PISTOIA. È una sorta di girone dantesco il nuovo lavoro di Roberto Castello, Studio Uno, in programma venerdì 16 maggio alle 21presso Il Funaro Centro Culturale di Pistoia (via del Funaro, 26/28), ultimo appuntamento della rassegna Teatri di Confine, promossa da Fondazione Toscana Spettacolo e Associazione Teatrale Pistoiese con il sostegno di Regione Toscana e Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia.
Con questo appuntamento prosegue a Pistoia la collaborazione tra l’Associazione Teatrale Pistoiese e il Funaro, inaugurata lo scorso ottobre in occasione del debutto al Teatro Manzoni di Pistoia dell’ultimo spettacolo di Daniel Pennac, L’occhio del lupo (L’oeil du loup), coprodotto dal Funaro.
Prodotto da Aldes, Studio Uno porta in scena una piccola comunità di uomini e donne in moto perpetuo che corre, marcia, si dispera, si perde, si disperde, si ritrova, amoreggia, balla, cerca riposo, lotta. I progetti Aldes sono caratterizzati da una particolare attenzione al rapporto fra azione coreografica e spettatori, quindi a tutte quelle forme di danza contemporanea che hanno connotati non convenzionali e sperimentano nuove forme di rapporto spazio/temporale fra spettatori e opere. L’avversione per l’ovvio, l’attenzione per il pubblico e una coraggiosa ricerca linguistica sono senza dubbio le caratteristiche distintive del coreografo Roberto Castello e Studio Uno non fa eccezione.
Studio Uno è una cruda metafora dell’insensato dibattersi e lottare quotidiano, una travolgente narrazione astratta incastonata in una severa scenografia luminosa in costante mutamento. Una narrazione che, come un fumetto, procede per quadri elementari illuminati esclusivamente dalla cruda luce bianca di un video proiettore che ne scandisce gli spazi e ne definisce le geometrie.
L’immagine scabra e severa e l’ossessivo incedere della base musicale determinano l’atmosfera all’interno della quale si dipanano le micro narrazioni che costituiscono il tessuto drammaturgico del lavoro. Un bianco e nero freddo e molto contrastato in cui i costumi di panno nero rimandano a un passato fuori dal tempo di austera povertà, con toni che riecheggiano in qualche modo il cinema di Dreyer o i Sette peccati capitali di Bergman, per il senso di incombente ineluttabilità. Questo non impedisce, però, che la drammaticità dei toni sia a tratti squarciata, come è in tutte le tragedie umane, da improvvise esplosioni di tragica comicità.
Roberto Castello, danzatore, coreografo, insegnante è il fondatore di Aldes (1993), con cui conduce sperimentazioni tra danza, arti visive e nuove tecnologie. È promotore e curatore di varie manifestazioni artistiche e culturali e nel 2008 è tra i fondatori di SPAM! rete per le arti contemporanee. Nel 2010 cura le coreografie per Vieni via con me di Rai 3, di con Fazio e Saviano. Nel 2013 partecipa, con la propria compagnia e in qualità di coreografo, alla realizzazione di due film-installazioni a firma di Peter Greenaway, The Towers e The Dance of Death.