sistema marcio & papaboys. NOI STIAMO CON SOCCI: GLI ORDINI VANNO ABOLITI PERCHÉ SONO SOLO “AIUOLE DI POTERE” RADICAL-ROLEX

L’annuncio con cui l’Ordine dei Giornalisti della Toscana comunica ai propri iscritti l’intenzione di far sottoporre a provvedimenti disciplinari Socci “per offese al Papa”

SONO COSE DA PAZZI E ASSAI PIÙ DURE

SE TI MUOVI A DUE PESI E DUE MISURE


 

Il collega Antonio Socci, difende valori e principi della cristianità

FIRENZE. La notizia che l’Ordine dei Giornalisti della Toscana, abbia promosso un esposto nei confronti di Antonio Socci ci ha fatto sobbalzare, riflettere e disorientare.

Sì: sia per il fatto stesso – Socci è un giornalista di profonda cultura e competenza, che gode la stima di una larga parte dei cattolici schierati a difesa dei principi della cristianità –, che per il collegamento, seppur casuale, con certe vicissitudini disciplinari toscane che hanno suscitato in noi non poche perplessità

Come è stato possibile che il Consiglio dell’Ordine – e specificamente il presidente, Carlo Bartoli – sia caduto nella deriva di una omologazione del pensiero, proclamando l’apertura di una “guerra santa” contro di Socci? L’episodio dimostra che il consiglio dell’ordine è chiacciato da maggioranze troppo orientate, politically correct e sbilanciate verso il pensiero debole di Jorge Bergoglio, alias Papa Francesco.

IL testo della lettera scritta da Francesco a Socci, nel 2015
Antonio Socci e Papa Francesco

Il Papa aveva scritto a Socci, nel 2015, una lettera vergata di suo pugno, nella quale era richiamato un principio di assoluto valore: anche le critiche ci aiutano a camminare sulla retta via del Signore.

La critica è il sale della libertà e, quindi, anche della promozione cristiana; ciò in maniera trasversale in ogni religione, lo si può capire per l’esperienza intuitiva di ciascuno di noi, ma questo non sembra un concetto chiaro al board di vicolo de’ Malespini.

Abbiamo cercato di individuare gli infamanti periodi – certamente pubblicati sul blog di Socci, www.antoniosocci.com – ma non sappiamo riconoscere quelli più recenti (del mese di Aprile 2020 ) che hanno indignato, e poi impegnato l’ordine, ad avviare la santa crociata, per spegnere il pensiero critico di Socci.

È il Papa 1, l’Anticristo? La domanda è improponibile e offensiva, secondo Carlo Bartoli e i consiglieri dell’Ordine: che però hanno mancato di pubblicare il loro esposto, impedendoci di poter valutare con piena cognizione di causa.

Dal Vicolo de’ Malespini, hanno lanciato la sbalorditiva e ipnotizzante notizia con tono di autoreferenza e con una indicazione autoconclusiva, dimenticando però – e questa volta la critica la facciamo noi: possiamo? – di fare conoscere al mondo quali sono le offese degne di censura.

Il secondo paragrafo è forse graffiante, ma è sostanzialmente vero e continente. Quali offese può avervi visto il Consiglio dell’Ordine se si riferisce a questo?

Abbiamo ripreso una delle più pesanti proposizioni da un recente articolo e la presentiamo, ritenendola sì, graffiante e caustica ma non in-continente e falsa: … Bergoglio, fra il Potere e il Cristo, sceglie sempre il Potere.

C’è da trovarci qualcosa di offensivo dopo che, Francesco ha ricevuto Giuseppi in piena emergenza Covid-19 e dopo che ha sconfessato la Cei richiamandola all’obbedienza al potere?

Dove sarebbero finiti i presupposti di laicità e terzietà del consiglio dell’ordine della Toscana? Bergoglio, vale quanto la Merkel, Trump, Bo-Jo, Putin o Erdogan oppure è un “diversamente politicante”?

Sarebbe anche indispensabile vedere la delibera per conoscere e valutare se il consiglio ha votato, all’unanimità o meno, questa stupefacente mozione.

Alessandro Romiti
[
alessandroromiti@linealibera.it]


ordinate, fratres! FINITI I PRETI, SONO RIMASTI I RADICAL A DIRIGERE IL TRAFFICO DEL VIVERE MORALE ITALIANO. PECCATO CHE PERÒ ADOPERINO IL “MANUALE DEL CONFESSORE” ADOTTATO DAL CONCILIO DI TRENTO

 

Che ridere! Non è buono chi è buono, ma chi sta agli ordini del potere e del “politically correct”. In pratica: se l’umanità avesse sempre seguito questa regola, saremmo ancora ai tempi dei Sumeri e di Mosè e non ci sarebbe mai stata la rivoluzione d’ottobre (e questo, forse, non sarebbe stato un gran male…)

 

Più che alla legge professionale, ci sembra che l’Ordine si affidi ai rocamboleschi moralismi del pregiudizio secondo la dottrina del Politicamente Corretto

 

SONO STATE due notizie, una dietro all’altra, in poco più di un mese. La prima, il 24 aprile, riguardava un non identificabile collega che avrebbe “odiato e minacciato su web”; la seconda riguarda Socci ed è dell’8 maggio, fresca di ieri.

