spippolate, fratres! STASERA A MONTALE NUOVA INTERPELLANZA SUL “CARBONIZZO GATE”

Banco di prova per la femminista: amerà davvero Betti come se stessa?

BETTI TACE, MA L’AGNESE
PERCHÉ MAI CON LUI È CORTESE?


«A ciascuno il proprio elmo» disse fiero il prode Anselmo

 

MONTALE. Qualcosa non torna nella storia del Carbonizzo. L’opposizione montalese ha la sensazione che quell’area doveva diventare edificabile a prescindere dagli indirizzi del Piano Strutturale e dalla saturazione demografica dell’area.

Senza la riduzione dei volumi e, di conseguenza di abitanti, dell’area dell’ex carbonizzo, le due aree non sarebbero potute coesistere, avrebbero superato le previsioni previste in quell’UTOE.

Insomma il centrodestra non lascia la presa e torna all’attacco di Betti e della sua Armata Brancaleone, guardata, in retroguardia, dagli occhi di Cerbero della capAgruppA Agnese Pippolini, con la sua ossessione del maschio oppressore, in questo caso ben rappresentato da don Ferdinando, l’Uomo che sapeva troppo (1956), ma che, come Greganti, forse, pur sapendo, non aveva alcuna intenzione di parlare.

Stasera, quando il gruppo del PoDere – di cui l’alfierA Agnese non va a morire, ma va comunque in difesa (o come fa a difendere tutte queste cose… da maschi?) – sarà costretto ad ascoltare tutte le riflessioni di Franco Vannucci, Lorenzo Bandinelli, Giulia Meoni e Alberto Fedi riguardo alla fortunosa vicenda del Carbonizzo.

E mentre il suo avversario n. 1, il suo diavolo maschilista Ferdinando, farà finta di stare a sentire il consigliere di turno che spiega con raziocinio per quali motivi è impossibile che chi ha fatto l’operazione atterraggio (di fortuna) non sapesse assolutamente di come si sarebbero svolte le cose nei mesi successivi alle compravendite a peso d’oro; la Pippolini dal viril carattere, e con in capo non l’elmo di Atena, ma il fazzoletto di chi pulisce e spolvera, provi a chiedere a Betti anche questo: se è vero che tuttora – come risulta a questo giornale («di merda», dice la Dardanelli) – il troiaio della buvette in comune continua ancora “a tutta rabnda” per almeno tre volte ogni mattina, alla faccia del popolo bue.

Vive la Marianne!

Lo chieda anche alla segretaria, l dottoressa D’Amico che, per facilitare gli atti della commissione di disciplina, ci riferiscono (è vero?) che abbia fatto un accordo con un comune della Romagna: così, se c’è da sentire un dipendente in stato di accusa, o si va in gita al Papeete, oppure si fa venire i romagnoli a Montale e si mettono a dormire nella Smilea ospitandoli per tre giorni; colazione in camera o assicurata alla buvette del Betti.

Monta-lesi (= gente di Montale lesa nei diritti e presa per i fondelli dai compagni progressisti), andate al con[s]iglio, stasera. È sempre educativo vedere come certe Marianne rivoluzionarie alla fine s’accoccolano ai piedi del maschio prevaricatore, novello Bonaparte, empereur des français.

Buon divertimento!

PS – Per i supercolti della scuola della Fedeli e del pensiero unico, la “vergine cuccia” è una espressione per indicare uno/a cucciolo/a in un poema (Il giorno) di un autore della letteratura italiana non più conosciuto perché  quasi sicuramente fascista e demodé. Tutte le letture messe all’indice sono state rimpiazzate da Facebook, Twitter e Instagram (si dura meno fatica a insultare…).

e.b.
[direttore@linealibera.it]
Non si tira su l’acqua dal pozzo con un paniere!


L’INTERPELLANZA
DEL CENTRODESTRA

Alla Presidente del Consiglio Comunale di Montale
Signora Federica Sciré
Al signor Sindaco del Comune di Montale
Signor Ferdinando Betti
Montale 16//11/2019

INTERPELLANZA avente come oggetto: Richiesta di ulteriori chiarimenti in merito all’area di atterraggio AA.1 di via Don Verità.

PREMESSO

– nel Consiglio comunale del 23 ottobre scorso abbiamo presentato una interpellanza con la quale, tra altro, abbiamo sollevato dubbi circa la coerenza con gli indirizzi presenti nella variante n° 1 del Piano Strutturale in merito alla scelta di prevedere un’area di atterraggio nell’UTOE 1, in via Don Verità

CONSIDERATO

– che tale area fu inserita nel territorio urbanizzato accogliendo una osservazione alla variante del Piano Strutturale presentata dalla Misericordia di Pistoia, che è proprietaria di gran parte dell’area di cui stiamo discutendo, (Osservazione n° 4 prot. 4060 del 5 marzo 2014), con la quale chiedeva che il terreno di sua proprietà prospiciente a Via don Verità fosse inserito nell’insediamento urbano ”con l’indice che l’Amministrazione riterrà di attribuire avendo riferimento alle tipologie costruttive della zona, al fine del completamento dell’area edificata del comparto fra via Risorgimento, via Gramsci e la recente Via Don Verità”.

