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PISTOIA. Sabato 16 e domenica 17 gennaio la “cattedrale” dell’ex Breda ha ospitato una serie di iniziative e, soprattutto, una esposizione storica di auto, moto e bici.
La kermesse del motorismo sportivo è stata organizzata dalla scuderia Pistoia Corse e Veteran Car Club Pistoia e, oltre alla mostra di veicoli a due e quattro ruote che hanno fatto la storia delle competizioni su strada, è stata animata da dibattiti e riflessioni sul presente.
Ieri il dibattito “I nuovi regolamenti sportivi 2016” per le gare di rally, con vari membri dell’Aci Sport, e la presentazione della Segoni G800 oro “Il ritorno di un mito”, un modello simbolo dell’eccellenza meccanica del made in Italy. Oggi, appena terminato, il dibattito “I rally … da destra” – Esperienze, nazioni, aneddoti di navigatori professionisti, con Simona Fedeli, Carlo Cassina, Lorenzo Granai, Daniele Michi e Daniele Pelliccioni.
Tante persone, non solo addetti e corridori ma anche neofiti ad osservare con stupore colori e forme dei veicoli esposti, una straordinaria ricchezza messi a disposizione dai collezionisti pistoiesi Leonello Innoocenti, Massimiliano Baldi, Maurizio Giannini, Tiziano Niccolai e Vincenzo Malerba.
Numerose foto storiche dell’archivio di Nedo Coppini hanno restituito con viva realtà alcune particolari emozioni ed immagini, immortalate dal fotoreporter pratese, di circuiti, sorpassi, frenate e piloti dei decenni passati.
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Abbiamo parlato con Giorgio Paci, ex pilota della Derbi 50, una moto di 60 kg e 15 cavalli che arrivava a 170 km/h, e ammirato le moto Morini della leggendaria Parigi-Dakar: allora, ben lungi dal navigatore satellitare, per orientarsi nel deserto c’era solo una roadbook con indicazioni di chilometraggio e bussola.
Auto gloriose, come quelle guidate dal pilota pistoiese Aldo Bardelli alle Lola di Franco Breschi. Notevoli per l’aerodinamica i veicoli da circuito esposti all’ingresso: anche l’Abarth 2000 di Leo Kinnunen, secondo nel luglio del 1970 sul circuito del Mugello, dietro al compagno di squadra Arturo Merzario.
Non minore la ricchezza della collezione di biciclette: da quelle col cambio Vittoria degli anni Trenta e con il serbatoio per l’olio incorporato nel telaio fino alla bici con Franco Ballerini vinse due volte la Parigi-Roubaix, «un’emozione per cui vale la pena vivere» l’ha definita uno degli organizzatori della mostra.
L’impressione è che il ciclismo riesca ancora a configurarsi come spettacolo nazional-popolare e l’auspicio di tanti appassionati è che il passaggio del prossimo giro d’Italia da Pistoia possa essere un’occasione di visibilità per il ciclismo ma anche per la città. Non diventi cioè un’occasione persa, come quando nell’ultimo mondiale la gara non ha attraversato il centro ma solo la superstrada (con relativo e naturale disagio).
[Lorenzo Cristofani]
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