storia di ordinaria burocrazia. LA VICENDA DI UN MONTANINO ALLE PRESE CON CONSORZI DI BONIFICA E ENTI VARI

Le case sotto il punto d’infiltrazione

 

PIAN DEGLI ONTANI. [M.F.] Un’infiltrazione di acqua in un terreno che nessuno sa dove va a finire.

Un proprietario, preoccupato per le abitazioni situate più in basso, che sollecita il variegato mondo degli enti pubblici: Unioni dei Comuni, Comuni, Regioni, Genio e Protezione Civile e, non potevano mancare, i Consorzi di Bonifica, per diagnosticare, chiarire e se necessario risolvere la situazione.

Una vicenda annosa che si trascina da quasi 10 anni, iniziata, pensate, quando in montagna c’era ancora la soppressa Comunità Montana.

Carte su carte, documenti, denunce, telefonate e mail a: “Uno nessuno e centomila”, tanti sono i rimpalli burocratici che il malcapitato di turno si trova ad affrontare nelle infinite e mutevoli stanze del “Castello di Kafka”, dove c’è sempre una giustificazione, un “però” o il più classico: “Provi a sentire il signor X”.

Un sopralluogo fatto da una comitiva di tecnici e politici, un numero di pratica telematica, ma nessuna relazione di quanto, forse, è stato accertato.

Un intervento stimano in 148 mila euro e successivamente corretto in 48 mila. E gli altri 100mila? Un taglio di “piante di alto fusto”, così identificate nei documenti, di max 8 cm di diametro.

Troppi enti e poca chiarezza. Anzi, punta!

Di seguito l’unica relazione esistente, la cronologia degli avvenimenti fatta dal diretto interessato: Flavio Ceccarelli di Pian degli Ontani.

La burocrazia il malessere degli italiani

SCRITTI SU SCRITTI, SILENZI, TUTTO NEL CESTINO, PER ACCENDERE IL FUOCO (O FORSE BUTTATO NEL SERCHIO)…

Con questo sono tre anni che non pago più i bollettini al Consorzio 1 Toscana Nord, perché quello che pago, viene usato solo per tenere in piedi un carrozzone, o meglio tanti carrozzoni nei quali regna la massima inefficienza e con ragioni sociali che chiudono e altre che si rigenerano con altri nomi ma con gli stessi livelli di inefficienza.

Queste le affermazioni sostenute da fatti che mi permettono di scrivere quanto di seguito.

Nei primi giorni di gennaio 2010 dopo aver visto una locandina affissa in tutte le attività commerciali del Comune di Cutigliano a seguito di intense precipitazioni che avevano causato danni sia in montagna che allagamenti soprattutto nella zona di Migliarino, segnalavo con lettera al Comune di Cutigliano una criticità per una infiltrazione di acqua in un terreno senza riuscire a vedere il luogo di uscita. Nella parte sottostante questa infiltrazione c’è una costruzione con 4 unità abitative, in località La Motta, via delle Selvi Vecchie frazione del paese di Pian degli Ontani.

In data 29 giugno 2010 ricevo dal Comune di Cutigliano una risposta nella quale viene fatto presente che non ci sarà nessuna erogazione economica perché non ci sono danni e la criticità viene segnalata alla Protezione Civile.

Ne parlo con un geologo, mi fa presente che il Comune lo scritto non lo doveva inviare alla Protezione Civile ma ad un ente bonifica o a una Comunità Montana per un sopralluogo per fare le dovute verifiche. La Protezione Civile interviene a seguito di una calamità e non ha nessuna competenza su accertamenti che devono essere fatti per evitare possibili smottamenti e frane causati da infiltrazioni.

Il fosso senz’acqua

Il 21 luglio 2010 vado con la lettera in Comunità Montana Appennino Pistoiese a San Marcello, ma il tecnico con il quale parlo non vuole prendere neppure una copia della lettera in quanto ci sono decine di segnalazioni analoghe.

A ottobre 2011 ricevo i nuovi bollettini da parte del Comprensorio di Bonifica n 4 “Valle del Serchio”; telefono e parlo con la dott.ssa Pamela Giani per manifestare il mio disappunto per quello che paghiamo senza avere risposte sulle criticità segnalate, o meglio che non c’è stato modo di segnalare. Mi fa presente che ci sono state altre segnalazioni fatte alla Comunità Montana ma mai segnalate alla Bonifica e mi anticipa una possibile data per un sopralluogo.

