CHISSÀ PERCHÉ i politici diventano esseri umani, con le loro sensazioni, i loro sentimenti e le loro sincere esternazioni quando devono fare valigia.
Ce ne offre una breve, ma esaustiva sintesi, il Presidente della Provincia di Pistoia, Federica Fratoni, che è costretta ad accettare la morte legale della Provincia, ma denuncia apertamente lo stato di “vacatio” che si verrà a determinare nel caotico e incomprensibile passaggio di funzioni dalla Provincia, alcune delegate ai Comuni, altre alle Regioni.
Pensiamo di interpretare il suo pensiero se diciamo che non le Province andavano soppresse, ma quei carrozzoni vergognosi che si chiamano Regioni.
Se è vero, come è vero, che l’Ente Regione è diventato una holding politico-finanziaria e se è vero, come è vero, che tutte le Regioni che compongono il nostro territorio nazionale sono inquisite dalla magistratura inquirente e da quella contabile, una domanda sorge spontanea: perché eliminare le Province, enti intermedi di gestione del territorio e riferimenti “fisici” per il cittadino normale e ingrossare, al contrario, le Regioni, ricettacoli di tutto, di più e di peggio?
La risposta-non risposta è lo snellimento della burocrazia ed il risparmio che da questi enti soppressi deriverà. Permetteteci di dubitarne, anzi, permetteteci di dire, che questa maledetta “globalizzazione”, che da politica diventa finanziaria e viceversa, produrrà frutti ancor peggiori di quelli che siamo costretti a subire.
La politica è divenuta la prima fabbrica d’Italia con una piccola differenza: la fabbrica, l’impresa e qualsiasi iniziativa privata rischiano in proprio, la politica non rischia niente, si incancrenisce e si satolla nei suoi aspetti di corruttela perché l’aumento di capitale siamo noi e le nostre tasche. Nessun rischio e sicuro guadagno per chi dentro “ci sguazza”.
Quello che amareggia è che il cittadino si sentirà ancora più lontano dai centri politici del potere e dalle decisioni che già oggi, attraverso le consociate – a partire dai Comuni –, sfuggono di fatto al controllo civile ed appaiono solo quando lo scandalo è esploso.
Torniamo sempre al punto di inizio: questa globalizzazione politica e, purtroppo, delle coscienze, ci sta rendendo carne da sfruttare e disarmati oggetti del volere dei pochi. I ludi cartacei chiamati elezioni, ovvero la scelta di coloro che dovrebbero rappresentare noi e i nostri interessi, sono divenuti lo strumento per far credere alla gente di contare ancora qualcosa solo mettendo una crocetta su un simbolo ed alimentare quella guerra fra poveri che ci ha ridotti allo stato attuale e che viene premeditatamente alimentata in prossimità delle scadenze elettorali.
È proprio vero: “il popolo non ama né il vero né il semplice: ama il romanzo e il ciarlatano”.
Giratevi attorno e divertitevi perché in Italia la scelta è enorme e variegata e nessuno è costretto a rendere conto al popolo sovrano, che, come diceva Trilussa: “Sovrano come er popolo sovrano | che viceversa nun commanna mai”.
Buona giornata!