AGLIANA. Ci aveva provato la consigliera forzista Francesca Biagioni a mettere una toppa sull’increscioso premio “Donna di Agliana”, generosamente concesso all’iperstipendiata e abbronzatissima Lucilla Di Renzo, raccogliendo le critiche del rest of the world per la sfrontatezza dell’affronto alla comunità delle infermiere.
La Lucilla, fra l’altro, veniva – se non sbagliamo – dal settore sanitario della prevenzione; esperta nel cercare di costringere la gente a smettere di fumare (tutta salute!), ma imperinceneritorista, perché convinta che la cacca dell’ecomostro di Montale aprisse meglio gli alveoli polmonari facilitando anche l’ingresso (perché no?) a quel Covid-19 che la ha sfiorata solo di striscio (ma noi siamo malevoli e i piddì buoni come una pasta di grano, vero Marcello MC Cantini!).
Ci aveva provato con un secondo e tardivo premio, genericamente offerto a tutti: così nessuno si sarebbe sentito discriminato in perfetto stile “Diccì” (Democrazia Cristiana e non storpiatura del verbo dire).
Uno schiaffo sullo schiaffo, ovvero doppia toppa sul buco causato dallo sfacciato Premio A-bbronzatissima (sotto i raggi del sole…) Lucilla. Troppo politically correct per essere perdonato.
Neanche i capigruppo di maggioranza Silvio Buono (Lega per Salvini), Fabrizio Baroncelli (Fratelli d’Italia) e Francesca Biagioni (Forza Italia) sanno dire a chi sia riconducibile la responsabilità dell’affronto, ovvero del riconoscimento all’avversario (davvero non conoscevano la storia politica della Di Renzo?), ma sopratutto concesso senza conoscere la motivazione: sembra su impulso dell’assessore alla rieducazione soviet Paolo Pierucci (un funzionario di garanzia che – dicono – serve anche ottimi caffè al Sindaco, come di solito fanno le segretarie delle donne in carriera di Wall Street – del resto ormai lo sanno tutti che i radical chic tifano per cartapecore come Soros e Gates, più morti che… ancora in vita).
Come può la giunta del cambiamento premiare una notabile del Pd, inceneritorista ostinata e donna in carriera (all’Asl di Paolo Morello Marchese del Ciocco) che dovrebbe essere – a nostro parere – collocata in altro posto rispetto la schiera delle infermiere e volontarie impegnate nelle Rsa, visto anche il suo stipendio da oltre 100.000 annui? Non è proprio da… proletari, via!
La capogruppo Francesca Biagioni ha maldestramente proposto il premio riparatore “Memoria Agliana 2020” con una mozione dedicata, che doveva essere portata all’Odg punto 14: troppo tardi nel programma e dunque rinviato al prossimo, che sarà probabilmente tenuto a settembre (se non lo scordano di nuovo).
Roba da prima Repubblica, cioè da democristiani stranavigati, altro che cambiamento e alternanza! Era solo restaurazione e di quella peggiore perché rivenduta da lupi che si scoprono agnelli e, in qualche caso, agnelloni da… Fidel Castro.
Sì è trattato di una fetecchia (vedi Totò) al comune sentimento di giustizia e equità, del quale nessuno dei politici contattati vuole e sa parlare, ma sul quale abbiamo rivolto un “accesso civico” che maturerà ai primi di agosto e ci vedrà ancora costretti ad aggiornare i lettori.
Neanche l’Assessore demo-gnellone (il Ciottoli, per capìssi) sa spiegare la ragione dell’errore e fugge alle richieste di chiarimento, accusandoci di essere (noi di Linea Libera) dei “falsari”: l’indignazione è un ottimo paravento (e salvacùlo), quando non si hanno argomenti per difendere errori magistrali sui quali incombe il silenzio (di tutti i partiti della maggioranza) stretti assieme in un abbraccio negazionista.
Insomma è chiaro che alla giunta Benesperi e ai capigruppo di maggioranza gli ci vuole una pasticca giornaliera se non di Viagra, certamente di Acutil Fosforo data la caduta di memoria!
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]
DU’ PAROLIN’ ANCHÌO . . .
CI SONO tre o quattro cose che a Agrumia-Agliana sono identiche e speculari – e mi dispiace tanto per la Blimunda e per il suo femminismo-alfa in confronto al maschismo-beta da Ella auspicato
LA PRIMA è che, comunque vada, ad Agliana le donnæ-alpha s’impicciano degli affari degli òmines-beta di casa sua. Mi spiego con un esempio che a molti arezzini di Agliana dovrebbe essere più che chiaro.
Se tu, pianigiano del centro, c’hai un rospo de Rezzo sula gabbia (come dicevano loro una volta per dire nella gabbia; addirittura, a Cortona, è tula al posto di sula); e tu lo tocchi co’ uno stecco, il rospo si gonfia.
