teoria gender. MANGONI DICE NO!

e

In rosso le definizioni dei genitori biologicamente distinti in papà e mamma

AGLIANA. Mangoni dice no alla teoria “Gender”. Ad Agliana la gestione telematica dei servizi dei bambini delle scuole elementari implica la classificazione più tradizionale e autentica dei genitori biologici, cioè del babbo e della mamma, non della moderna denominazione usata dagli apologeti della teoria Gender, in “genitore 1 e altro genitore o (discriminando nella discriminazione) genitore 2”

Il deputato (allora) Vladimir Luxuria, ricevuto dalla Sindaca Eleanna Ciampolini in sala consiliare

La form predisposta dal Comune prevede infatti l’indicazione del cellulare di “Papà” (che è davvero universalmente conosciuto in Italia, e in Toscana è gergalmente il “babbo”) e quello di “Mamma”, anche in prima lettera maiuscola.

Anche il Commissario Fragai ha resistito alle spinte delle varie associazioni filo-gender, ben presenti sul territorio aglianese da vari lustri, con analoghi eventi celebrativi a tematica “trans“.

 

[Alessandro Romiti]

Print Friendly, PDF & Email

2 thoughts on “teoria gender. MANGONI DICE NO!

  1. DIRITTO DI REPLICA

    A proposito dell’articolo scrive Guido Del Fante

    TEORIA GENDER, DEL FANTE: Dai giornali ci aspettiamo buona informazione e non articoli denigratori e sessisti
    La questione e il dibattito sulla (inesistente) teoria Gender, in Italia, è diventata negli anni una vera ossessione per chi non riesce ad accettare la diversità come ricchezza. Mi è capitato di leggere questo articolo e di quante inesattezze riesca a contenere in poche righe.

    Da un giornale mi sarei aspettato maggiore approfondimento, discussione ed anche meno errori. Nessuno sta facendo o farà mai il lavaggio del cervello a vostro figlio o vostra figlia. Semplicemente serve educare alla sessualità, alla conoscenza, all’esperienza. Educare agli affetti, educare sul fatto che ognuno può essere cosa vuole, donna o uomo, che possano sviluppare le proprie aspirazioni di vita senza sentirsi bloccati.

    Le associazioni LGBT (magari il giornalista non lo sa, ma è un acronimo che indica Lesbiche Gay Bisex e Trans) sul territorio aglianese non ci sono e non operano nessuna influenza sul comune o sull’amminstrazione stessa. Ci sono stati negli anni, diversi progetti e cooperazioni con Arcigay ed altre realtà di Pistoia per sensibilizzare anche il territorio Aglianese al tema. Ad Agliana abbiamo approvato nello scorso consiglio comunale una bella mozione per combattere l’omofobia scritta dalla ex consigliera Clarissa Lucchesi.

    Non ultima come iniziativa,infatti, abbiamo realizzato la prima giornata di “Tutti sotto lo stesso arcobaleno” che organizzai insieme alla ex sindaca Ciampolini nel 2014. In quella giornata venne ospite Vladimir Luxuria che, oltre a non essere più una parlamentare allora (errore del giornalista), sarebbe stato corretto e non sessista scrivere “La deputata” invece che “il deputato”, dopo i decenni di lotte che anche le persone transessuali hanno affrontato e stanno affrontando nel mondo.

    L’articolo, tra l’altro, non tiene conto della miriade di famiglie che esistono in Italia ed anche ad Agliana che vanno oltre lo stereotipato racconto di questo articolo. Esistono famiglie con un solo genitore, con una mamma o un babbo, con due mamme, con due babbi, famiglie composte solo dalle zie o le nonne e così via discorrendo. Perché quello che conta all’interno di un nucleo familiare è l’amore, l’affetto per il proprio figlio.

    Non esistono progetti di indottrinamento volto a scardinare i valori della famiglia, ma solo far crescere tutti noi in un mondo di rispetto ed amore.

    Il valore universale che dobbiamo riconoscere è che tutti siamo esseri umani le cui differenze sono una ricchezza. Dobbiamo andare oltre all’idea che donna e uomo debbano avere ruoli predefiniti in base al sesso, dobbiamo andare oltre questa società sessista che non ci fa evolvere e che ci mette l’uno contro l’altro tra deboli.

    Tutto questo lo dico perché il momento del coming out, per un ragazzo gay, una ragazza lesbica o una ragazza o ragazzo transessuale è uno dei momenti più difficili, di crescita e di responsabilità che ci possano essere. Per questo c’è bisogno di sostegno e non di allontanamento da parte della famiglia, dei parenti e degli amici. E sicuramente la lettura su un giornale locale di questa taratura, non può che acuire le paure, i dubbi e le insicurezze.

    Caro Romiti, secondo la (inesistente) teoria Gender che anche lei sostiene in questo articolo, io nato da famiglia eterosessuale sarei dovuto essere eterosessuale. Ed invece la sorprenderò: sono omosessuale, mi batto ogni giorno per il riconoscimento dei diritti di tutti e sono fiero della mia famiglia che ha maturato con me le differenze.

    Per quanto riguarda la scelta dell’amministrazione Mangoni, non credo sia stata una scelta come dice lei anti gender ma semplicemente una scelta automatica. Io, anche per insegnare a noi tutti che la diversità è ricchezza, avrei optato solo per lo spazio “genitore” proprio perché molte realtà familiari, indipendentemente dalla sessualità del genitore, prevedono anche un solo genitore.

    Se desidera, visto che la conoscenza è ricchezza, le faccio conoscere la realtà con esperienze, racconti e testimonianze. Perché l’unico modo per superare l’omofobia è quello di capire che non c’è niente di cui avere paura.

    Guido Del Fante

Comments are closed.