Il primo sopralluogo viene effettuato il 15 dicembre 2011, ma la valutazione è che è necessario farne un altro con dei geologi per verificare e valutare possibili interventi.

In data 8 marzo ricevo nuova mail dalla dott.ssa Giani nella quale mi scrive: “stiamo aggiornando il nostro sistema di segnalazione on-line per maggior trasparenza verso i cittadini e come sistema di gestione interno, vorrei inserire la sua segnalazione anche nel nostro sistema on-line”. Il giorno successivo mi collego al link segnalato e inserisco i seguenti dati: “infiltrazione acqua via Selvi Vecchie 40 – 68 – 51024 Cutigliano”. Il sistema attribuisce il numero di pratica 147.

Per quale ragione gli deve essere attribuito un numero di pratica se non per aprire un fascicolo nel quale inserire i documenti e le relazioni relative alla natura di quanto segnalato e alle iniziative da intraprendere? Nella sostanza tutte le foto, il video e i fogli riempiti durante il sopralluogo.

Il terreno interessato

Il 30 marzo 2012 c’è il nuovo sopralluogo, 7 o 8 persone, una comitiva, la dott.ssa Giani, geologi, geometri, accompagnatori e il Presidente dell’Unione dei Comuni della Media Valle del Serchio ed ex presidente della Comunità Montana dott. Nicola Boggi, il quale, credo, venne appositamente per rassicurarmi sull’efficienza e la serietà dell’ente che rappresentava, dopo che io in occasione del sopralluogo del 15 dicembre 2011 avevo manifestato il mio disappunto alla dott.ssa Giani sull’inefficienza della ex comunità Montana Appennino Pistoiese e su altri enti similari.

Fanno un accurato sopralluogo che dura un intero pomeriggio, centinaia di foto, uno dei geologi ha anche una telecamera per riprese video, dalla sorgente del ruscello al punto più in basso dove sono presenti tutta una serie di sorgenti, passando per il punto dell’infiltrazione fino ad oltre 300 metri più in basso.

Ispezionano tutto il terreno e individuano già i punti nei quali fare dei carotaggi nella parte sottostante l’infiltrazione dove posizionano dei picchetti e cercano di individuare anche i possibili passaggi per arrivarci con i mezzi meccanici.

Scrivono decine di pagine di appunti con piantine e ubicazione dei punti nei quali fare i carotaggi e valutano che i carotaggi e le infiltrazioni di acqua con l’aggiunta di colorante, per cercare di individuare il percorso sotterraneo: era il caso di farli tra maggio e giugno in un periodi di bassa piovosità.

Di detto sopralluogo non mi viene rilasciato nessun verbale né al momento del sopralluogo né successivamente.

Fosso e terreno circostante

Nel 2018, il 25 giugno non avendo più avuto notizie, dopo che ricevo nuovi bollettini di pagamento dal Consorzio 1 Toscana Nord, mando una mail alla dott.ssa Pamela Giani manifestandole il mio disappunto. Nella sua risposta mi conferma di ricordarsi del sopralluogo, ma non la specifica problematica tecnica. Mi segnala inoltre che dal 2014 la competenza è passata al consorzio 1 Toscana Nord e che il comune di Cutigliano è seguito con una convenzione dall’Unione dei Comuni Media Valle del Serchio e, che si confronterà con il Perito Agrario Alberto Gualtieri per darmi una risposta più circostanziata.

Non arriva nessuna risposta, mando altri scritti all’Unione de Comuni e alla dott.ssa Giani e mettendo per conoscenza anche la Regione Toscana Assessorato all’Ambiente e alla Difesa del Suolo e al Ministero dell’Ambiente, scrivendo sempre con insistenza di avere i verbali del sopralluogo del 30 marzo 2012.

Nei giorni successivi ricevo una telefonata dal Ministero dell’Ambiente che mi consiglia di inviare uno scritto indirizzato al Presidente dell’Unione dei Comuni, ente che eroga i servizi e nel caso non abbia risposte di sporgere denuncia da inviare anche alla Corte dei Conti. Invio lo scritto al dott. Patrizio Andreuccetti Sindaco del Comune di Borgo a Mozzano e presidente dell’Unione dei Comuni il 16 luglio 2018.

