NON È FACILE dire qualcosa di nuovo a proposito di Facebook: tutti ne abbiamo parlato e letto e soprattutto lo utilizziamo, molti di noi quotidianamente, anche più volte al dì.
Chi non ha una pagina Fb spesso è perché ha preso posizione contro: insomma, il social, che ha festeggiato il miliardo di utenti connessi in un giorno giusto il 24 agosto scorso, non lascia indifferente nessuno, difficile ignorarlo.
Dunque nella marea di incroci tra i feisbucchiani, capitano anche fatti su cui vogliamo tornare a ragionare ancora una volta, sollecitati da episodi di intemperanza abbastanza frequenti a tutte le latitudini, non esclusa la nostra.
Può capitare, a qualcuno, quello che gli antichi romani chiamavano la sindrome dell’ubriacatura, paragonando il comportamento dell’uomo a quello della scimmia durante la fase dell’ebbrezza (sicut simia); o a quello del leone (sicut leo) e, infine, a quello del maiale (sicut sus), caratterizzato da comportamenti disdicevoli e repellenti. Adatti, ahinoi, ai tempi che viviamo…
Per esprimere le proprie opinioni su un social è indispensabile agire con civiltà, usando termini appropriati; evitare di aggredire, offendere e, peggio che mai, minacciare gli interlocutori.
Inutile dirlo? Insomma… mica tanto!
Spesso da una tastiera, al riparo nelle quattro mura della propria stanza, si materializza il “leone da tastiera” (sicut leo) – figura ormai delineata e specialmente riferita a soggetti dai dieci a diciassette anni, ma che in realtà non esclude nessuno a nessuna età (spesso il soggetto in questione soffre anche della sindrome del caps-lock , ovvero scrive solo con le maiuscole come a sfogare con le più alte grida (virtuali) tutta la sua inutile rabbia.
Chi si fa prendere la mano, insultando, minacciando, perseguitando uno o più utenti per le opinioni espresse attraverso i post pubblicati (o per mera idiozia), sappia che può andare incontro a una serie di conseguenze potenzialmente anche molto gravi. Soprattutto perché l’anonimato assoluto non esiste in rete: tutti sono sempre rintracciabili e in ogni momento.
Naturalmente il “leone” può essere bloccato da chi ne subisca le intemperanze, ma può anche essere segnalato agli amministratori di Fb, semplicemente sollecitando una verifica sulla compatibilità dei suoi interventi con i parametri di cui il social richiede il rispetto. La conseguenza della segnalazione può essere la sospensione della pagina del profilo del suddetto “leone” per un giorno o più fino ad alcuni mesi.
Chi viene aggredito o minacciato potrà poi ovviamente rivolgersi alla Polizia Postale, che è il tutore della legge in materia, e, se ricorrono i presupposti, potrà procedere con una querela da presentare in Questura o ai Carabinieri i quali, magari (come accade, usando la diligenza del buon padre di famiglia) cercheranno di comporre la controversia, verificando le condizioni oggettive e soggettive delle persone coinvolte: ma dovranno comunque prendere nota, se non altro, di chi abbia ecceduto nelle esternazioni, offeso e/o minacciato (sicut leo o sicut sus).
D’altra parte, come alla guida di un’auto non basta saper guidare e bisogna fare molta attenzione agli altri, così per i social è opportuno evitare di sollecitare i peggiori istinti attraverso provocazioni troppo forti. Meglio un po’di sana ironia; è bene fare molta attenzione al tag: taggare qualcuno su un’immagine forte o un video scandaloso o su dichiarazioni molto orientate è pericoloso oltreché potenzialmente dannoso per la persona taggata.
Infine le donne su Fb non sono necessariamente “disperate housewives” o femmine insoddisfatte da imbroccare costi quel che costi (sicut simia). Anche se l’immagine del profilo o quella di copertina fossero un po’ammiccanti, non è detto che la persona stia cercando “particolare attenzione”.
Insomma su Facebook ci si sta bene, se ci si sa stare. Come dovunque.
Buon giorno Paola, io ero iscritto a FB, più che altro “venni iscritto” dalle mie allieve e allievi, per le quali il cell. con un prof era troppo impegnativo, e la mail già un reperto archeologico (nonostante ciò conservo sempre le numerose lettere che mi hanno scritto a mano!). Devo dire che alla fine, dopo qualche anno mi sono cancellato, ma non per aver subito attacchi sguaiati o peggio. I motivi sono essenzialmente tre:
– mi faceva tristezza notare come i ragazzi (ma anche gli adulti che conoscevo) dedicassero tantissimo tempo a costruirsi un’immagine assolutamente non rispondente al vero, dove il vero non era affatto peggio. A dimostrare di avere una vita piuttosto irreale e assolutamente non rispondente a ciò che in loro c’era davvero. Quindi una massa di “bugiardi”, con se stessi e con gli altri.
– la gente si è abituata all’idea che l’esercizio della democrazia si basi su un like in più o in meno: la verità è che non si è mai visto risolvere un problema reale, utilizzando FB, non è mai avvenuto un cambiamento in positivo delle cose che non vanno utilizzando FB. Anzi: siccome un bel like, una bella frase, non costano nulla le persone sono sempre meno propense a fare cose concrete, a fare comunità nelle strade e lì davvero cambiare ciò che non funziona.
– infine: ma chi ce l’ha il tempo per stare a cazzeggiare, fingere, farsi foto, postare foto e raccontarsi quanto siamo splendidi e…inutili?
E infatti se proprio devo scrivere scrivo qui.
Un caro saluto
Massimo Scalas
PS. gli imbecilli ci sono sempre stati, solo che prima nessuno li considerava e non avevano i mezzi per farsi sentire (al massimo te li ritrovavi al bar a commentare il calcio di rigore alla Juve). Se non altro FB è democratico.
Massimo, puoi scrivere ovunque visto che lo fai con buonsenso.
Grazie dell’attenzione.
Si…ogni tanto mi sento uno di quei tuttologhi che non sopporto: infatti mi sopporto a stento. Evito lo specchio per non prendermi a schiaffi.
Alla prossima e grazie per l’apprezzamento!
“– la gente si è abituata all’idea che l’esercizio della democrazia si basi su un like in più o in meno: la verità è che non si è mai visto risolvere un problema reale, utilizzando FB, non è mai avvenuto un cambiamento in positivo delle cose che non vanno utilizzando FB. Anzi: siccome un bel like, una bella frase, non costano nulla le persone sono sempre meno propense a fare cose concrete, a fare comunità nelle strade e lì davvero cambiare ciò che non funziona.”
“PS. gli imbecilli ci sono sempre stati, solo che prima nessuno li considerava e non avevano i mezzi per farsi sentire (al massimo te li ritrovavi al bar a commentare il calcio di rigore alla Juve). Se non altro FB è democratico.”
Buongiorno Massimo,
non trovo il tasto “mi piace”
🙂