PISTOIA. Egregio sig. Mirri,
nel ringraziarla per l’attenzione prestatami, non posso fare altrettanto per quanto cita a discredito della mia analisi e a supporto dei suoi convincimenti, legittimi almeno quanto i miei.
Non sono un giornalista, è vero, ma nemmeno un imbecille: sono un semplice uomo di campagna abituato a vedere, di ogni cosa, gli aspetti più concreti, evidenti e logici come la natura mi ha insegnato a fare da sempre.
Non si tratta di nutrire disprezzo verso il blues, come lei vuol far credere o come male ha interpretato (ho citato appunto il blues di Porretta non per critiche malevole, ma per lodare l’operato degli organizzatori).
Intendevo e intendo invece mettere in evidenza una pessima gestione della kermesse dal punto di vista logistico. Evidentemente in altre città vicine la mia “ipocrisia” e il mio “perbenismo” risultano assai più diffusi e apprezzati viste le collocazioni destinate a manifestazioni del genere, collocazioni non tese a screditare l’arte, ci mancherebbe, ma a salvaguardare, nel migliore dei modi, un patrimonio di tutti, anche di coloro che non amano il blues ma che ambiscono a conservare la loro città cui contribuiscono di tasca propria.
La portata culturale dell’evento non la decido io o lei, caro Mirri, ma gli esperti dell’argomento che sottolineano, o tralasciano di farlo, spettacoli più o meno rilevanti e la critica non è roba né per gente di campagna come me né per sostenitori tout court del festival come sembra essere lei.
I media hanno la loro importanza, eccome, da essi dipende, piaccia o non piaccia la visibilità della città nel mondo e, di riflesso, il suo turismo e la sua economia. Infischiamoci di quello che dicono o meglio che non dicono di noi e rimarremo stabilmente, come accaduto sinora, nell’anonimato totale. Se questo è il nostro obiettivo lo abbiamo centrato da tempo.
Non credo che la reliquia del Santo, già provvista di autorevoli difensori e sulla quale nutre dubbi, sia stata infastidita dai “rumorosi rocchettari”, ma penso invece che l’alto livello dei suoni sparati in ogni direzione, senza economia, sia piuttosto un rischio, poco calcolato o sottovalutato, per gli orpelli antichi e delicati di cui la piazza è costellata. Da qui la proposta, che la ha scandalizzata, di portare il blues allo stadio (vedi Firenze ove, per simili spettacoli, non è nemmeno ipotizzabile piazza Signoria).
Non è la prima volta che su questo giornale viene invocata in proposito una visita dell’Unesco, cui sta a cuore il patrimonio artistico e storico mondiale di cui anche Pistoia fa parte. Ribadisco la proposta e la invito a sostenere, dinanzi all’eventuale dotto sopralluogo, le sue teorie, magari supportandole con argomenti più convincenti di quelli che la “piccineria mentale” attribuita al sottoscritto è stata capace di partorire.
I bagni chimici che non erano poi così sporadici, una quindicina al lato del Tribunale e altri 7 o 8 lungo la parete del Duomo, non hanno offeso la “sfilata storica”, già di per sé un obbrobrio, ma l’insieme di una piazza della quale probabilmente lei non ha cognizione adeguata, sia dal punto di vista artistico sia da quello della tutela di beni comunitari rari e per questo tanto preziosi.
Le ricordo, inoltre, che oltre al carico non indifferente delle tribune, con la loro folla di spettatori, i bilici che percorrono, non solo in occasione del luglio, il selciato, hanno pesi, a pieno carico che vanno da 250 a 350/400 quintali a fronte dei 30 quintali dei Fiat Ducato degli ambulanti del mercato.
Quella del mercato, visto che la storia non le interessa, è una tradizione ben più antica del blues, della sfilata e della giostra. Ad essa è legata l’economia, non di qualche giorno, ma di tutto l’anno, sia degli ambulanti che della città intera. Mi preme inoltre puntualizzare come il suo fiuto, o la smodata veemenza oratoria, l’abbiano radicalmente messa fuoristrada nel tirare in ballo la figura che induce al rammarico, al rimpianto e alla infelicità di “zitelle inacidite” delle quali rappresento l’antitesi sotto ogni punto di vista, anche se non debbo dimostrarlo a lei.
Pubblicare “questa roba” ovvero semplici e giustificate opinioni fa parte del ruolo democratico che ogni quotidiano, sia esso online oppure no, deve svolgere. La libera circolazione delle idee è il fondamento della conoscenza e dell’emancipazione dell’uomo: altro che tristezza, capziosità e malafade solo perché qualcuno non la pensa come lei.