Nessuna risposta e neppure i verbali del sopralluogo del 30 marzo 2012.

Nei giorni successivi telefono in Regione Toscana, parlo con la dott.ssa Ripaoni Roberta, gli segnalo il problema e lei mi fa entrare in contatto con il Genio Civile di Lucca al quale invio uno scritto il 19 luglio con tutti gli allegati i gli scritti precedenti all’attenzione del dott. Bartoletti Enrico.

Non sono adatte per camminare in montagna

Il 6 settembre, vengo contattato: l’11 settembre verrà fatto un nuovo sopralluogo dal geologo Lunardi Massimo e dal geometra Corrado Fico. Il giorno stabilito si presentano sul posto, ma si fermano solo sul luogo dell’infiltrazione senza fare nessun sopralluogo né verso la sorgente del fosso né nella parte sottostante, forse perché irritati dal fatto che l’intervento doveva essere fatto in un bosco abbastanza impervio e non avevano le calzature adatte. Hanno solo detto che non c’era nulla di cui preoccuparsi, una valutazione completamente diversa dalla comitiva di geologi, geometri e accompagnatori venuti nel lontano 30 marzo 2012.

Quindi: nessun rischio di smottamento per nostra fortuna, nessun carotaggio, nessuna infiltrazione di acque colorate, nessun rumore da mezzi meccanici.

Ma una domanda viene spontanea: possibili due analisi completamente diverse l’una dall’altra?

Successivamente, dopo aver sollecitato una risposta, il 19 settembre mi arriva uno scritto, senza data, dal Genio Civile di Lucca, con le considerazioni del sopralluogo, per modo di dire, dell’11 settembre, in cui viene confermato quanto detto durante il breve sopralluogo: nulla da temere, cioè l’esatto opposto di quanto detto solo verbalmente durante il sopralluogo del 30 marzo 2012.

Frasche di alto fusto max 8 cm

In sostanza viene scritto che il problema sta nelle piante di alto fusto presenti all’interno dell’alveo, che solo il geologo e il geometra che hanno fatto il sopralluogo l’11 settembre 2018 hanno visto.

All’interno dell’alveo, non c’è nessuna pianta né di alto fusto né di piccolo fusto, basta fare un sopralluogo.

L’8 novembre 2018 ricevo una pec firmata dalla dott.ssa Giani inviata anche al Comune di Abetone Cutigliano, all’Unione del Comuni Media Valle del Serchio e alla Regione Toscana, nella quale si dà riscontro alle criticità da me segnalate, non è chiaro e non viene specificato se riferite al sopralluogo del 30 marzo 2012, infatti, nel successivo dell’11 settembre 2018 l’unica criticità è la presenza di piante di alto fusto nell’alveo del ruscello, viste solo dai due tecnici che hanno fatto il sopralluogo. Nella comunicazione ricevuta si fa presente che l’intervento dovrà essere inserito all’interno del piano 2019 a tutela della mia proprietà.

Visto che la pec dell’8 novembre era indirizzata anche al Comune di Abetone Cutigliano, nei giorni successivi parlo con un tecnico del Comune, geometra Bertagni e convinto e rassicurato di un suo interessamento, il 19 novembre, come concordato, invio uno scritto con tutti gli allegati. Sono ancora in attesa di una sua risposta.

Dillo al Presidente

Il 13 dicembre 2018, ricevo un documento dal Consorzio 1 Toscana Nord con oggetto: “Dillo al Presidente”. Quale Presidente? Al quale è tanto tempo che vorrei dire qualcosa!

Mi vien comunicato che seppur in attesa dell’approvazione, l’intervento è stato inserito nel Pab 2019 per un importo di 148.800 euro.

Il 19 dicembre 2019, ricevo un nuovo scritto un’“errate corrige” nel quale l’importo dell’intervento viene modificato e dimagrito a 48.800,00 € e una piantina.

Ancora nessuna risposta riguardo ai verbali a seguito del sopralluogo del 30 marzo 2018 e ostinato nel voler avere una risposta, scrivo una pec il 14 maggio 2019, indirizzata al Consorzio 1 Toscana Nord e all’Unione dei Comuni Media Valle del Serchio.