Quando parlo di «sistema marcio» intendo dire, semplicemente, che i vizi della Prima Repubblica, rispetto alla stupidità dell’oggi, sono un foruncolo su una gota. E tra un foruncolo e un lupus in viso c’è la sua bella differenza. Lo sa perfino Burioni.

Parto ancora da una considerazione ovvia, ma vera: che la sinistra, che sviene quando sente parlare di storia, di storia ne sa quanto Pamprèpio e Trifiodòro, i due gatti, se non sbaglio, del professor Enrico Livrea: cioè zero e per giunta tagliato.

Se non fosse così, sono quasi certo che quei pochi che vengono eletti, nelle cariche ordinistiche, da altrettanto pochi votanti (evidentemente la gente non vota perché se ne catafotte e non ha fiducia nei candidati), forse ci penserebbero due volte prima di prendere possesso delle loro cariche. Si ripropone sempre il solito quadro: alle politiche vanno a votare in pochi/pochissimi e senz’altro quasi tutti i democratici. Così nasce una maggioranza tendenziale che non rappresenta un bel nulla, ma che sale al trono e strafà.

Se poi la gente si sfava e Salvini (che io non voto) avanza, allora ci pensano i non-presidenti della repubblica come Mattarella a tamponare non la falla, ma la democrazia: come un Tir, però, che picchia su una Smart. Ecco spiegato il perché di tutti quei geni di sinistra che stanno s-governando questo paese.

Cosa insegna la storia, che nessuno vuole comprendere neppure all’ordine di Vicolo Malespini? Che tutto il mondo è sempre un’oscillazione tra riforma e controriforma, cambiamento e restaurazione: e che il potere tende a replicarsi e perpetuarsi. Chi non lo vede è, evidentemente, scemo.

Le sinistre il potere se lo sono procurato con la macelleria di Mani Pulite e ora se lo tengono stretto baciando, lingua-in-bocca, perfino il papa: che indubbiamente è stato messo lì, al posto di Benedetto, perché Cei (& vedenti in tonaca/clergyman) volevano una chiesa a sinistra in linea coi tempi.

In troppi lo hanno visto grazie alla fede…

C’è qualcosa di male? No. Ma perché considerare Bergoglio più di un Trump a cui, se si dà del cretino, nessun si muove perché così fanno i riformisti radical-Rolex? E perché un ordine professionale – chiamato a risolvere i problemi del mestiere – diventa un «confessore della fede» con in mano il manuale del confessore del Concilio di Trento, quando un Bergoglio altro non è che un capo di stato estero con tanto di segreteria di stato come ogni altro stato della terra? Che ha di più e di meglio, visto anche che pure lui crede che andrà all’inferno e non in paradiso?

È stato il mix micidiale catto-comunista a «sovvèrtere», come disse una volta quel genio del Berlusca, l’ordine naturale delle cose. Allora, però, se a ghigliottina si deve mandare, caro Ordine di Firenze, màndaci anche i tuoi «giudici» di certe tue commissioni di disciplina che favoriscono spudoratamente alcuni che non chiamo colleghi perché non lo sono, di provata fede radical-Rolex, servi di Rossi e dei suoi sottoservi, che sono sempre fatti passare indenni sotto le forche caudine in quanto, come Maria era colorata di bianco fin dal suo nascere, costoro sono stati “miniati” di rosso e perciò riscattati dal peccato originale!

Attenti, mali consiglieri! Dante e Virgilio dinanzi a Ulisse e Diomede

Se Antonio Socci insulta il papa, che si abbia il suo boia. Ma se sei «mali consiglieri» delle commissioni di disciplina insultano la verità e tutti quelli che davvero lavorano per narrarla, che vadano anche loro al banco degli imputati; e vangano caricati sul carretto e portati al taglio della cervice.

E non fate finta, cari membri del Consiglio dell’Ordine, di non sapere come stanno le cose: conoscete perfettamente (i nomi ve li ho ben indicati e con dovizia di prove documentali) chi merita di avere la testa mozza. E non è il caso che facciate finta di non sapere proprio come i preti che tutto sanno e tacciono.

Il fatto è che, in questa Italia illegale dalla punta dei capelli al tacco, niente deve restare in piedi. Occorre fare tabula rasa. E, in primo luogo, di gente che è impestata di «moralismo», ma ignora in assoluto il significato del termine «moralità».

«Verba rebus probate», per parafrasare Seneca: le vostre parole provatele con i fatti, non con i favoritismi con cui date l’assoluzione ai vostri «parrocchiani di partito»!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Quali sono i diritti insopprimibili? L’OdG li conosce davvero?

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali [Cost., art. 3]


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