Dal palazzo di Giustizia (con la G maiuscola perché è quella a servizio della «gente comune») sembra essere sparita una querela del luglio 2020. L’accesso agli atti è stato inutile. Dopo oltre 100 giorni nessuna risposta e la dirigente della cancelleria allarga le braccia desolata. Ma cosa sta succedendo a casa del dottor Tommaso Coletta?
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PISTOIA-AGLIANA. Dopo 100 giorni di solleciti inutilmente rivolti alla segretaria deposito atti penali, proviamo con un pubblico avviso, rivolto necessariamente al dottor Tommaso Coletta che dovrebbe spiegare come mai un “accesso atti” del 30 novembre scorso non ha avuto alcun riscontro, dopo tre solleciti e due colloqui con la dirigente Ferilli.
Si tratta della consultazione di un fascicolo per una querela depositata nel luglio 2020 nelle mani del comandante di una stazione dei Carabinieri che ha rilasciato la così detta “relata del verbale” di deposito che alleghiamo: l’atto è stato spedito alla cancelleria per via telematica – ci rassicura il luogotenente che ci invita a rivolgerci alla procura di competenza, cioè Pistoia, per un presunto reato verificatosi ad Agliana.
Lo abbiamo fatto, ma inutilmente perché forse siamo meno uguali di quelli che hanno accesso agli uffici con delle mail di denunce (ridicole) spedite anche di festivo, in agosto.
Ricordiamo che lo stesso giudice dott. Luca Gaspari ha ben specificato in udienza, il 6 luglio 2021, che il tribunale – e la Procura c’è inclusa – è “pubblica amministrazione”. Lo diciamo anche se non occorrono né una laurea in giurisprudenza né un concorso superato in magistratura.
Lì è stata depositata la querela e lì deve essere chiesto il fascicolo per vedere lo stato del suo avanzamento/congelamento (tertium non datur) a 20 mesi dal deposito stesso. Cancellata anche dal 335 richiesto.
Il fascicolo sembra però evaporato nell’aria, non risultando alcuna menzione sul certificato di chi lo ha fatto aprire: eppure nella querela era espressamente formulata la richiesta di dare avviso in caso di eventuale archiviazione della stessa. Dunque si può sapere che cosa hanno deciso di farne al terzo piano, visto che non c’è stata alcuna notizia di archiviazione sul fascicolo in questione?
La dirigente di cancelleria Enrica Ferilli non sa più cosa dirci. Prima ci ha detto di fare dei solleciti per Pec (ne abbiamo fatti un paio), poi ci ha suggerito che la disciplina della legge 33 sull’accesso atti non vale per le procure; poi – sempre più rincresciuta – la scorsa settimana ci ha detto che in procura le istanze di consultazione non hanno termine alcuno per le eventuali risposte al richiedente, risvegliando in noi le surreali ambientazioni kafkiane di “Il processo”)…
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Che cosa ne è stato della querela depositata nel luglio 2020? Cosa deve succedere per avere una risposta? Dovremmo attendere altri 100 giorni per un riscontro?
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]
Non di una sola chiavA sparita vive la Piana
ma anche della evaporazione delle querele