Ricevo due risposte, il 22 maggio 2019 dal Consorzio 1 Toscana Nord di Capannori firmata dalla dott.ssa Pamela Giani dove viene scritto: “con la presente sono a ribadire formalmente che la sua richiesta di avere copia di un verbale di sopralluogo preliminare svolto dai tecnici dell’Unione dei Comuni risalente al 2012 non può essere evasa e non per mancanza di volontà, ma perché dal sopralluogo a cui si riferisce non è stato redatto alcun verbale, ne esisteva procedura interna che che ne obbligasse in alcun modo la redazione” l’altra il 27 maggio 2019 dal Consorzio 1 Toscana Nord di Viareggio firmata dall’Ing. Nicola Ghimenti dove viene scritto: “il documento richiesto è di competenza dell’Unione dei Comuni, pertanto questo ente non ne è in possesso” quindi se era di sua competenza lo doveva aver fatto.

Il labirinto della burocrazia

Come è possibile che una comitiva di 7/8 persone faccia un sopralluogo durato un intero pomeriggio durante il quale vengono fatte centinaia di foto, riprese video, pagine e pagine di appunti, posizionato picchetti e tutto questo materiale venga buttato e non né rimanga traccia?

Tra l’altro almeno due dei geologi erano collaboratori esterni ai quali sarà stata sicuramente saldata la parcella.

Il 4 giugno invio nuova pec all’Unione dei Comuni con allegati, gli scritti ricevuti dal Consorzio 1 Toscana Nord di Capannori e dal Consorzio 1 Toscana Nord di Viareggio, sollecitando una risposta.

Lo stesso scritto l’ho inviato per conoscenza anche al dott. Tommaso Braccesi dell’Ufficio Segreteria dell’Assessore Regionale Federica Fratoni, dopo averlo contattato telefonicamente e promessa una sua risposta che pur avendola più volte sollecitata non l’ho ancora ricevuta.

Il 3 febbraio 2020, tre operai, dopo aver avuto incarico dall’Unione dei Comuni Media Valle del Serchio, hanno eseguito dei lavori di taglio di alcune frasche qua e là ai lati dell’alvo, da un mio accurato sopralluogo in totale meno di 100 come numero e nessuna di diametro del fusto oltre gli 8 cm. e solo ai lati dove non scorre e non ha mai corso l’acqua, perché all’interno dell’alveo non ci sono piante né di piccolo né di alto fusto, se per alveo si intende dove scorre l’acqua.

A dimostrazione di quanto scritto relativamente all’intervento degli operai ho un ricco servizio fotografico.

Non ho più pagato i bollettini dal 2018 compreso, fino ad ora.

Flavio Ceccarelli


SMETTETE DI ROMPERE
E VOTATEVI A SAN MATTEO VERGINE E MARTIRE

 

L’estasi di San Matteo. Pregate in suo nome!

Caro Ceccarelli…
A mio avviso lei è un vero “rompicoglioni” che non capisce niente.

Non ha neppure capito niente su come funziona l’efficienza della Regione Toscana: Rossi non vuole che si parli, che si faccia, che si dica, che si pensi e che ci si lamenti.

Il toscano doc deve in primo luogo iscriversi al PND, partito nazional democratico, massimo massimo all’Italia Viva[nkùlo] o, quantomeno, aprire un facebook come quello di certi dipendenti della sanità toscana che dichiarano di essere ferventi Pd, con una lingua fuori di mezzo metro ancora segnata da tracce di merda lambìte alle crespe sfintèriche dei politici radical chic.

Fatto questo, pensi a Oliviero Toscani quando ha detto «Ma chi cazzo se ne frega di un ponte che casca a Genova?!». E si dia pace, se una casa le viene giù! L’importante è che resti in piedi il Pd con il consenso di Mattarella.

In fondo il macho italico ha il complesso della minchia (= toscano «fava») e ciò che ha davvero importanza è che resti ritto, appunto, il P[iù] D[uro]!

Sono stato chiaro? La faccia finita di voler far funzionare le cose! Lei è un fascista populista e sarà il primo della lista!

Edoardo Bianchini


Print Friendly, PDF & Email

One thought on “storia di ordinaria burocrazia. LA VICENDA DI UN MONTANINO ALLE PRESE CON CONSORZI DI BONIFICA E ENTI VARI

Comments are closed.