solidarietà. QUANDO FARE DEL BENE PER BENE SI PUÒ E SI PUÒ TOCCARE CON MANO

In una famiglia c’è da pulire, da cucinare, da aiutare l’altro. Alla Papa Giovanni si collabora ed insieme si cresce, spesso si cambia e si maturano consapevolezze che non si avevano

 

L’Avv. Sara Mazzoncini del Foro di Prato

 

di SARA MAZZONCINI

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A VOLTE, per caso, nella vita ci si imbatte in qualcosa. Imbattersi è il verbo corretto, perché è quello che è successo a me, che adesso vi racconto questa storia di vita.

Ho conosciuto l’Associazione Papa Giovanni XXIII per il mio lavoro, quando un mio assistito, detenuto al carcere di Massa, è stato da loro accolto in una delle tante strutture dell’associazione.

Ho conosciuto Marco, uno degli operatori dell’Apg23 e mi ha spiegato il loro lavoro: Marco gira gli istituti di pena italiani, conosce i detenuti e se può, dà loro una mano. Come? Con dei progetti bellissimi – e possibili.

La Papa Giovanni XXIII, come associazione, si occupa di detenuti e non solo: chi deve finire di scontare una pena, ad esempio, può infatti essere affidato ad una delle loro strutture ed iniziare un progetto di vita che non voglio definire comunitario, ma familiare. È questa infatti l’idea alla base della Apg23: fondata da don Oreste Benzi, si prefigge l’obiettivo di aiutare gli altri inserendoli in un ambito familiare.

Il mio assistito, ad esempio, ha concordato con l’associazione un percorso a più fasi, che è iniziato in una sorta di Casa Famiglia a Rimini, dove ha conosciuto altri compagni di viaggio ed il “sistema Apg23”, un sistema in cui tutti si aiutano.

In una famiglia c’è da pulire, da cucinare, da aiutare l’altro. Alla Papa Giovanni si collabora ed insieme si cresce, spesso si cambia e si maturano consapevolezze che non si avevano.

Una parte dell’associazione che si trova nella zona di Massa, il Pungiglione, si occupa della produzione di miele ed ha una bellissima falegnameria: è qui che i ragazzi che vengono accolti, vanno a lavorare il legno o imparano la bellissima arte di produzione del miele.

Marco, l’operatore che conosce i detenuti nelle varie carceri italiane, mi ha così presentato Alessandro. Quando Alessandro mi ha parlato del suo lavoro all’Apg23 ho capito che nel nostro Paese ci sono realtà in cui è possibile fare del bene  per bene, ed il risultato si può toccare con mano.

Alessandro è padre di tre splendide figlie e con loro e la moglie vive vicino Firenze. Alessandro non è padre solo delle sue figlie, è anche padre delle ragazze che vengono portate via dal lavoro sulla strada, a cui dà una famiglia (vivono in casa con lui, sua moglie e le figlie) e dà loro un’opportunità di lavoro.

Alessandro, infatti, passa qualche notte la settimana a sensibilizzare le ragazze costrette a prostituirsi e a spiegare loro che una via d’uscita c’è. Ed una via d’uscita è con la Papa Giovanni.

Alessandro dedica la sua vita a questo: ha chiuso la sua attività e ha aperto uno straordinario laboratorio che produce manufatti in pelle. Il marchio si chiama Another Skin, un’altra pelle, la nuova pelle che queste ragazze possono finalmente indossare una volta abbandonato il loro lavoro per strada.

La shopper grande color rosa

Fanno delle bellissime borse (personalmente non ho resistito alla shopper grande color rosa), ma anche cinture, portafogli, portamonete, portachiavi, gadget di vario tipo.

Sono sinceramente contenta di aver fatto visita al loro laboratorio in via Aretina 36 a Pontassieve. Invito tutti voi a passare, sono certa che non resisterete all’acquisto di qualcosa.

E se ormai siete tra quelli che “comprano solo online”, potete comunque dare una mano al marchio Another Skin acquistando nel loro shop online sul sito anotherskin.it. Dare una mano è possibile anche in altro modo: Alessandro e le ragazze, infatti, producono con materiale di ottima qualità di case di moda che regalano loro pelli avanzate, campionari e scampoli vari.

Ogni aiuto è ben accetto, e lo è anche un po’ di pubblicità tra i vostri contatti, perché fare del bene per bene, è possibile. E qui si può toccare con mano: si può toccare Another Skin, la nuova pelle che queste ragazze possono finalmente indossare.

Sara Mazzoncini
Avvocato Penalista


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