TEATRO MANZONI NUOVA STAGIONE

Elena Becheri, Rodolfo Sacchettini, Lidia Martini e Saverio Barsanti
Elena Becheri, Rodolfo Sacchettini, Lidia Martini e Saverio Barsanti

PISTOIA. La fortuna dell’Associazione teatrale pistoiese è avere Saverio Barsanti come direttore artistico. Certo, il navigato e affiatato staff contribuisce eccome alla crescente riuscita delle stagioni, così come il nuove Presidente, Rodolfo Sacchettini, che ha dato un guizzo di freschezza al collaudato impianto artistico-manageriale, aggiungendo ad una tradizione che lo celebra tra i migliori della Toscana, una nuova linfa umorale.

La differenza, però, al di là di ogni ragionevole considerazione e constatazione, è che Saverio Barsanti, oltre ad essere un’enciclopedia vivente del teatro contemporaneo, figlia di assidue frequentazioni, è soprattutto un voracissimo spettatore, che è sistematicamente alla caccia di cose non viste: lo fa a stagione del Manzoni in corso, ma anche prima e dopo.

Il risultato, confermato a quattro voci stamani nella conferenza stampa tenutasi nel saloncino attiguo al palcoscenico della presentazione della nuova stagione che andrà ad iniziare il prossimo ottobre, è che anche in questa stagione, a cavallo tra il 2014 e il 2015, al Manzoni, agli stessi prezzi delle ultime due stagioni, ma con uno spettacolo in più, l’undicesimo, arriverà un esercito di talenti. L’aggiunta, già vista e applaudita, è la coppia Renata Palminiello-Valentina Sperlì, con Maledetto nei secolo dei secoli l’amore.

A seguire, in ordine cronologico, Servo per due, con Pierfrancesco Favino, seguito da 7 minuti, di Stefano Massini e per la regìa di Alessandro Gassmann, ormai residente pistoiese, con l’immancabile Ottavia Piccolo. Umberto Orsini sarà il mattatore de Il giuoco delle parti, diretto da Roberto Valerio, in dirittura d’arrivo con il suo laboratorio teatrale al Bolognini, così come Leo Gullotta (la prima volta che sbarca al Manzoni) ed Eugenio Franceschini lo saranno di Prima del silenzio.

Seguiranno Lo zoo di vetro, Sinfonia d’autunno (Gabriele Lavia alla regìa), La dodicesima notte (diretto da Carlo Cecchi), Morte di un commesso viaggiatore (Elio De Capitani in duplice veste, regista e prim’attore), Dipartita finale (l’elogio della vecchiaia, con Tedeschi, Pagliai, Branciaroli e Popolizio) e Le sorelle Macaluso, testo e regìa di Emma Dante. A questo aggiungeteci gli altri linguaggi, altri quattro spettacoli di prim’ordine e poi, se ne avete voglia, tirate le somme: fatelo confrontando la qualità e la quantità dell’offerta pistoiese con quelle degli altri teatri toscani e poi, ultimo ma non ultimo, confrontate i prezzi.

Perché tanto successo? Perché a Pistoia, la Pistoia del teatro Manzoni, si sta decisamente bene. Lo dimostrano le varie residente artistiche offerte a molti debuttanti in cerca di dimora, così come i sistematici ritorni di alcuni grandi, per non parlare poi di come l’accoglienza offerta a tutto il personale viandante non abbia altrove uguali. È un’isola davvero felice, attorno alla quale si muovono e interagiscono una serie di piccole, medie e grandi imprese che continuano a garantire spettacoli tanto interessanti.

Lo hanno confermato Elena Becheri, Lidia Martini e Rodolfo Sacchettini, assessore comunale e provinciale alla cultura le due lady e il Presidente dell’Atp, il terzo, assicurando la platea accorsa alla velina che tutto quello che c’era rimarrà, Funaro compreso e che anzi, nei limite dell’impossibile, questa associazione non potrà che crescere.

E se regge Saverio Barsanti non abbiamo alcun dubbio!

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