Negli anni 50-60, a prise de cul, i pianigiani evoluti pigliavano in giro gli arezzini – dicendo che ’un conoscevano nemmeno i rospi – con questa storiella: l’arezzino avéa un rospo in gabbia e dicéa: mangère ’un vol mangère, cantère ’un vol cantère e a toccàllo gonfia. O che beschia è?
Oggi, invece, se qualcuno tocca un rospo in gabbia, a Agliana ’un si gonfia lui, si gonfia lui e, insieme a lui, la su’ donna. Esempi: la dottoressa Borri a difesa del superpresidente Artioli il fumino. Oppure: il dottor Andrea Alessandro Nesti immantinentemente protetto dalla moglie, prof.ssa Milva Maria Cappellini, che va a parlare con quelli del 5 Stelle perché facéssino da sensali affinchéne noi di Linea Libera la si ricevesse perchéne ci dovéa spiegar la storia del marito dal su’ punto di vista di lei “di persona personalmente”.
Ora, vi sembra normale che la Veronica Lario pretendesse che i giornalisti ascoltassero mentre spiegava Ella la storia del CavaGliere condannato in CaZZazione…? Roba da chiodi della santa croce del Golgota e da Sacra Spina di Colle di Tizzana.
LA SECONDA è che, se due cercano di parlare fra loro e alzano un po’ la voce, corre subito qualche forza dell’ordine per dividerli: per il timore che partano cazzotti a raffica.
Anche qui mi spiego meglio. Con[s]iglio comunale del 13 luglio. La seduta viene tolta. Franco Califano canterebbe «Ecco, la musica è finita | Gli amici se ne vanno | Che inutile serata, amore mio | Ho aspettato tanto per vederti | Ma non è servito a niente».
Questo per dire che il Romiti se ne va dall’aula, ma l’ass/gnellone Ciottoli lo raggiunge e inizia a battibeccare.
Da diverso tempo, con somma soddisfazione di GdF (non Guardia di Finanza) e della sinistra agrùmica, i due consoli in carica-batterie (Benesperi-Ciottoli), sostenuti dalla segretaria in funzione di Vergine Vestale della legalità, non fanno altro che litigare con quegli scemi di Linea Libera. Ora che sono al potere, le loro Signorie Serenissime vogliono solo genuini portaborse del pensiero unico: da Lenin a Czar in neppure un anno; ottima evoluzione darwiniana, non c’è che dire!
Il vigile, di servizio al Con[s]iglio, si allarma e s’appropinqua per sedare (un sedativo, un sedatavo, un sedano come dice Igor in Frankenstein Jr). Poi s’approccia (questo verbo inglesoide, non inglese, to approach, mi fa schifo perché mi richiama la coccia del piscio di un tempo, la cioccia, la poccia, la boccia, il Boccia, la su’ mogliera Nunzia coscia-lunga presto in Rai a spese nostre, la roccia per spazzatura etc.); poi s’approccia, dicevo, anche il capoccia Luca: non hanno ancora capito che i nostri unici cazzotti (ma solo destinati ai cazzoni) sono fatti di parole e non di “mane”, plurale di mana, come si dice ad Agliana.
Anche qui vizio di Agliana-Agrumia. Quando nel 2013 – mi pare – al presidentissimo Artioli, durante un’assemblea blindata della Misericordia, scappò la piscia (a una certa età succede anche alle donnaæ-alpha con Tena Lady…) e io stesso gli andai dietro perché lui correva verso il cesso, il luogotenente Antonio Cataldo mi corse dietro. S’era perfino disturbato a venire in assemblea di persona personalmente lui, non aveva mandato un milite ignoto: un presidente deve essere protetto adeguatamente. Anche Antonio temeva che io scazzottassi qualcuno e, poveretto, dimostrò di non capire… una beata minchia.
Come vedete Agrumia-Agliana è una città strana: ha il cervello in croce non più grosso di una noce.
E non può essere diversamente perché – non si sa per quale motivo – il capoccia Benesperi e l’ass-gnellone Ciottoli pretendano che noi si stia zitti. Ma se si voléa sta’ zitti s’era ancora a lavorare ai giornali strutturati, corretti, allineati e coperti della provincia, no?
O “quei due consoli”, c’è un paio di domande per voi:
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ma vi si deve finire di pagare qualche cambiale, per caso?
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ma l’avete denunziato, poi, quello stronzo anonimo che ravana dentr’a’ vostri sistemi informatici e che gode a mandarvi lettere anonime-ricattatorie che vi fanno scappare la cacaiola?
No… Perché se ancora un l’avete fatto, oltre all’Acutil Fosforo per smettere di dimenticare, dovete pigliare ogni giorno anche una bella overdose di Imodium!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Delitto di cronaca, critica, satira eppòi…
Contro la diarrea non c’è che aspettare. A un certo punto il tempo… stringe. [Giampiero Casoni]
2 thoughts on “smemorati marci. GANZO, L’AMMINISTRAZIONE DEL CAMBIAMENTO DIMENTICA IL PREMIO “MEMORIA””
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