
GIOIA TAURO. Il cammino poetico non comporta certamente la perdita della razionalità, ma la riacquisizione e la coordinazione sia mentale che spirituale di quegli elementi di sensibilità sottile perduti dall’uomo nel suo cammino evolutivo, i quali divengono oggi vero e proprio mezzo di comprensione di ciò che è la scintilla della vera poesia, veicolata dal poeta del mondo moderno.
La poesia è, infatti, una delle forme di operatività più arcaiche e, dunque, più potenti alle quali l’essere umano ha fatto ricorso nel corso dei secoli bandendo dal proprio pensiero l’ombra dell’ignoranza che soffoca i gradi della conoscenza. Un vero poeta vive con una filosofia libera dalla ricerca ma legata alle proprie percezioni che solo attraverso la magia dell’ascolto può modellare, dando la giusta forma ad ogni percorso che lo riguardi da vicino.
La presa o “griffe” del nostro Maestro, amico e poeta Rocco Giuseppe Tassone rappresenta una vera trasmissione fisiologica e metafisica di poteri d’elevazione culturale che porta con sé il peso della tradizione. È forse proprio grazie alla conseguenza dei sentimenti, delle sensazioni e delle emozioni che il suo lavoro mantiene intatte nell’animo dei lettori, che appare meritevole di approfondimento il momento in cui l’autore veicola rettamente verso l’Altissimo quasi fosse un sigillo sacro che racchiude in sé il lavoro compiuto.
Ieri come oggi, a 40 anni dall’esordio artistico che lo ha reso noto, questo poliedrico autore intende preservare, confluendo all’interno del suo corpus poetico che testimonia plasticamente rectius la perfetta unione dagli esiti senz’altro fecondi, la capacità di rinunciare alle passioni dell’io, per contemplare la bellezza del noi.
In essa troviamo conforto e forza per mantenere la determinazione necessaria a dare concreta attuazione al carattere dell’opera, come un linguaggio che richiede necessariamente sia un lettore che uno scrittore. Rimane dunque a noi la scelta; se entrare in azione, se chiuderci o aprirci con anima e corpo all’ascolto del mondo dell’autore e della sua vera essenza, dando accoglienza, ovvero mettendo a disposizione noi stessi.
Quasi automaticamente gli occhi si chiudono e si entra in uno stato psichico assolutamente peculiare, grazie al saggio ed infinito silenzio, più volte richiamato in diverse opere ed alla meditazione sul domani, esaminando gradualmente la propria interiorità e dando il via a quel lento processo di purificazione che ci condurrà con grande capacità di discernimento verso la vera importanza del verbo.
La poesia, come anche la musica, risvegliano in chiunque la forza per procurare al proprio ego la felicità di cui si ha bisogno, pur riservando a volte una velata malinconia difficilmente gestibile; è un vero e proprio “laboratorio di idee” nel quale avviene l’incontro tra uomini diversi, che attraverso il dialogo ed il confronto, accrescono la loro conoscenza, studiando la forza della parola, principio di ogni cosa, vero fumus di chi cerca giorno dopo giorno di attribuire ad ogni singolo termine più significati.
Il giudizio critico, alimentato da principi e metodi, dà vita al dodecalogo del poeta, che ha dimostrato di essere in grado di statuire ciò che è giusto per natura, mirando al conseguimento di mete universali in grado di sconfiggere l’ignoranza, promuovendo la via della saggezza e della felicità.
La poesia così come la religione, è fatta per coloro i quali credono in qualcosa, per coloro i quali lottano per qualcosa. Ed è poco esaustivo dire che sia uno stile di vita, perché per i veri poeti come il nostro Rocco Giuseppe Tassone, è la vita.
Domenico Coco
(avvocato)