FIRENZE-VIAREGGIO. Ancora una volta i cittadini saranno chiamati a coprire (con tasse regionali) delle voragini di bilancio aperte da amministratori poco avveduti e incapaci.
Per noi che ci siamo cresciuti insieme, leggere che il Carnevale di Viareggio è in crisi – e che se ne paventa la morte – è una sicura afflizione che lascia stupiti e amareggiati.
Com’è possibile che una realtà culturale, così intensa e stabile nelle coscienze, possa conoscere criticità gestionali con forti deficit finanziari?
Non è forse il primo e massimo evento di Viareggio? Anzi: sta scritto (su un muro del porto) che «Viareggio è il Carnevale».
Evidentemente siamo di fronte a un’ennesima mungitura per un evento che gode(va) del massimo consenso popolare e che, quindi, non avrebbe dovuto avere timori di controllo o di valutazioni di capacità gestionale.
Non saremo mica ancora una volta dinanzi a un caso di confusione tra i compiti dei controllati e dei controllori?
La cosa, però, che ci amareggia e ci offende ancor più, è la scoperta che i bilanci sembrano essere rimasti “riservati” e non sono stati resi pubblici in modo adeguato: un nuovo omaggio a un’Italia della corruzione che ha radici perfette anche nella nostra cristallina Regione?
Ma tenetevi forte: Enrico Rossi ha assicurato che interverrà con un finanziamento per tenere in piedi – ed è proprio il caso di dirlo – il carrozzone.
Dunque, ancora una volta, alcuni pochi fanno i danni di allegre finanze e tutti i toscani – pervicaci nel votare, per 80 €, chi sa solo aumentare loro le tasse tagliando i servizi (vedi la sanità) – si ostineranno a farsi taglieggiare per chiudere i buchi lasciati da chi, in un paese davvero civile, sarebbe messo alla gogna perpetua!
P.S. – Non sarebbe l’ora di scoperchiare, una volta per tutte, tutte le fondazioni partendo da quella viareggina del Carnevale?