Stamattina stessa, 30 giugno, alle 7:47, la segreteria 3 della Procura di Genova mi ha inviato l’intero fascicolo scansionato in forma elettronica
In generale anche se non siamo giornalisti degni di Montanelli,
sappiamo perfettamente come raccogliere documenti e come fare indagini
ALDILÀ DI FUFFA E GOGNA
VI PAR VERO OD È MENZOGNA?
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A Pistoia se un magistrato della procura della repubblica chiede l’archiviazione di una tua denuncia, il Pm Tommaso Coletta, con la sua circolare interna di valorizzazione della legge 241/90, ti impedisce di accedere al fascicolo per controllare la regolarità della richiesta medesima: ne vieta il rilascio delle copie degli atti. Sempre, ovviamente, al fine di valorizzare – come dice Coletta – la legge 241/90.
Altrove – in questo caso a Genova – come potete vedere la Pm Maria Gabriella Marino chiede l’archiviazione di una mia denuncia ma scrive, contestualmente, «autorizza il rilascio di copia degli atti se richiesta».
Ve ne ho parlato proprio ieri in un articolo ragionato e argomentato a dovere.
Stamattina stessa, 30 giugno, alle 7:47, la segreteria 3 della procura di Genova mi ha inviato l’intero fascicolo scansionato in forma elettronica.
Come vedete, il magistrato ligure non pensa neppur lontanamente di voler valorizzare la L. 241/90 come invece orgogliosamente afferma il nostro Pm a Pistoia.
Poiché avevo richiesto la copia, nel giro di 2 giorni Genova ha risposto ed ha risposto senza tanti fronzoli assurdi: «autorizza il rilascio di copia degli atti se richiesta». Più veloce della luce.
Mi spiace non dover essere d’accordo con il dottor Coletta, ma questo suo modo di valorizzare la legge dell’accesso è, di fatto, una violazione del diritto di difesa; e come tale, anche un presumibile reato, stante il fatto che un Pm capo non può sbagliare sulla materia di sua competenza, per la quale riscuote il dovuto e non indifferente emolumento.
Se Coletta mi consente di utilizzare l’art. 21 della Costituzione, anche se sono un semplice e povero «cittadino privato» (come dice lui), io mi permetto di concludere – con una logica molto più rigorosa della sua – che a Pistoia la certezza del diritto non è garantita; quella, poi, del diritto alla difesa, men che mai.
- la negazione d’accesso al fascicolo Alessandro Galardini, richiesto dal luogotenente Sandro Mancini e immediatamente negato da Coletta;
- le negazione del diritto di difesa perpetrato dal duo De Gaudio-Serranti nel processo Lara Turelli, costretta a presentarsi all’interrogatorio di garanzia (?) senza avere avuto a disposizione tutte le copie di tutte le carte che la riguardavano;
- la negazione d’accesso con estrazione di copia per un fascicolo che riguarda sia me che Alessandro Romiti, solo perché il Pm si arroga il diritto (questo è ciò che emerge dagli atti e dalle dichiarazioni) di valorizzare la legge dell’accesso – negando, però, gli accessi agli aventi diritto.
La conclusione è sotto gli occhi di tutti, ma tutti tacciono. Ecco perché Pistoia è, e resta, una muffosa Sarcofago City.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Coletta & C. possono dire quello che vogliono, ma io, personalmente, ci andrei cauto a slstenere a spada tratta che «Linea Libera» è stampa clandestina…
I clandestini veri sono tutti a Vicofaro, non è vero sostituto Curreli?