PISTOIA. Appare inquietante, in quanto segno di una discriminazione ideologica e censoria da parte dell’attuale Amministrazione Comunale, la mancata concessione dell’Auditorium Terzani per lo svolgimento di un convegno dal titolo “I crimini fascisti in Jugoslavia e le foibe”, sulla vicenda del Confine Orientale nel corso del Novecento, a cui ogni 10 febbraio è dedicato il “Giorno del ricordo”.
Non interessa qui approfondire chi siano gli organizzatori (un’antica e meritoria istituzione culturale pistoiese) e quale sia l’orientamento della storica triestina invitata come relatrice dell’evento: in nome della libertà di pensiero ed espressione, sancita dall’art.21 della Costituzione, questo avrebbe avuto in ogni modo il diritto di svolgersi nell’auditorium Terzani, che, come si legge al Cap 3.5 della Carta dei Servizi della Biblioteca San Giorgio, è “destinato ad iniziative culturali e sociali quali presentazioni di libri, convegni, assemblee di associazioni … aventi finalità ricreativo culturali”, senza l’aggiunta di pregiudiziali ideologiche.
Ciò che ancor più sconcerta sono le motivazioni espresse dalla Direttrice della Biblioteca San Giorgio, con l’avallo del Dirigente del Servizio, per giustificare il proprio diniego.
Queste consisterebbero nella mancanza di un contraddittorio e nella data del convegno, il 7 febbraio, troppo vicina al “Giorno del ricordo”: due argomenti privi di fondamento normativo sia nei regolamenti attuativi dello Statuto del Comune di Pistoia, sia nella carta dei servizi della Biblioteca San Giorgio.
Appare ovvio, innanzitutto, che una conferenza dedicata alla complessa e lunga vicenda in cui si collocano le foibe si svolga proprio in concomitanza con la giornata ad esse dedicata.
È proprio in questa occasione che, in assenza di una memoria condivisa, si intensifica il dibattito storiografico su quanto è avvenuto sul Confine Orientale, in particolare nel 1945, quando, dopo aver assunto il controllo sull’area giuliana, le autorità comuniste jugoslave applicarono misure repressive, a cui viene comunemente dato il nome di “foibe”, nei confronti dei residenti di nazionalità italiana, sia legati al precedente regime fascista, sia oppositori del regime comunista.
Sgomberato il terreno da questa prima giustificazione, passiamo alla seconda: in occasione di conferenze, convegni o dibattiti tenutisi in Sala Terzani nel corso degli anni (anche per iniziativa di partiti politici), non c’è memoria della presenza programmata di una forma di contraddittorio, in onore di quella “par condicio” fra gli interlocutori, prescritta solo alle TV in occasione delle campagne elettorali.
Per di più, per la realizzazione del convegno di Casa Pound e Azione Studentesca intitolato “Esiste una cultura sovranista in Italia?”, che si è svolto lo scorso 2 novembre nella prestigiosa Sala Maggiore del Palazzo Comunale, destinata ad attività pubbliche e di rappresentanza (tanto che la sua concessione ad eventi privati è a discrezione del Gabinetto del Sindaco), non risulta che sia stata richiesta una pluralità di orientamenti politici sul tema trattato.
Di conseguenza, la mancata concessione dell’Auditorium Terzani al convegno organizzato dal Centro di Documentazione, la cui sede si trova all’interno della Biblioteca, non può non connotarsi come una forma di censura nei confronti di studiosi non allineati alla narrazione storica gradita alle forze politiche che oggi governano il Comune.
Ed è questa grave violazione della libertà costituzionale di manifestare il pensiero e di trasmettere le conoscenze senza incorrere in limitazioni da parte di chi esercita il potere — libertà che dobbiamo anche al sacrificio di tanti giovani pistoiesi- a metterci in stato di allerta e su cui invitiamo gli antifascisti a vigilare e a non rimanere in silenzio.
[anpi pistoia]
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