FIRENZE. L’argomento è tutto nel titolo e sembra ovvio, ma non lo è: Giù le mani dai bambini.
I relatori hanno trattato il delicato, ma anche folle – per come su di esso incombe certamente della follia – problema del “costruzionismo sociale alle teorie del gender” con una competenza appropriata, attestata dai plausi dei presenti in sala, affollatissima.
Sì, perché anche solo immaginare di dover parlare esplicitamente di “piccoli transessuali e di fluidità di genere” nei bambini di 3 anni fino a tutta la loro adolescenza, è un abominevole esercizio intellettuale che impegna chiunque ad abbandonare le esperienze intuitive, consolidate in natura.
Le “differenze di genere”, sono una marcatura biologica primordiale e fondamentale, caratteristica e orientativa, dell’esperienza esistenziale di ciascun essere umano. La Vita è come un dono, e le differenze sono delle risorse, non degli optional intercambiabili a seconda dell’ambiente o dei soggetti preposti alla educazione (?) dei bambini.
La sola eventualità che nel mondo, si propongano finanziamenti a cliniche dove, degli adolescenti verrebbero “accompagnati” a verificare la loro confusione di identità, con l’annullamento del genere sessuale biologicamente definito nella nascita, è una follia.
Sia ben chiaro ai genitori: le “cliniche” sono la fine di un percorso che trova avvio nelle scuole.
È a scuola che, grazie a alcuni dirigenti scolastici, si organizzano progetti dedicati a “campagne di libertà” per valutare le differenze di genere.
I relatori hanno parlato con video molto espliciti che hanno descritto il fanatismo ideologizzato (non mancando le contestazioni a ipotizzati fascisti, completamente fuori dal tema) incontrato da Filippo Savarese nelle varie piazze d’Italia con il Bus delle Libertà di Citizengo (www.citizengo.org).
Che I bambini sono maschi, le bambine sono femmine è pacifico e intuitivo per chiunque: ma ciò che appare ovvio e pleonastico per la generalità delle persone non lo è per chi propugna le “teorie del gender” che protesta l’arrivo del bus arancione.
Federica Picchi ha portato un suo interessante contributo sulle tecniche di pubblicizzazione subliminale alle “teorie del gender” offerte da Tv, Cinema e Teatro, come ultimamente abbiamo conosciuto con lo spettacolo teatrale Fa’ afafine, noto a Pistoia per le forti polemiche registrate.
Lo psicologo Daniele Mugnaini ha rappresentato lo stato dell’arte sull’argomento e Federico Iadicicco ha chiuso con un appello ai genitori: la famiglia sia il primo avamposto nel controllo delle iniziative promosse a volte da certe istituzioni scolastiche, tese a sviluppare disorientamento nei bambini, naturalmente esposti alle criticità emotive e fallacìe psicologiche dell’età prescolare.
[Alessandro Romiti]