SOLO TASSE E DEGRADO

Tasi per tutti e a danno di tutti
Tasi per tutti e a danno di tutti

PISTOIA. Abbiamo pagato insieme alla Tasi anche la Tari, in sintonia con la legge di “stabilità”. Resta da capire in concreto verso quale stabilità si tenda dato che, a fronte di un aumento vertiginoso e incontrollato di ogni genere di tasse, non si ricevono, di contro, in nessun settore, benefici apprezzabili, visibili e soprattutto immediati.

Chi può contraddirmi lo faccia ma in termini chiari, convincenti senza ricorrere a viziose e viziate teorie come accade di solito ai politici navigati “parolatori”, maestri nell’arte del “dolce dir niente” quando, non potendo spiegare nulla, adottano un linguaggio assolutamente privo di significati.

PRIMA DOMANDA. Quando potremo risentire beneficamente dei sacrifici, ovvero con una sostanziale riduzione delle tasse sborsate per la raccolta rifiuti dopo le promesse, sino ad oggi risultate vane, sbandierate ai quattro venti all’avvio della raccolta differenziata?

Per ora anche in tale settore si sono dovuti subire solo imponenti salassi a fronte di un servizio modesto o comunque non equiparato a quanto si sborsa. Raccogliere separatamente i rifiuti presuppone anche un ritorno economico per chi gestisce tale settore, questo credo sia indubitabile.

Resta da sapere quanto venga ricavato e come queste economie vengano utilizzate dal momento che non mi risulta siano devolute a un qualche risparmio sulle nostre bollette.

SECONDA DOMANDA. la tassa sui cosiddetti “servizi indivisibili”. Di essi non ho trovato sinora un elenco dettagliato e completo ma solo brandelli o accenni tanto modesti e limitati da inquietare anche il più disponibile contribuente.

Sarebbe importante e onesto conoscere con precisione perché si paga, magari insieme agli F24 così accurati e puntuali spediti a ciascun cittadino. Ci si aspetta, vista l’entità non trascurabile del balzello, di veder utilizzati questi fondi in maniera tangibile, concreta, attraverso migliorie, bonifiche e perfezionamenti dell’assetto urbano tali da poter essere apprezzate con lampante evidenza da tutti.

Mi auguro che tra i “servizi indivisibili” siano compresi anche la pulitura dei tombini stradali che dovrebbero ricevere e convogliare nella rete fognaria le acque piovane da strade e marciapiedi. Un buon 60% di essi è intasato del tutto e molti altri stanno per diventarlo.

Ogni volta che piove si ricorre senza pudore a imprecare contro la natura o il Padreterno che ci inviano da un po’ di tempo in qua le “bombe d’acqua”. Una sorta di barzelletta alla quale bisogna credere per legge.

Tari
Tari

La realtà è un’altra, la stessa che ci porta all’emergenza assoluta con 5 cm di neve, che determina frane e smottamenti anche dove queste non erano la regola; che conduce a crolli e disgregamenti negli arredi urbani non solo vecchi o antichi ma, quel che è peggio, anche in strutture più recenti (sorvoliamo sull’abominevole ecomostro/ospedale San Jacopo, che rappresenta un caso studio a sé stante, non solo di mala amministrazione e spreco economico, ma anche di inefficienza e non funzionalità progettuale/esecutiva, al punto che piove nei reparti vedi qui e quin.d.r.) strutture che, come per i tombini, necessitano di una manutenzione che non si intravede nemmeno all’orizzonte, basta guardarsi intorno.

Chi ha costruito fogne, edifici, linee ferroviarie e stradali, ponti, canali, aiole, viali, marciapiedi ecc. lo ha fatto con ingegno e lungimiranza ma certamente non pensava che tali opere potessero durare in eterno.

Gli stessi autori, si sono illusi che qualcuno, dopo di loro, la gente si prendesse cura di quanto ereditato. Invece, allo stato dei fatti, ci siamo accontentati di utilizzare ciò che le generazioni precedenti ci hanno lasciato senza pensare in alcun modo alla conservazione efficiente e decorosa di strutture dalle quali dipende la nostra vita e la nostra immagine di civiltà.

Osservo spesso le cartoline di Pistoia dei primi anni del Novecento, dove angoli cittadini e scorci di vita appaiono in bianco e nero. In esse si coglie molta miseria, è vero, ma ciascuna è intrisa e profuma ancora di quel senso che oggi manca sia in noi cittadini, sia in coloro che ci amministrano: la passione per il frutto del lavoro dell’uomo e la palese e giustificata fierezza con la quale la città si mostrava al resto del Paese.

In comune con quegli scatti, forse rimane oggi solo la miseria più avvilente, quella morale.

Fiore Di Monozzo

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