Duomo [1]».

Se questa è la città ideale, ecco: io voglio vivere nei miei iniqui arresti domiciliari a misura di cane; perché i cani sono migliori di tanti bravissimi e attentissimi professionisti e tutori della legge e della legalità pistoiese.

Io mi vergogno di essere giornalista, perché non posso fare niente altro che scrivere. Ma credo che, molto più assai di me, dovrebbero vergognarsi quei giornalisti pistoiesi che non racconteranno mai, sui loro giornali di cucina, ciò che avviene di osceno in questa città di Vanni Fucci, degna tana di una sub-umanità che offende dio e la santa democrazia legalitaria di sinistra. Ma la destra è meglio? No davvero!

La colpa? È di tutta quella gente che, pur avendo il dovere di scrivere, narrare e, anche e soprattutto, di vigilare sul buon andamento della pubblica amministrazione, passa, alla fine, il suo tempo in settimane bianche, in cacce al tesoro e giochi al computer in ufficio – ma ricordando, però, di andare alla messa di mezzanotte dopo essersi confessata per comunicarsi e amen.

Buon Natale a tutti – tranne, ovviamente, a questa famiglia che è stata schiacciata sui marciapiedi di Piazza del Duomo 1, come una di quelle sudice gomme americane, masticate e sputate sulla pietra serena, che facevano tanto schifo al povero e grande Primo Levi che ne scriveva con orrore su La Stampa!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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