
PISTOIA. Questa mattina, nel saloncino dell’hotel Patria, in via Crispi, il consigliere regionale di Fd-An Giovanni Donzelli ha presentato la proposta di legge taglia business immigrati.
Lo ha fatto introdotto dal coordinatore locale di Fdi-An Francesco Cipriani e con le integrazioni del consigliere comunale pistoiese Alessandro Tomasi. Il quale ha rappresentato la situazione del territorio: poco più di 700 migranti accolti in provincia, 352 nel solo capoluogo, e gestiti sui due livelli di accoglienza previsti dalle attuali leggi.
Il primo livello coordinato dalla Prefettura (lo sprar, sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e il secondo dal comune.
La proposta di legge è di una semplicità disarmante: rendere trasparente ogni € speso nella filiera dell’accoglienza e assistenza ai migranti. Non si può infatti dimenticare l’intercettazione registrata durante le indagini dell’inchiesta ‘Mafia Capitale’a Salvatore Buzzi, per il quale i migranti rendevano più della droga.
Le esternazioni di Buzzi diventano chiare – ha fatto intendere il consigliere Donzelli – appena si considera che le prefetture effettuano gli affidamenti in base ad una legge emergenziale del 1995, emanata in occasione di quella che allora fu il caso straordinario degli sbarchi in Puglia dall’Albania. Una legge che non prevede la rendicontazione delle spese ma solo un elenco di nomi dei beneficiari gestiti da cooperative o altri enti destinatari di soldi pubblici.
Una logica emergenziale diventa tuttavia prassi comune e ordinaria, secondo il tipico costume italiano che privilegia procrastinare la soluzione dei problemi, preferendo mantenere un contesto favorevole ai furbi e al proliferare indisturbato di situazioni anomale. Mario Giordano ne ha parlato in Profugopoli, lanciando un duro quanto inascoltato j’accuse.
Un problema tutto italiano, usato strumentalmente dal Governo per pretendere più flessibilità dall’Europa. Per il 2017 il def, documento di economia e finanza – ha rincarato la dose Donzelli – prevede più di due miliardi per il vitto e l’alloggio dei migranti. Una cifra che la proposta di legge ‘taglia business immigrati’ vorrebbe render trasparente per poter metter fine a un business in cui gli stessi migranti finiscono sfruttati.
L’esempio è quello famoso dei 35 € a persona che le cooperative sociali, ormai riconvertitesi dall’assistenza a anziani e disabili ai profughi, dovrebbero impiegare anche per comprare i vestiti. Succede spesso, invece, che gli indumenti vengano raccolti da Caritas o parrocchie, in una corretta logica del riuso, ma le spese per il vestiario sono comunque saldate.

A questo meccanismo si aggiunge che in Germania dopo quattro mesi un migrante sa se la sua richiesta di asilo è stata accolta e in Spagna i richiedenti asilo risultano un sesto di quelli che arrivano in Italia.
Da noi – è stato rimarcato – i migranti vengono tenuti sostanzialmente strasciconi, come se tutto fosse dovuto, senza fare niente e senza assunzione alcuna di responsabilità: al massimo usati per qualche foto boldriniana da sparare sui giornali.
Da sempre, del resto, una delle armi più potenti della demogogia del Pd è proprio la rappresentazione formale del buonismo fine a se stesso, non importa se a scapito degli stessi soggetti deboli e della collettività.
La proposta di legge ‘taglia business immigrati’ sta contestualmente per essere discussa in quasi tutti i consigli regionali: in Toscana al momento è depositata ma non ancora calendarizzata. Quando il primo consiglio regionale l’avrà approvata potrà essere discussa in Parlamento.
Chissà come verrà recepita una proposta che chiede solo di rendicontare la spesa dei soldi pubblici, a tutela della trasparenza e degli stessi beneficiari che sbarcano sulle coste italiane con la speranza di raggiungere il nord Europa.
L’urgenza di una simile legge si desume anche dallo scenario tratteggiato dal consigliere Tomasi: tra Prefettura e servizi sociali del comune di Pistoia manca un raccordo (a Sammommè sono ospiti 59 migranti, di diverse etnie, per niente integrati tra loro…) e il servizio accoglienza non è quindi ottimizzato.
La qualità di un servizio si desume dalla rendicontazione delle spese, che in questo caso fa acqua da molte parti. Noi di Linee Future abbiamo avviato da tempo un’inchiesta in questo ambito che merita di essere ripercorsa…
[Lorenzo Cristofani]
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