PISTOIA. Capisco di passare come al solito per “scassaballe”, ma ritengo che almeno una voce fuori dal coro debba e possa esserci! Tasi Molti colleghi di gran prestigio e fama molto probabilmente potrebbero storcere il naso nel trattare di questa insulsa imposta, ma per chi, come me si trova costretto a trattare anche di questa materia, la cosa non è di poco conto e sta portando via energie, serenità e tempo non indifferenti.
Premetto: quello che riporto non è un attacco al Comune di Pistoia (basti vedere la fantasiosa delibera del Comune di Serravalle!), solo che il 95% dei conteggi Tasi li dovremo elaborare per questo Ente.
Per prima cosa prego di prendere visione della delibera del 19 maggio del Comune di Pistoia, pubblicata in data 23 maggio (ma non esiste lo statuto del contribuente che stabilisce un certo lasso di tempo…. mi pare… 60 gg… può essere?!?! affinché un provvedimento sia efficace come “impositivo”?… tralasciamo…): dal tenore letterale, gli inquilini devono pagare? A mio sommesso parere l’interpretazione letterale pare imponga la copertura/corresponsione del 10% di Tasi dovuta a carico dell’inquilino, come stabilito dal comma 681 indicato (non si sa su quali basi ma pare così!).
Invece no. La casistica si riferisce solo ai fabbricati rurali strumentali, almeno così affermano dal Comune. Viva la chiarezza (tralascio tutto il discorso sulle interpretazioni delle fonti del diritto). Sempre da delibera: dove sono rammentate le pertinenze? Qui si cita” … abitazione principale come definita ai fini Imu…”.
Altre delibere di altri enti espongono chiaramente abitazione principale e relative pertinenze. Chiesto lumi al Comune di Pistoia; risposta: “Sì abbiamo visto che forse la cosa non è chiara, solo che noi si intendevano soggette ad imposta anche le pertinenze, dovrete tenerne conto per il saldo”. Ora invece voilà, la magia… sul sito messo ieri sera (27 maggio!!!) un bell’inciso in grassetto: “Come chiarisce la Risoluzione n. 46/E/2014 dell’Agenzia delle Entrate, l’applicazione della Tasi all’abitazione principale si estende anche alle eventuali relative pertinenze così come definite ai fini Imu”.
Peccato che la risoluzione riguardi l’istituzione dei codici tributo con cui fare i versamenti Tasi e non poteva che esporre nella parte descrittiva “abitazione principale e relative pertinenze”, ma questo non vuol dire che il Comune possa o non possa assoggettare anche le pertinenze alla Tasi, visto l’ampio perimetro discrezionale posto a favore dello stesso nel determinare di fatto tutta l’imposta.
Altro aspetto che vorrei sottolineare. Alle poste non prendono modelli F24 in quanto di fatto carenti dell’identificativo operazione: ergo, questo non vuol dire implicitamente che ‘sta maledetta imposta doveva essere quantificata e richiesta direttamente dall’ente impositore? E chi è l’ente impositore? Qui al Comune di Pistoia ritengono sia il Governo…. Mah!? E giù, altra incombenza sui cittadini!!!
Ultimi due aspetti generali. Il primo: che senso ha mettere dei limiti, se poi la legge stessa ne consente, oserei dire, l’inevitabile sforamento? Mi riferisco all’importo massimo applicabile per Imu/Tasi stabilito di legge nella misura del 10,60permille. Peccato che poi si dica anche che se il Comune ravvede la necessità può maggiorare il massimo di un altro 0,8permille.Il secondo: ma che senso ha chiamare Tasi quella che di fatto è/era l’Imu sulla prima casa? Sì, perché giriamoci pure intorno, ma questo è.
Non ho letto molto al riguardo e non mi sono informato forse come avrei dovuto, ma ritengo che fondamentalmente, all’origine, ci sia un “vizio” palese. Se i soldi introitati dagli Enti devono essere destinati a servizi indivisibili(per esempio il Comune di Pistoia li destina alla copertura di: Servizio di Polizia Municipale per 3.681.000,00, Servizi demografici per 903.000,00,Protezione civile, assetto idrogeologico e igiene ambientale 505.00,00 Parchi e giardini 1.235.000,0) che senso ha fare pagare ai proprietari un servizio che poi di fatto viene usufruito anche dagli inquilini?
Perché il rifacimento del parco X interessa me come proprietario ma di sicuro interessa anche l’inquilino che usufruisce o potrebbe usufruire anche di più per quel servizio reso. Boh, si vede proprio che sono uno scarso costituzionalista e conoscitore del diritto. Ultimissimo aspetto di non poco conto. A sentire i più pare che gran parte di questo casino sia imputabile a “colpa” dei professionisti, che possono lucrare a danno dei propri clienti.
Vorrei che la categoria fosse fatta indenne da queste affermazioni, perché, anche se ci sarà qualche collega che si frega le mani e sbatte le palpebre con il segno del dollaro, i più ritengo siano di molto ma di molto incavolati e niente più. È possibile lavorare in questo modo? È possibile che tutto da parte dell’amministrazione debba essere demandato a “terzi”, siano cittadini o professionisti, senza avere nemmeno la chiarezza necessaria per adempiere? Sento dire di sms per pagare le imposte: siamo proprio sicuri che lo Stato sia in grado di poter effettuare una così civile riforma? Mi sembra, purtroppo, che lo Stato, in questo non sia proprio in grado di fare lo Stato! Grazie per la sopportazione.
In attesa di una risposta.
P.S. – Prego gli organi di stampa e televisivi di non pubblicare il mio nominativo; non è con questo che non mi assumo le responsabilità per quanto scritto, solo che non vorrei potesse passare la missiva come forma di pubblicità indiretta. Grazie.