SULLE FOIBE DAGHINI CHIARISCE LA SUA POSIZIONE

Roberto Daghini
Roberto Daghini

SERRAVALLE-CASALGUIDI. Roberto Daghini scrive:

Cara, Elena, Patrizio e Pdl e altri, con il mio intervento non era mia intenzione offendere le vittime innocenti e ribadisco di condannare ogni tipo di massacro di persone inermi. Sulle Foibe, nel mio articolo infatti lo dico apertamente:

Il ricordo del primo dopoguerra delle popolazioni di lingua italiana, ma anche slovena e croata, che furono costrette dietro atti di violenza o perché non volevano vivere, in uno stato comunista a lasciare le loro terre per lasciare posto a popolazioni slave.

Volevo solo spiegare i motivi perché le Foibe creano contrasti e la giornata non è ricordata come quella dell’olocausto o di altri stermini (zingari, omosessuali ecc.). In questi casi le vittime erano tutte inermi.

Il regime nazista con l’aiuto degli alleati fascisti aveva pianificato in modo scientifico lo sterminio di un intera razza da tutto il continente Europeo. È bene non dimenticarlo e ricordarlo sempre, con fermezza, perché a differenza delle Foibe, pur con i dovuti distinguo, nessuno nega che non siano mai avvenute, mentre nel caso della shoah esistano da sempre in tutto il mondo movimenti di destra estrema, che negano che i fatti siano realmente avvenuti.

Risponde a verità che gli italiani non avevano ucciso infoibando gli slavi, avevano usato altri sistemi, con risultati numericamente maggiori, la fucilazione e i campi di concentramento (Rab-Arbe ).

Per quanto riguarda le terre irredente, la loro liberazione ha provocato con la seconda guerra mondiale 600.000 morti e le tragedie del dopoguerra con l’avvento del fascismo. Ne valeva la pena? La via diplomatica era proprio impercorribile? Io non credo. Per quanto riguarda Marco Polo, era uno scrittore viaggiatore Veneziano nato il (Venezia, 15 settembre 1254-Venezia, 8 gennaio 1324) e secondo il mio modesto giudizio era un uomo libero.

Roberto Daghini

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