PERFINO LA CIRINNÀ
AVRÀ CHI LA SPIA!
IL PIÙ DELLE VOLTE la vita fa schifo. Ti giri intorno e, se hai messo gli occhiali con vista a raggi X di Superman, vedi la realtà: decine di cazzi, ritti e duri anche senza Viagra, e pronti a infilarsi nel tuo culo – sempre, ovviamente, per il tuo esclusivo bene.
Esempi: vedi Napolitano, vedi Monti, vedi Mattarella, vedi i governi non eletti, vedi i 5 Stelle/Stalle, vedi il Pd, vedi gli ordini (???) professionali (???), vedi gli avvocati, i medici, gli speziali, i poeti (e i peti che pontificano), i letterati e gli intellettuali, i preti (e i pedofili), i cardinali (e i loro appartamenti da 500 metriquadri fatti coi soldi del Bambin Gesù), i papi e roba varia e consimile, gli “inculatori seriali”, i bibbiani, i capalbi, il Carnevale di Viareggio e… del Rio di Casale, «trombato» dai comunisti (vedi qua). Vi basta?
Altre volte la vita è una goduria lussuriosa. Altro che peccato carnale! Altro che inferno per chi tromba o chi si fa settecento seghe come Benigni in Berlinguer ti voglio bene!
Qualcosa d’imprevisto e che nasce per moralizzare il non–moralizzabile ti gratifica di colpo. Non per volontà divina, beninteso: perché, nonostante i «giornalisti corretti» e perfino cattolici e anche sostenitori del manifesto Carta di Assisi (ma che tipo di carta? Carta «d’apparato» o igienica, per pulirsi bocca e coscienza in nome di Francis, il mulo parlante?), Lui non c’è, non c’è mai stato e non ci sarà mai.
Altre volte la vita è una goduria lussuriosa – dicevo – perché un coglione della forza di cento cavalli, più cento buoi, più cento cammelli (e qualche motrice di Etr1000 tipo Lodi), si è svegliato un bel mattino e – con la connivenza di un Pd, partito demente (etimologicamente = fuor di mente) – ha deciso:
la prescrizione è abolita – Tutti dentro come nel film di Sordi (1984)
il trojan (o trojone?) è legale: in culo alla privacy, al rispetto del libero pensiero e tutti sotto vigilanza come Sgarbi nudo che caca, mutande ai piedi, sopra il cerchione del wc, in uno spettacolo osceno
Ieri mattina c’era un bell’articolo di Alessandro Giuli su Libero che mi ha fatto godere come il classico «maiale del gregge di Epicuro» nell’autodefinizione che il poeta Orazio, quello della sàtira ignota ai «politicamente corretti», dà di sé.
Perché mi ha fatto godere e ha provocato in me un esubero di «endorfinosi da godimento fisico»? Per il fatto che ho pensato a tutti quei sedicenti colleghi giornalisti che, a forza di leccare il culo alla sinistra e al Pd pur di mantenersi una vita e in una professione di comode ambiguità, hanno rinunciato alla «verità sostanziale», quel bene che avrebbero il dovere di affermare comportandosi come i tamburini di prima fila che portavano gli inglesi in battaglia sotto le fucilate degli avversari. Quella è deontologia, non altra.
Da oggi in poi costoro potranno essere vittima di un «trojone» marcato 5 Stalle, che li riprenderà davvero in tutta la loro inconsistente essenza/esistenza.
Pensate solo a quanto dovranno faticare per trattenere il libero pensiero (infatti non lo pensiamo noi: il pensiero si pensa da sé), che non palesano mai, cercando di affermare una falsa mission (come dicono loro, da radical chic) della «verità sostanziale», perché il loro portafoglio è, come del resto il cuore, a sinistra.
Almeno prima, in casa loro, se non dappertutto almeno al cesso, mentre cacavano come tutti i mortali e scorreggiavano come bombarde out of the control (lo fanno tutti e tutti lo hanno fatto, Santa Rita da Cascia compresa o San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti), potevano ancora dire, ad alta voce: «Porca la sanità toscana di Rossi! Conte fijo de ’na mignotta! Bonafede fóttiti! etc.».
Ma da ora in poi, quando avranno un bel trojone nel cellulare, quanto dovranno starsene accuòrt? E quanti cerotti dovranno mettersi alla bocca, anche in casa, o mentre scopano con le loro ganze in un motel/hotel o in ufficio, per evitare di essere registrati e spiati da un severissimo Piercamillo Davigo con le forbici in mano, pronto a tagliarti le palle?
Chi di spada ferisce, di spada perisce, amici cari! Molti catoni/catzoni dell’informazione ci hanno hanno fatto e ci fanno lezione sui nostri doveri e sulla deontologia del giornalismo; e ci hanno sviluppato a gratis du’ palle come quelle del Piccolo Diavolo: ma d’ora in poi hanno da stare attenti anche loro. Anzi, soprattutto loro.
E sai quanto sterco dovranno ciucciare in silenzio per mantenere il loro stile di vita grazie al querido sterco del diavolo, alias €! Hanno bacchettato e bacchettano gli altri per primeggiare e far vedere quanto sono bravi, onesti, seri, etici & [farn]etici, casti e puri. Un fascioleghista nazista razzista di destra (che io non voto) direbbe:
O gente, che sentenze ognor sputacchia:
occhio alla penna! Ormai finì la pacchia!
Perché la vostra razza non s’estingua,
castràtevi, o Censor, la vostra lingua!
Datemi retta, radi e virtuosi colleghi di prima linea, che la verità la dicono a loro rischio e pericolo, contro tutto e contro tutti! Gli ordini, i disordini e i «contrordini, compagni!», mandiamoli a farsi beatamente fottere altrove.
Insieme a questo bastardaio di politici, la cui peculiarità unica è lo Chanel numero 5 Eau de lezz de cadaver!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Delitto di cronaca, critica, libero pensiero e di W Bakunin
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