SPORT. PRESIDENTE: AUTORITARIO O AUTOREVOLE?

Presidente... dittatore
Presidente… dittatore

PISTOIA. Presidente “padre-padrone” o presidente democratico? Chi se ne intende, ha sempre sostenuto che nelle società sportive non può decidere un consiglio pletorico: a scegliere deve essere uno solo, il massimo dirigente, magari dopo aver ascoltato il parere dell’assemblea. Però deve decidere uno e uno soltanto.

E dove falliscono oggi i sodalizi sportivi? Nel fingersi democratici, laddove di democrazia manco a parlarne. Vince, anzi stravince l’ipocrisia: il “reuccio” di turno, dirigente spesso esperto, ma egocentrico, con forte, fortissima carica autoreferenziale organizza il club con un bel consiglio, anche ricco di personalità, di gente importante, che potrebbe aiutarlo a crescere veramente, fa finta di farlo contare, spilla soldi ed energie dai componenti del suddetto e poi fa come gli pare.

Non prima di aver sottolineato più volte “decidete voi, non dite che sono io a scegliere, non sarebbe giusto, esprimete le vostre opinioni, sono pronto a seguire le vostre indicazioni, ecc.”.

Niente di più falso. Succede ai massimi livelli, accade in provincia e non si comprende se il furbone di turno ci fa o ci sia. Al 99%, ci fa. Sfrutta il lavoro altrui per farsi bello, per apparire, per imporsi, per guadagnarci. Perché, sovente, si va a parare proprio lì, ai soldi. L’ingordigia del potere.

E allora quale soluzione? Un presidente, un massimo dirigente decisionista, che sa prendersi le proprie responsabilità, nel bene e nel male, che qualora deleghi lo faccia davvero e non recitando una parte.

Un presidente onesto, che non lo sbandieri ai quattro venti, ma se lo faccia riconoscere dagli altri, autorevole, ma non autoritario. Diffidate sempre di chi si descrive come il migliore, di chi si autoincensa.

Chi si loda, s’imbroda, asserivano i nostri vecchi, saggiamente: non c’è massima più riuscita di questa, ne converrete.

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