Il confronto, caro Mirri, è l’anima delle democrazie: se ne faccia una ragione. I motivi anagrafici in cui confida, nella speranza che riducano il popolo dei dissidenti, non mi spaventano per nulla, debbo confessarle infatti che, dopo questa conversazione, sono più che mai convinto che la vecchiaia non sia poi così male, considerando, alla luce dei fatti, quanto ci offrano le alternative anagraficamente meno avanzate che non invidio per niente…
[*] – Lettore, ospite
Vedi anche: Povera Piazza del Duomo, martoriata e offesa nel silenzio di tutti
Buongiorno Sig. Di Monozzo,
sono veramente lusingato: pubblico un semplice commento e mi ritirovo addiritrura un articolo in risposta. Solo una piccola premessa: io non ho scritto da nessuna parte che lei è un imbecille.
Ero tentato se rispondere o meno ma visto che lei scrive un articolo un articoilo citandomi per nome, allora mi pare che una replica veloce sia dovuta.
Come lei stesso ha scritto “La portata culturale dell’evento non la decido io o lei”. Rimane il fatto che io continuo a considerare le sue argomentazione frutto di una mentalità assai ristretta: il confronto, come dice lei, è anima delle democrazie. Lei è liberissimo di sostenere che il Blues dovrebbe essere spostato in Piazza Opplà argomentando come le pare, io sono libero di rispondere che le trovo stupidaggini.
Cordiali saluti
Giovanni Mirri
(Ovviamente “Piazza Oppllà” con due P era iornico – “Spostiamo il blues in Piazza Opplà!” come si trattasse di una festa o sagra locale – ma mi è stato suggerito di specificarlo, casomai non mi si dicesse che non conosco i nomi delle piazze della mia città ).
FIORE DI MONOZZO risponde: Egregio Sig. Mirri
Fermo restando il diritto sacrosanto di pensarla come le pare quando si bollano sbrigativamente come “stupidaggini” gli argomenti numerosi e circostanziati di qualcuno bisognerebbe supportare la propria, legittima, opinione con altrettanti argomenti dettagliati, logici, verificabili e soprattutto sostenibili in qualsiasi sede in maniera da poter esporre i propri convincimenti al confronto, alla approvazione o al dissenso di chi ascolta. Spesso anche chi ha una mentalità cosiddetta aperta è disponibile ad accettare solo le proprie posizioni e pronto ad irrigidirsi e chiudersi verso chi la pensa diversamente. Certamente ciascuno può fare a meno del pensiero degli altri ma sono gli altri che possono aiutare nel compito più laborioso, quello di riflettere …, cosa molto più difficile che giudicare.
Ricambio cordialmente i suoi saluti.
Fiore Di Monozzo
Credo che se ci sono dei problemi si possano risolvere senza spostare tutto da un’altra parte, in fondo la commistione di musica e storia è una specie di marchio di fabbrica del festival e servono buone ragioni per rinunciarci.
La musica danneggia gli edifici? Un’impressione non basta, serve qualche prova, così sono solo discorsi da nulla e non certo una buona argomentazione.
I lastroni della piazza si rovinano? E quanto costeranno rispetto alla visibilità fornita alla città è al turismo raccolto?
I bagni chimici sono pessimi? E miglioriamoli per renderli più compatibili con il contesto.
FIORE DI MONOZZO scrive: Musica e storia possono convivere, ne sono certo anch’io, ma non quando si supera la pericolosa soglia oltre la quale si può parlare di inquinamento acustico. La legge n.447 del 26/10/1995 conferisce ai Sindaci dei Comuni il potere di emettere delle ordinanze allo scopo di arginare l’inquinamento acustico, che è così definito: “l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi“ La legge si pone anche a tutela dei monumenti solo per sfizio o perché esistono effettivamente dei rischi? La mia è qualcosa di più di una impressione oppure chi ha fatto la legge è un rimbambito, di vedute ristrette, teso a seminare panico?
