QUARRATA. [a.b.] Lettera aperta di una madre quarratina alla azienda Copit di Pistoia e conseguente richiesta alla Regione Toscana per la revisione della legge regionale n. 86/2014.
Distinta Copit,
ho ricevuto una Vostra raccomandata, il mese scorso. Non ero in casa. Per amore del quieto vivere non l’ho ritirata. Mi hanno detto che entro 30 gg Vi sarebbe stata restituita. Niente sarebbe andato perso.
Penso di sapere cosa contenesse: in data xxxx, durante un controllo sugli autobus di linea, mio figlio era stato trovato sprovvisto del tesserino di abbonamento.
Ho letto gli avvisi posti alla biglietteria al momento della stipula dell’abbonamento: se trovato sprovvisto del tesserino il regolamento dell’azienda prevedeva che l’abbonato si recasse alla biglietteria per dimostrare di essere effettivamente in possesso dell’abbonamento e il pagamento di un’ammenda.
In fila per il pagamento ho riflettuto su tre cose:
- era giusto che i ragazzi avessero chiaro che ad ogni servizio offerto corrisponde anche un atteggiamento di riconoscimento e di rispetto delle regole comuni
- i ragazzi hanno gambe atletiche e veloci e (in quest’epoca di computer e telefonini) è benedetta ogni occasione che gliele fa usare per prendere contatto con la realtà della loro città (come può essere quella di dover portare il proprio abbonamento a dimostrazione dell’avvenuto pagamento del servizio)
- la minaccia dell’ammenda era sicuramente un modo per dare serietà ed importanza a quanto detto nei punti 1 e 2 poiché non sarebbe stato giusto multare chi era provvisto di abbonamento e lo dimostrava in congruo tempo: può capitare ad un abbonato di scordarsi a casa l’abbonamento come può capitare ad un autista accumulare ritardo.
Quando al controllo è stato trovato inadempiente ho detto a mio figlio di recarsi prontamente a far verificare l’avvenuto pagamento del proprio abbonamento. È vero che in epoca digitale potrebbe essere facile verificare se un utente è effettivamente abbonato ed in regola, ma sicuramente richiederebbe una modernizzazione che ancora l’azienda non è in grado di offrire ed in ogni caso, da inadempiente, doveva fare il proprio sforzo. Gli ho chiesto però di non pagare niente poiché la dimostrazione era sufficiente a non far fare ulteriore sforzo di ricerca all’azienda di trasporti.
Poi la raccomandata.
Poi un altro controllo in cui non è stato trovato in possesso del tesserino (mi ha detto poi che l’aveva in cartella ma in quel momento non è riuscito a mostrarlo).
Anche questa volta è andato prontamente alla biglietteria per dimostrare l’avvenuto pagamento. Stavolta gli hanno chiesto insistentemente anche il pagamento dell’ammenda.
Aveva 5 euro in tasca.
Ve li ha dati (4-2-2016).
Mi sento quindi in dovere di scriverVi.
A seguito della patria potestà a me riconosciuta verso il minore ho fatto anch’io un regolamento.
In merito al settore del trasporto pubblico i mio buonsenso recita così:
“L’azienda di trasporto pubblico che contrae con me un abbonamento per il minore e lo fa viaggiare su mezzi non del tutto idonei in tema di sicurezza per presenza di numero di persone superiori al consentito, che a causa dell’impossibilità di accedere al servizio per sovraffollamento alcune volte lo obbliga all’attesa di più di 30 minuti per prendere il mezzo successivo, che a causa di disservizi per ritardo lo fa entrare a scuola con orario posticipato, è tenuta al rimborso della metà dell’abbonamento pagato”.
Essendosi verificate le situazioni sopra menzionate (documentabili da me e dai quotidiani)
CHIEDO
che mi venga rimborsata la somma di € 143,50 a titolo di risarcimento
O, IN ALTERNATIVA,
che vengano restituiti a mio figlio i 5 euro della merenda in deroga al mio regolamento ed al Vostro e venga rivista la norma che prevede l’ammenda anche per chi ha dimostrato in tempi congrui l’avvenuto pagamento dell’abbonamento (che se mi sembra ingiusta nei confronti di un adulto ancor più inconcepibile mi sembra verso un minore).
Sempre per buonsenso, ravviso nel chiedere a un minore che sia ligio al contratto stipulato per lui fino al pagamento in prima persona della propria inadempienza mentre spesso sopporta disservizi, un vero e proprio abuso e son sicura, se faccio ricerche in merito, che trovo anche appigli nelle leggi vigenti.
Resto in attesa di un Vostro cortese riscontro ed a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Distinti Saluti
Elena Drovandi
“Mi salta la mosca al naso quando vedo persone (ed ancor più autorità) – ha detto Drovandi – che guardano la pagliuzza degli altri e sono pronti ed efficienti a rilevarla e sanzionarla e tralasciano con tranquillità la trave nella propria. Ho postato la lettera dopo che la Copit mi aveva risposto.
