slanci & musate. DI AISHA SILVIA ROMANO PENSIAMO PURE QUEL CHE VOGLIAMO, MA NON ATTRIBUIAMOLE COLPE CHE FORSE NON HA

Ti stai sbagliando chi hai visto non è | Non è Francesca. | Lei è sempre a casa che aspetta me, | Non è Francesca. | Se c’era un uomo poi, | No, non può essere lei…

LA SOCIETÀ OCCIDENTALE NON È MIGLIORE

DI QUELLA ISLAMICA: VIVE DI LAPIDAZIONI


Trovate il tatuaggio, se ne siete capaci…

 

CIRCOLA, in questi giorni immondi di immondizie in un immondezzaio che si chiama Italia e che, come tutte le discariche di questo mondo, è piena di stronzi che ci mettono ogni giorno allo spiedo (ripeto: dal non-presidente Mattarella in giù, categoria infinita da cui non si affranca nessuno, tantomeno la santa chiesa cattolica apostolica romana); circola, dicevo, un video in cui si vede una demente gnùda che fa – dice lei – bella mostra di culo, puppe (scarse) e passera, piuttosto rada di peli, per un “esperimento sociale”, che non riesco a definire quale possa essere, meglio di una esibizione finalizzata a istigare la gente al puttanaio, all’insulto e agli atti impuri – come dicevano una volta i preti.

Quella specie di filmato (con cui si dà della «troia» alla Aisha Silvia Romano) e con cui si chiede di divulgare le immagini senza timore di rimetterci il Santo Zipèppe, è scientificamente falso: hanno preso un «affare» con una tizia un po’ fatta come la Aisha e, a forza di scritte sopra le immagini che scorrono, hanno reso, se non vero (come direbbe il Manzoni), almeno verosimile il fatto in sé. A pigliare fuoco è un attimo.

Dopo il primo stordimento di 5 secondi e mezzo, mi sono messo a perdere un po’ di tempo per capirci di più. E come già ieri era uscita la storia (piuttosto falsa) del Rolex di Aisha, oggi ho capito che era uscita questa nuova stronzata da social. Un vero Oscar o un autentico David di Donatello.

I social sono come il salame: «sono tanti, milioni di milioni; i social dei coglioni sono di qualità». Una qualità di merda, ovviamente. Il famoso Napalm di Crozza non ha insegnanto un cazzo a nessuno e tutto va – e fin che la barca va… lasciala andare.

Riuscite a vedere il tatuaggio?

Eppure è elemetare capire che questo filmato è falso. Basta guardare qualche altra foto di Silvia Romano e confrontare il suo tatuaggio con quello, grande come una piazza, sulla spalla sinistra della scema gnùda a giro fra i maschietti con il cellulare in mano e il pisellino ritto e duro, inviperito come un hot dog.

Vent’anni di Italia in Europa ci hanno portato alla miseria. Dieci anni di governi di merda, sostenuti da non-presidenti, ci hanno condotto – attraverso il «politically correct» della Boldrini & C.Premiata Ditta – a una infamia di insopportazione reciproca, oggi incarcerata solo minimalmente, nel famoso «lock down», traduzione: «lucchetto [del cervello] dei down (che dicono di governarci – n.d.r.)».

Governarci. Un verbo appropriatissimo, dal punto di vista espressivo, se riferito all’agricoltura in àmbito toscano: dove «governare» significa “spargere la merda” sulle verdure dell’orto o alle radici degli olivi e delle piante (nel caso degli italiani: verdure come zucche e cetrioli o, toscanamente, treciòli. In toscano, infatti, treciòlo è sinonimo anche di bischero).

Prima si è depotenziato il cervello della gente con la fine “buìna (= cacca di vacca)” della scuola uguale e facile per tutti; poi, dopo aver cotto il cervello alla gente con una ignoranza crassa simile a quella di raffinati politici come solo i Dimai e le sardine possono essere, si è passati a collaborare (Pd in testa) con i nemici d’Italia: a iniziare dal cattocomunismo-rolexiano alla Mario Monti, fervente cristiano e fine stratega di lacrime, sangue e debiti in aumento (da tamponare, ovviamente, con il Mes).

I progressisti non vogliono bene al popolo: del popolo amano i quattrini e fino all’ultima goccia; e i 5 Stelle non sono da meno. Il popolo decerebrato mangia (quando ce ne ha: oggi poco, sembra), beve, dorme, caca e scopa (anche sulla spiaggia en plein air, come in questi giorni), e lascia che ciascuno si sbucci i coglioni come può.

O la Silvia Aisha Romano è uscita nuda in giro in questi giorni nonostante il lock-down, oppure diteci dov’è finito il suo tatuaggio. Si è smarrito nella jungla?

Noi bastianissimi contrarissimi al «precotto politico quattro cazzi in PaDella Fintus», disprezziamo questa [in]civiltà che ci è imposta a forza, ma al tempo stesso, come ci rifiutiamo di sputtanare Salvini per 49 milioni senza farlo, insieme, anche per Nicola Zingaretti e Enrico Rossi; siccome quel che è giusto è giusto, non tolleriamo neppure che i cosiddetti odiatori (creati con decenni di ignoranza coltivata in provetta come il Covid-19 a Wuhan) possano sbizzarrirsi contro una Aisha Silvia Romano che, con tutti i suoi limiti e i suoi peccati, se non è lei a girare gnùda come una scema, non tolleriamo che si dica che lo è neppure per scherzo.

Sarà chiaro, questo, agli stronzi?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Diritto di Amleto: parlare e non star chéto

«Indipendentemente dall’essere o non essere una fake, è l’odio che si scatena quando ci sono questi eventi. A me non piace il giustizialismo a prescindere, anche perché, viene da persone cattive nell’animo, che odiano se non la pensi o non sei come loro» [Salvatore Maiorano]


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