«HOUSTON, ABBIAMO UN PROBLEMA»
PISTOIA. Ho ricevuto, qualche giorno fa, la lettera-denuncia che sottopongo a tutta la città, dal sindaco Tomasi in giù: a polizia, carabinieri, finanza, prefetto (se a Pistoia c’è), preti accoglienti e antisalvini, preti neri anti-Bergoglio e, soprattutto, a chi sarebbe deputato a difendere il cittadino, la procura della repubblica.
«Parole non ci appulcro», avrebbe detto Dante, un autore che non va più di moda nella scuola delle sinistre post-barbiane ed è più o meno ignoto ai neolaureati in lettere moderne e in scienze della comunicazione delle università italiane.
Leggete, riflettete e fatevi una vostra opinione sui fatti, non su ciò che la stampa di regime e propaganda vi veicola ogni giorno affinché tutto cambi perché tutto resti eternamente com’è.
Ecco il testo:
Egregio Direttore,
leggo sempre con interesse i suoi articoli. Le devo fare i complimenti per le vicende che avete scoperto su Agliana che altrimenti sarebbero passate sotto silenzio.Mi rivolgo nuovamente a lei per chiederle di aggirare il muro di gomma che invece continua a proteggere certi personaggi del Comune di Pistoia.
Le reinoltro la mia precedente mail che il suo giornale aveva pubblicato. Perché nessuno dall’amministrazione comunale ha risposto?
Accertato che una nuova causa di un agente di polizia municipale contro la ex comandante Annalisa Giunti, si sta svolgendo presso il Tribunale di Pistoia, non posso non notare il silenzio del Responsabile Anticorruzione del Comune.
Il solerte segretario comunale dott. Pancari, che ha ben pensato di sospendere dal servizio il nuovo Comandante reo di aver informato i consiglieri comunali di anomalie sull’appalto per la gestione dei verbali elevati dagli agenti e di aver sanzionato la ditta incaricata (dalla solita signora Giunti) non ha niente da dire sulla dichiarazione di incompatibilità presentata non riempita dalla ex dirigente?
Al Segretario Comunale e al Sig. Sindaco mi pacerebbe che qualcuno volesse anche chiedere se corrispondono al vero alcune voci che circolano in città. E più precisamente, è vero che alla sig.ra Annalisa Giunti, su segnalazione di personale dello stesso Comando della Polizia Municipale, era stato attivato un procedimento disciplinare per aver abusato di alcuni permessi per allontanarsi dal lavoro (si dice addirittura permessi 104)?
Cosa ha fatto il responsabile anticorruzione alias responsabile dei procedimenti disciplinari alias Segretario Comunale?
Da Palazzo Comunale, mi hanno riferito che i procedimenti disciplinari aperti e subito chiusi a carico della signora Giunti sono più di uno.
Dott. Bianchini, se può e se vuole, provi ad indagare. Vedrà che sarà peggio che ad Agliana.
Distinti saluti,
Dott. Paolo Tosi
Vorrei invitare il dottor Tosi, e tutti gli altri, a rileggere con attenzione questo antico intervento del 2011: Comune di Pistoia & ‘parentopoli’. Vi si spiega, con sufficiente chiarezza, il meccanismo grazie al quale Bertinelli nominò la dottoressa Giunti.
È vero che c’erano le leggi di “parentopoli”, all’epoca: ma è altresì vero che l’allora comandante dei vigili, il dottor Giuseppe Napolitano, con la determina che potete scaricare da qui, aveva dettato (o aggirato?) la norma di riferimento.
Che poi si pretenda che al cittadino si risponda per trasparenza, per anticorruzione, per la famosa “obbligatorietà dell’azione penale” è – e il dottor Tosi che non è uno sprovveduto dovrebbe saperlo – una pia pretesa inutile, come cercare di parlare con dio che, di solito, non risponde, ha il centralino occupato o è “momentaneamente fuori-stanza”.
La “trasparenza” – e ormai è sempre più evidente – serve soltanto ad essere “trasparenti”; il che, in buona sostanza, si traduce nell’effetto di essere trasparenti=invisibili (e, come conseguenza ultima, assenti in una quasi-inesistenza).
È «il sistema marcio» che permette tutto questo: altrimenti, dottor Tosi, saremmo stati costretti a ingozzare quattro governi non eletti da nessuno e con un presidente (?) del coniglio (dico e riscrivo coniglio) impresentabile come il Conte messo dietro al culo della Merkel?
Sistema Italia. Del resto lo ha detto Palamara: «Mi scuso per essermi fatto prendere la mano dal sistema». E Marco Petrini «magnava, scopava e cacava» a spese del popolo.
L’Italia è qui. Le leggi? Sono semplicemente riccioli di crema al burro sopra una torta di cacca – checché ne dicano illuminati e bibbiani.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Delitto di cronaca e di critica