A proposito di dotte argomentazioni in materia provate a leggere cosa dice in proposito Salvatore Settis, autorevole archeologo che ha diretto la Scuola Normale di Pisa fino al 2010. Egli non manifesta opinioni, quelle, per quanto possono valere sono le nostre, i suoi sono giudizi qualificati se non altro da considerare seriamente. Sarebbe utile, inoltre, vedere quanto ha raccolto la città e quanto ci ha rimesso in termini di entrate e di uscite, durante le serate effettuate. I bilanci sarebbero assai interessanti e chiarificatori opportunamente relazionati, s’intende, alla visibilità ottenuta (assai modesta), al numero delle presenze turistiche e alle economie che questo ha o avrebbe impinguato. Se qualcuno ha avuto occasione di vedere questi bilanci e li mostrasse le saremmo, da contribuenti, grati oltremodo. Anche un preventivo sui lavori di ristrutturazione della piazza, che a breve diverranno inderogabili, visto il rapido, indecoroso, deterioramento, ci aiuterebbe a valutare se merita continuare sulla strada intrapresa. A proposito di argomenti e argomentazioni migliorare quegli stridenti bagni chimici per renderli compatibili con il contesto si può? Sul tema sono senza argomenti salvo toglierli di mezzo. Sentiamo una proposta concreta, qualche prova, altrimenti, così sono solo discorsi da nulla. Ringrazio per l’ospitalità e cordialmente saluto.
Lei parla un pò troppo e non ho tempo di risponderle, cmq riguardo l’inquinamento acustico continua a mancare il punto: sono anni che c’è il festival, sono stati rilevati dei danni a causa del rumore?
FIORE DI MONOZZO:
Ognuno parla come e quanto vuole purché ovviamente rimanga nei limiti del senso civico: quindi credo che debba sopportarmi o, in alternativa non leggere quello che scrivo. Sono anni che c’è il festival è vero ma qualcuno ha mai verificato il livello dei decibel diffusi senza economia? Qualcuno ha controllato, con scrupolo come dice la legge, se superano o meno la soglia di attenzione? Il punto, dice lei manca, e mancherà sempre aggiungo io, se non si demanda a qualcuno, specializzato ovviamente, il compito di fare controlli seri, qualificati e naturalmente obiettivi che sgombrerebbero il campo da dubbi e polemiche almeno per ciò che riguarda questo aspetto … Non si tratta di pignoleria ma solo di seguire, una volta tanto, i codici.
Caro Fiore… la discussione da te proposta è per nulla banale e scontata e io ero allegramente intervenuto nell’altro tuo topic sul medesimo argomento, con l’intento di aiutare una persona evidentemente bisognosa, a ritrovare il senso delle proporzioni (e della grammatica)se non proprio la misura della propria insignificanza e limitatezza rispetto al resto del mondo. Ma haimè! Non c’è nulla da fare. L’unica considerazione che mi sento di fare è che il web rappresenta davvero una grandissima rivoluzione democratica: concede a tutti quanti, imbecilli o meno che siano, di conquistarsi 30 secondi di celebrità. Io naturalmente mi metto tra gli imbecilli, anche perchè non potrei mai aspirare alle somme vette intellettive di Aristotele Mirri, che scambia un giornale on-line per un’arena e, naturalmente per limiti nostri, i lettori che dialogano tranquillamente di cose cittadine, in avversari da abbattere al grido di “onore o morte!”. Comunque sia…evviva Kim Jong Mirri!
Massimo Scalas
PS. riguardo all’uso che viene fatto di Piazza del Duomo, concordo pienamente con quanto, non tu, ma le tue foto dimostrano: un mese di cialtroneria fatta di cessi chimici a gogo, pisciate di rito sui muri, tribune che gridano vendetta e pietre esistenti da molto prima della nascita del nostro Heineken Mirri, che si sciupano ogni anno di più…volete sapere a Salisburgo cosa fanno in Piazza del Duomo? Concerti di classica con gli spettatori che si accomodano su normali sedie su un solo livello, che lasciano i monumenti in bella vista. Fanno anche musica rock e varia, sempre all’aperto, sempre in città ma non nel centro storico. Con piena soddisfazione di turisti e cittadini ai quali, viene sempre garantito oltre al divertimento, il diritto a riposare in pace la notte…e poi ci si meraviglia se il centro si spopola…
Dimenticavo: visto che non siamo austriaci…blues allo stadio subito. Idem il mercato…avrà ragioni e tradizioni storiche, ma la verità è che lascia dietro di se un’immondezzaio e che comunque Piazza del Duomo viene “oscurata per due giorni alla settimana per bancarelle piene di cineserie varie.
Ho letto con molta attenzione l’intera discussione e vorrei spendere due parole.