“Mi hanno detto che tutto era stato fatto a norma di legge… Ho un altro figlio di 17 anni che da 4 va a scuola a Prato prendendo autobus o treno (ha il Pegaso) ha più volte lasciato l’abbonamento a casa, l’abbiamo portato all’azienda ed hanno stralciato la multa. Non mi è parso che facessero una gran fatica a farlo né che servissero particolari abilità. C’è modo e modo di applicare la legge…”.
La mamma quarratina dopo la risposta ricevuta ha deciso di inviare alla Regione Toscana una richiesta per la revisione della legge regionale 86 del 2014 in merito alle sanzioni previste per chi viene trovato senza biglietto ma si presenta entro 15 gg. alla biglietteria dimostrando che al momento del controllo era in possesso di abbonamento in corso di validità.
“A mio parere tale sanzione non è giusta ed in ogni caso non dovrebbe superare il costo della corsa a cui il controllo si riferisce, avendo già l’utente sostenuto l’onere di tale costo”.
Epperò…scusi signora…c’è un regolamento, suo figlio lo ha infranto più di una volta….Lei fa bene a proporre cambiamenti, ma la faccenda è semplice, poichè tutti siamo impegnati nella vita, chi sale sul bus deve avere con se il titolo di viaggio, sia esso un biglietto singolo o un abbonamento. Già ci sono problemi con quelli che proprio di pagare non ci pensano, si figuri se per ogni passeggero dovessero controllare in via telematica se è abbonato o no….non mi pare proprio che sia una regola vessatoria e del resto lo sa bene anche lei che in Italia senza una sanzione e senza la sua applicazione nessuno fa quello che leggi e regolamenti prescrivono: è tanto semplice avere l’abbonamento in tasca…Altra questione è il servizio pietoso fornito dal Copit e sono proprio felice che abbiano perso la gara e spero che non accada come stanno provando a far accadere, che a forza di piagnistei e appoggi politici la gara venga annullata. Basta Copit.
Scrive Elena Drovandi in risposta a Massimo Scalas.
Gentile Sig. Massimo, la ringrazio del suo commento. Comprendo il suo punto di vista ma non lo condivido per tre motivi:
1- POLITICO – (inteso come scelte da fare per un futuro migliore) – questa ammenda è stata inserita nel 2014. Prima non c’era e non mi sembra si sia rivelata necessaria per il buon andamento del servizio di trasporto pubblico. Mi sembra invece che ricalchi una politica attuale sul servizio pubblico che non mi piace per niente: I privilegi non gli vogliamo togliere, i bisognosi (sempre più numerosi) non possono pagare, trovare le soluzioni per far pagare tutti è una fatica che non ci pare il caso di durare, perchè non far pagare chi ha già pagato? Visto che chi ha già pagato capisce l’importanza di contribuire al servizio pubblicoed ha la possibilità di farlo; sicuramente qualche volta inciampa ed è semplice esser lì a beccarlo sul fatto. Ecco, in questa ottica mi sembra proprio una regola vessatoria.
2- PRATICO Non sono una programmatrice ma son sicura che non sia così difficile dotare i controllori dell’elenco degli abbonati alla linea che stanno verificando. Sembra invece sia impossibile, mentre si dà per fattibile che una persona non si possa dimenticare a casa il tesserino dell’abbonamento. Anzi nel caso di minore si ritiene che una madre debba essere multata perchè non verifica che il proprio figlio si sia ricordato la mattina di mettere l’abbonamento in cartella o che non l’abbia prontamente trovato per mostrarlo al controllore al momento della verifica. Figlio che (per inciso) usufruisce di quel servizio pubblico ( a pagamento) per avere accesso al suo diritto/dovere di scuola dell’obbligo (ed anche qui potremmo aprire tutto un capitolo)
3- EDUCATIVO no, io per rispettare le regole non ho bisogno che mi si dondoli davanti lo spauracchio della sanzione. Ho bisogno invece di ritenere che siamo una comunità al cui benessere tutti cerchiamo di contribuire. Penso inoltre fortemente che se noi “umanità bambina” non smettiamo di aver bisogno del tiranno o dell’illuminato (?) di turno che ci spintona a bacchettate, per decidersi a percorrere la via del bene comune, probabilmente non ne usciremo interi….
Elena Drovandi
Buon giorno Signora Elena…mi scusi ma ho letto solo ora….va bene tutto. ma una tirata d’orecchio a questo figlio che dimentica i documenti di viaggio a casa no?…perchè alla fine Lei rischia di fare del benaltrismo e poco altro.
buona giornata
Massimo Scalas