Come si può gestire la violenza che divide gli uomini? Come si fa a chiedere a qualcuno, anche se solo per finzione, di uccidere un proprio simile? Quali sono i presupposti da cui partire per organizzare una rivoluzione?
PISTOIA. Vivere appesi ad un filo, in uno stato di precarietà, di contraddizione continua, di violenza pervasiva e latente: da questa condizione umana prende avvio la strada che Rigola ha scelto di percorrere per guidare il lavoro dei 12 attori in scena nell’ultimo appuntamento della stagione di prosa 2016/2017 del Teatro Manzoni che ospita, nell’anno di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017, lo spettacolo che ha debuttato all’ultima edizione dell’Estate Teatrale Veronese.
In scena, dal 7 al 9 aprile, Giulio Cesare di William Shakespeare, nella traduzione di Sergio Perosa, per la regia e l’adattamento dello spagnolo Àlex Rigola, prodotto dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. Lo spettacolo arriva a Pistoia per chiudere una tournée che, dopo importati teatri italiani (Napoli, Torino e Parma), ha fatto tappa anche al Teatro Central di Siviglia.
Sul palco nel ruolo del protagonista e per la prima volta al Manzoni di Pistoia, Michele Riondino, apprezzato attore di teatro, cinema (accanto a Elio Germano ne Il giovane Favoloso), teatro e volto popolare della tv per Il giovane Montalbano.
Direttore della Biennale Teatro di Venezia, Rigola realizza la sua prima regia italiana tornando all’opera che lo fece scoprire a livello internazionale. Un testo epico, intenso ed appassionante, che ruota intorno all’esercizio del potere, in questa versione impersonato da una donna, Maria Grazia Mandruzzato, nel ruolo di Cesare.
Il resto del cast, selezionato dal regista spagnolo, contempla performer con alle spalle esperienze internazionali accanto ad artisti quali Romeo Castellucci, Jan Fabre e Sasha Waltz (Silvia Costa, Pietro Quadrino, Raquel Gualtero e Andrea Fagarazzi), come pure giovani e talentuosi attori che si sono formati nella scuola del Teatro Stabile: Margherita Mannino, Eleonora Panizzo, Riccardo Gamba e l’attrice pistoiese Beatrice Fedi.
I ruoli centrali di Bruto e Cassio sono invece stati affidati a due interpreti di grande esperienza come Stefano Scandaletti e Michele Maccagno.
Uno spettacolo di respiro internazionale, dunque, che riunisce attorno a Rigola una serie di collaboratori eccellenti, capaci di dare concretezza alla sua personalissima idea registica: dallo spazio scenico atemporale di Max Glaenzel all’universo sonoro post-contemporaneo di Nao Albet, dalle luci evocative di Carlos Marquerie ai costumi tra il classico e il pop ideati da Silvia Delagneau.
Per il ciclo “Il teatro si racconta”, secondo appuntamento quest’anno alla Biblioteca San Giorgio di Pistoia, dopo il grande successo con Laura Morante a Gennaio. La compagnia di Giulio Cesare incontrerà il pubblico sabato 8 aprile alle ore 17,30 nell’auditorium Terzani. A condurre l’incontro sarà Titti Giuliani Foti, responsabile Cultura e Spettacoli del quotidiano “La Nazione”. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
William Shakespeare scrisse Giulio Cesare nel 1599, ispirandosi in parte a fatti storici e in parte alla traduzione di Sir Thomas North delle Vite dei nobili greci e romani di Plutarco. L’opera comprime i tre anni che vanno dalla vittoria di Munda nel 45 a.C. al suicidio di Bruto nel 42 d.C. per farli durare meno di sei giorni. Questa compressione degli eventi fa sì che l’intera narrazione sia un unico, ininterrotto conflitto, sia a livello personale che politico.
La scelta di affidare il ruolo di Giulio Cesare a una interprete femminile ha un significato ben preciso. In lei si raccolgono le tante espressioni di “donne al comando” che al giorno d’oggi, nella politica come nell’economia, gestiscono le leve del potere con la stessa inflessibile determinazione dei loro omologhi uomini, se non di più. È la dimostrazione che, al di là delle questioni di genere, tutta l’umanità è per sua natura soggiogata dalla fascinazione che esercita il predominio dell’uno sull’altro. Del resto chi incarna il potere ha gioco facile nel condizionare un’umanità alienata, immobile, ferma sulle proprie posizioni, quasi rassegnata, riluttante a mettersi in gioco per cambiare lo stato delle cose.
In questo dramma romano non ci sono eroi ma soltanto uomini. E non ci sono eroi perché nel Giulio Cesare, non ci sono certezze, né valori assoluti. Tutto passa e tutto cambia; i miti sorgono e decadono per essere sostituiti da altri che a loro volta crolleranno; la realtà è inafferrabile e sfuggente, osservabile da mille punti di vista, suscettibile di mille interpretazioni.
Come quelle che attraversano questa versione del testo: contemporanea, viscerale, fuori dagli schemi e dalle categorie. Un Giulio Cesare che interroga lo spettatore e lo mette di fronte a se stesso, senza mezzi termini.
Lo spettacolo è in prevendita alla Biglietteria del Teatro Manzoni (0573 991609 – 27112), on line su www.teatridipistoia.it e www.boxol.it.
La stagione 2016/2017 del Teatro Manzoni di Pistoia è realizzata con il sostegno di Unicoop Firenze e Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia – www.teatridipistoia.it – www.pistoia17.it.