TAGLIO IRPEF AGRICOLA, IL RUOLO DI COLDIRETTI

Simone Ciampoli (Coldiretti Pistoia]
Simone Ciampoli [oldiretti Pistoia]
PISTOIA. Stop all’Irpef agricola, sì all’etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta. Un pezzetto alla volta si stanno costruendo le basi per cambiare il paradigma della redditività delle aziende in agricoltura.

Da un lato la qualificazione della produzione, a cui i consumatori riconoscano un valore, con costruzione di filiere tracciate. Dall’altro, riconoscimento del ruolo degli agricoltori come sentinelle del territorio, con una fiscalità di vantaggio.

Il 29 settembre 2016 al Mandela Forum, all’incontro toscano della Giunta confederale di Coldiretti, alla presenza di 10 mila agricoltori, è stata posta un’altra pietra su cui si fonderà l’agricoltura dei prossimi decenni.

Dopo l’abolizione dell’Imu e dell’Irap per il settore primario da parte del governo in carica, è stata annunciata l’abolizione dell’Irpef agricola, che si aggiunge alla conferma del sistema tributario generale dell’agricoltura basato sul reddito dominicale dei terreni.

A Pistoia avremo indubbi benefici dalle novità annunciate dal Governo, a cominciare dal settore delle piante ornamentali, visto che sui terreni a vivaio pistoiesi grava una delle rendite più alte di tutta l’agricoltura italiana.

Firenze, Mandela Forum, platea
Firenze. Mandela Forum, platea

Con l’abolizione dell’Irpef agricola viene ridotto il peso fiscale per le aziende vivaistiche che in questi anni hanno saputo resistere alla crisi e con questi benefici potranno consolidare il loro ruolo di leader di mercato nazionale ed europeo. Un risparmio stimato dal Governo in 6mila euro per un’azienda vivaistica da 10 ettari di terreno, con reddito imponibile da 20 mila euro.

Dal Mandela Forum, buone nuove sono arrivate anche per gli altri settori, a cominciare da quello cerealicolo.

Il governo si è impegnato a fare in modo che venga riconosciuta come Made in Italy la pasta fatta con grano italiano che non può essere pagato come 20 anni fa. Insieme al piano cerealicolo e i contratti di filiera, l’esplicitazione dell’origine del gungrano è una necessità per contrastare le speculazioni che nell’ultimo anno hanno provocato il crollo del prezzo del grano destinato alla pasta che è praticamente dimezzato (-43%).

Sul piano regionale, poi, sono arrivate parole importanti su burocrazia e lotta all’eccesso di ungulati. La Regione ha garantito meno carta inutile per presentare domande di finanziamento ed entro le festività di fine anno approverà gli atti necessari per consentire ai Centri di assistenza agricola aperti in Toscana di accogliere le domande delle imprese agricole e di istruirle, garantendo tempi certi nella definizione delle stesse e sollevando gli imprenditori dallo spreco di tempo a cui sono costretti.

Un ulteriore impegno è giunto dalla Regione per risolvere il problema degli ungulati.

[simone ciampoli]

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