STORIA DI ORDINARIA SANITÀ

Alberto Sichi (a destra) ad una manifestazione del Crest

SAN MARCELLO. Il 30 Dicembre 2017, verso le 15 dopo che erano 24 ore che soffrivo di labirintite e visto che le terapie non facevano nessun effetto, consigliato anche dal medico di famiglia e con una sua richiesta dove indica di andare direttamente al Pronto Soccorso del San Jacopo di Pistoia, essendo inutile fermarsi al Piot di San Marcello perché non c’è l’otorino, decido di andare, ma non essendo in grado di guidare, chiamo la macchina attrezzata della Misericordia di Lizzano.

Arrivo al San Jacopo alle ore 18:10, vado al punto di accettazione e una signora molto gentile, prende i dati e la descrizione dei miei sintomi e segnalato anche che avevo già sofferto in passato di labirintite, mi dice che l’otorino non c’è, c’è solo la mattina.

A questo punto faccio una ovvia considerazione: posso tornare anche a casa. Se non che l’infermiera sempre gentilmente, mi consiglia di rimanere perché un medico sicuramente mi visiterà.

Vado nella sala d’aspetto, già affollatissima e inizia l’attesa. Durante la lunga permanenza – siamo arrivati a 65 persone in attesa di essere visitate –, arrivano anche due codici rossi e, sullo schermo appare la scritta che l’attesa si prolungava causa ovviamente i codici rossi.

Dopo due ore, alle 20, decido per andare via ma i familiari insistono perché rimanga.

Alle 23:45, dopo 6 ore, arriva il mio turno, mi presento dal medico che, leggendo la richiesta del medico di famiglia dice che l’otorino non c’è e lui può farmi solo una flebo e che dovrò sicuramente ritornare per una visita specialistica.

L’ospedale San Jacopo a Pistoia

Mentre mi stanno preparando per la flebo, gli chiedo perché questa lunga attesa, lui allarga le braccia e dice che sono solo in due medici al Pronto Soccorso e fanno il possibile, ma non possono fare i miracoli.

Alle ore 00:38 della mattina del 31 dicembre, mi tolgono la flebo e mi dicono che me ne posso andare e che successivamente mi contatteranno per la visita dall’otorino.

Considerando:

  • i 44,2 Km di curve con un tempo di percorrenza di Google Maps di 1 ora e 2 minuti, affrontati, con il rischio concreto che mi facesse male la macchina, soprattutto dopo oltre 24 ore di giramenti di testa;
  • l’attesa snervante passata al Pronto Soccorso;
  • che l’otorino anche a Pistoia non c’era;
  • che mi hanno fatto una semplice flebo;

avrei potuto benissimo starmene a casa, oppure andare al Piot di San Marcello.

Ma come è possibile, soprattutto dopo che è stato smantellato il Pronto Soccorso del Pacini di San Marcello, essere costretti a dover affrontare questo lungo viaggio per andare a Pistoia, e trovare una marea di persone in attesa di essere visitate da solo 2 medici?

Alberto Sichi

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