
PISTOIA. Il clima, con il caldo finalmente esploso, è ideale. È quello della Sala delle Carrozze, la sala super affrescata di Villa Scornio, dove nel pomeriggio di giovedì 4 giugno si è svolta la conferenza stampa di presentazione della III edizione di Teatri di confine, una vetrina sontuosa e per nulla di nicchia che perlustrerà più di un angolo della città e che si è volutamente spostata nella stagione più calda, promossa dall’Associazione teatrale pistoiese in strettissima collaborazione con la Fondazione Toscana spettacolo, la Regione Toscana e Il Funaro, che dall’avvento di Rodolfo Sacchettini alla presidenza del Manzoni ha acquistato, nobilmente e giustamente, il suo giusto peso specifico nelle dinamiche culturali della città.
Altri sei spettacoli, un’offerta poliedrica e all’altezza delle più nobili situazioni di intrattenimento, con l’ouverture dedicata a Gli Omini, che lasciati i megafoni sul marciapiede del binario 1 della stazione ferroviaria di Pistoia, riindossano i panni de La famiglia campione, già felicemente rappresentata, piacevolmente recensita e applaudita ovunque: all’appello, per la compagnia pseudoindigena, mancava proprio lo scenario di casa e martedì e mercoledì 10 giugno, alle 21, 30, proprio nella Sala delle Carrozze, Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Giulia e Luca Zucchini animeranno l’esilarante e mesto scenario di questo riconoscibilissimo agglomerato familiare.
Il secondo appuntamento, fissato alla solita ora di mercoledì 17 giugno, si svolgerà nella palestra comunale Bizzarri, dietro piazza San Francesco, dove Leonardo Capuano, ispirandosi liberamente a Fedor Dostoevskij e alla sua Delitto e castigo, animerà Sa vida mia perdia po nudda, un vero e proprio combattimento contro tutto e tutti.
Giovedì 25 giugno ci si sposta al Funaro, con tre appuntamenti in sequenza, a partire dalle 19:15: Strascichi, con la straordinaria Irene Russolillo che ritrova, sulla propria strada artistica, Piero Corso, “ideatore e istigatore involontario del Funaro” come ha tenuto a sottolineare Francesca Giaconi; “M” 1, e poi 2 e poi 3, coreografia morale di Gianluca Girolami e, per chiudere, dopo essersi quasi obbligatoriamente rifocillati alla caffetteria (ottima e a prezzi concorrenziali, ci è stato suggerito di scrivere), Cristina Rizzo, altra forza della natura, con il suo (scritto da Maurice Ravel) Bolero, con otto danzatori e danzatrici tra i 9 e i 12 anni scelti proprio dalla Rizzo in un appassionante e interminabile workshop svoltosi tempo indietro alla Saletta Gramsci.
Saverio La Ruina, infaticabile e inarrestabile monologhista, sarà invece il mattatore di Italianesi, lunedì 29 giugno, ancora nella Sala delle Carrozze di Villa Scornio, alle 21:30, con questa storia al contrario, reale e mai passata ai raggi x della storia, di quel migliaio di italiani internati nella Siberia albanese e liberati solo dopo il fatidico crollo del Muro di Berlino: una storia di interazione al contrario, per un gruppo di persone che furono considerate sistematicamente straniere, tanto nei campi di prigionia albanesi quanto sulle nostre coste.
Il finale di questa nuova avvincente terza edizione di Teatri di confine sarà affidato a Marina Giovannini e le sue Meditation on beauty n° 1 e 2, esperimento danzattoriale sulle musiche di Nina Simone e che si avvarrà della disarticolata armonia di Marta Capaccioli, Veronica Cornacchini e Lucrezia Palandri.
Di questo, e d’altro, naturalmente, si è parlato nell’incontro di oggi appositamente allestito nell’incantevole refrigerio della Sala delle Carrozze, dove sul tavolo dei relatori, abilmente sistemati dall’addetta stampa Francesca Marchiani (giunta per la prima volta non in anticipo), si sono accomodati una delle anime del Funaro, Francesca Giaconi, il Presidente dell’Atp Rodolfo Sacchettini, che con il tempo ha perso ruggine e timori, acquistando leggerezza e disinvoltura, fino a conquistare del tutto la scena dettando addirittura i tempi degli interventi, l’attrice Alessia Innocenti, punta dell’iceberg della Fondazione toscana e Saverio Barsanti, direttore artistico del Manzoni e dizionario impassibile di quello che è culturalmente avvenuto nei paraggi della città di Pistoia negli ultimi trent’anni.