– che tale richiesta fu accolta dall’allora Amministrazione di centro destra, con il seguente parere:

“L’area in oggetto è adiacente al sistema insediativo, è pianeggiante, è racchiusa tra la viabilità esistente e le aree di pertinenza di fabbricati esistenti e non presenta particolari criticità. Poiché essa può utilmente contribuire ad un miglioramento degli assetti insediativi, anche con dotazioni di spazi ed attrezzature di interesse pubblico, si ritiene che la proposta possa essere accolta chiarendo comunque che la sua inclusione nel sistema insediativo non predetermina alcun diritto edificatorio”

– che tale parere è coerente con gli indirizzi previsti per l’UTOE 1 nella Variante n° 1 al PS, in particolare con quanto prevede l’articolo 61 della Disciplina del Piano.

RICORDATO

– che, come chiaramente riportato nella sentenza 1090/2016 del TAR della Toscana, “nella gerarchia delle fonti regolanti la disciplina di pianificazione del territorio non può porsi in dubbio la prevalenza del Piano strutturale sul Piano operativo essendo il primo strumento di indirizzo programmatico che detta le linee generali e i principi ispiratori della pianificazione urbanistica comunale”, mentre il secondo, come riportato al comma 1 dell’art. 95 della L.R. 65/2014, “ in conformità al Piano strutturale,il Piano Operativo disciplina l’attività urbanistica ed edilizia per l’intero territorio comunale …”

 – che, di conseguenza, il Piano Strutturale ha il compito di dare indirizzi per la futura gestione del territorio ed il POC invece è lo strumento urbanistico operativo che attua gli indirizzi del Piano Strutturale.

VISTO

– che il vecchio PS, prima delle Variante n° 1, ammetteva, per Fognano, nuove edificazioni sia nelle aree a ciò predisposte dal Regolamento Urbanistico allora vigente sia ulteriori nuove edificazioni finalizzate al riordino urbanistico al fine di un più compiuto assetto dell’edificato esistente.

– che la Variante è molto più restrittiva e definita, e non da adito a interpretazioni diverse da quelle riportate, in quanto all’art. 61 della Disciplina del Piano, si legge, tra altro, che, per Fognano e Tobbiana, il PS “mira a consolidare la presenza abitativa nel territorio rurale e nei centri minori della collina puntando sul recupero edilizio e, a Tobbiana e Fognano, su limitati e mirati interventi di riuso di edifici produttivi dismessi o in via di dismissione associati, ove necessario, al recupero di situazioni di degrado al contorno”.

che, come chiaramente riportato nella sentenza del TAR della Campania n° 2467/2006, “il significato proprio dell’espressione “ al contorno” coincide evidentemente con l’aggettivo “circostanti”, per cui la frase sopra riportata si deve intendere come “……su limitati e mirati interventi di riuso di edifici produttivi dismessi o in via di dismissione associati, ove necessario, al recupero di situazioni di degrado (nelle aree ad essi) circostanti”.

EVIDENZIATO

– che, di conseguenza, e secondo il nostro parere, la previsione di un’area di atterraggio in Via don Verità è in palese contrasto con gli indirizzi del Piano Strutturale in quanto l’indirizzo dettato dall’art. 61 della Disciplina del Piano non permette di poter prevedere nell’UTOE 1 di Fognano un’area di atterraggio di 4672 mq con un SUL di 1600 mq.

RICORDATO

– che il Sindaco, nella seduta consiliare del 23 ottobre scorso, rispondendo alla nostra interpellanza, in merito al rapporto tra scelta di istituire un’area di atterraggio in via Don Verità e gli indirizzi dettati dall’articolo 61 della Disciplina del Piano, ha detto:

È proprio nel rispetto di questo punto del PS che quell’area, come altre aree, è stata individuata come area di atterraggio per il trasferimento di volumi edili al fine di favorire interventi di recupero e di riqualificazione”.

CONSIDERATO

– che non riusciamo a capire come sia possibile, nel rispetto di quanto riportato dall’artico 61 della Disciplina del Piano, poter individuare come area di atterraggio il terreno prospiciente Via Don Verità, “per il trasferimento di volumi edili al fine di favorire interventi di recupero e di riqualificazione” quando, secondo il nostro giudizio, quanto riportato dall’art. 61 della Disciplina del Piano si riferisce al recupero di situazioni di degrado delle aree circostanti agli edifici dismessi o in via di dismissione oggetto degli “ interventi di riuso” e non alla previsione di un’area di atterraggio di di 4672 mq, con 1600 mq di SUL su cui trasferire “volumi edili, al fine di favorire interventi di recupero e riqualificazione” di aree che potrebbero trovarsi a Montale o, addirittura, a Stazione.

INTERPELLIAMO il Signor Sindaco,

– per avere dettagliate chiarimenti riguardo su quanto ha dichiarato nel corso del Consiglio comunale del 23 ottobre in merito alla scelta di prevedere nell’area di Via don Verità un’area di atterraggio;

– per sapere se, una una volta constatato che le previsioni del POC per tale area non sono conformi a quelle dettate dalla variante n° 1 del Piano strutturale, non ritenga opportuno un intervento in autotutela volto ad annullare e/o a modificare la destinazione urbanistica dell’area oggetto di questa interpellanza.

Gruppo Consiliare Centro Destra per Montale
Vannucci Franco – Bandinelli Lorenzo

Meoni Giulia – Fedi Alberto

Scarica l’interpellanza del centrodestra


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