Sono un’amante della musica ( molte volte ho assistito a bellissimi concerti organizzati in occasione del Pistoia Blues) e lavoro con molte difficioltà e scarsi guadagni nel settore dei beni culturali, quindi mi pare di riassumere le due anime della conversazione.
Sullo spostare il blues allo stadio che dire? Sicuramente potrebbe essere positivo in quanto un maggior numero di persone potrebbe assistere ai concerti e i volumi potrebbero essere tenuti un po’ più alti, però si perderebbe anche uno scenario meraviglioso (forse un giusto prezzo da pagare per la tutela dei nostri monumenti).
E’ vero, probabilmente l’inquinamento acustico non fa benissimo alla piazza del duomo (non sono esperta in materia e lascio volentieri la parola a chi ne sa più di me), ma posso però affermare senza ombra di dubbio che ci sono altre minacce ben più subdole e pericolose alle quali molti di noi non pensano. Mi riferisco in particolare ai gas di scarico delle nostre autovetture che transitano ahimè vicinissime all’area della piazza. Durante il mercato settimanale che ha un valore storico indiscutibile, essendo più che millenario, moltissimi furgoncini, pur non avendo un carico pesante come quello degli autotreni che trasportano le attrezzature per il montaggio del palco, rilasciano i loro gas di scarico letteralmente davanti al duomo, battistero, palazzo del comune etc (due volte la settimana, tutti i mesi).
Mi si permetta inoltre di dire che ci sono monumenti e angoli della nostra città che non rivestono certo minor valore della piazza del Duomo, ma per i quali, ahimé, non ho visto lo stesso coinvolgimento e la stessa indignazione che ogni anno si solleva contro il Pistoia Blues. Perché non leviamo la nostra protesta anche contro il fatto che tantissime auto, moto, motorini, furgoncini etc etc passano quotidianamente, a tutte le ore del giorno e della notte, vicinissimi al fregio dell’Ospedale del Ceppo? Forse perché è più facile protestare per una manifestazione che crea un po’ di scomodo in città piuttosto che rinunciare qualche volta a prendere la macchina e andare a piedi?
Perché non siamo altrettanto coinvolti per il fatto che la chiesa di San Lorenzo, che custodisce affreschi bellissimi, sia completamente abbandonata a se stessa e che ormai la sua rovina sia irrimediabile?
Perché, invece di chiedere sempre agli enti che non hanno un soldo per occuparsi dei beni culturali non siamo noi i primi a preoccuparci della loro tutela e del loro rispetto?
Infine, voglio spezzare una lancia a favore dei wc chimici. E’ vero, son brutti come il peccato. Però io ancora mi ricordo che non molti anni fa, proprio attaccata al fianco del duomo, lato Ripa del Sale, c’era un’orribile e maleodorante serie di vespasiani, che non mi pare facesse tanta più figura!!! E, aggiungerei anche, meglio centomila volte la plasticaccia colorata e antiestetica dei wc chimici dell’odore di urina umana che spesso si sente passando dai nostri vicoli (e che corrode anche i monumenti storici e macchia il marmo). Forse, per la salvezza dei nostri beni culturali, più che abolire o spostare il Pistoia blues, sarebbe più utile inculcare un maggior senso civico nella gente.
Buona sera Marta: Lei ha argomentato così educatamente che le dedico il concerto n.2 per violino ed orchestra di Brahms che ho il piacere di ascoltare mentre scrivo. Sono d’accordo su quasi tutto. Unico punto debole a mio parere è costituito dal dire: “perchè il Duomo si e le altre bellezze no” e non perchè non sia vero, ma perchè è sul blues e sull’effetto che ha sulla Piazza del Duomo che si sta discutendo ed è innegabile che ci siano criticità che non pare siano prese in considerazione dall’amministrazione pistoiese.(poi è sacrosanto che dovremmo tutelare anche il resto che è tanta roba…ma questo attiene alla sensibilità dei cittadini…che paiono assai poco interessati…) Diciamocela tutta: sino ad oggi ai signori non è mai passato per la testa che si possa anche fare diversamente, che si possa pure restare in Piazza del Duomo ma curando che l’impatto sia minore. Le assicuro che è possibile,se lo si volesse. Mi è capitato di assistere ad “eventi” paragonabili (purtroppo è vero…aver viaggiato molto induce ad una penosa esterofilia…)…le assicuro che non c’era l’ombra di bagni chimici messi lì in quel modo…io pessimisticamente dico che noi siamo quello che siamo, non riusciamo ad essere diversi, tanto vale spostare tutto allo stadio.
Buona serata.