Nel quarantesimo anniversario il ricordo di Andrea Lucarini: “Andammo allo sbaraglio ad affrontare una situazione molto più grande e complessa delle nostre capacità ma con la convinzione che anche noi avremmo fatto la nostra parte”
QUARRATA. Il terremoto in Irpinia colpì alle 19,34 di domenica 23 novembre 1980. L’entità drammatica del sisma non venne valutata subito. Solo a notte inoltrata si cominciò ad evidenziarne la più vasta entità. Da una prospezione effettuata nella mattinata del 24 novembre tramite un elicottero vennero rilevate le reali dimensioni del disastro. Uno dopo l’altro si aggiungevano i nomi dei comuni colpiti; interi nuclei urbani risultavano cancellati. L’area interessata si estendeva dalla Irpinia al Vulture a cavallo delle province di Avellino, Salerno e Potenza. Ad aggravare gli effetti di quel sisma anche il ritardo dei soccorsi e l’assenza di una organizzazione di protezione civile capace di consentire azioni di soccorso in modo tempestivo e coordinato.
Diversi uomini e donne partirono anche dalla provincia di Pistoia.
“Quel 1980 — ricorda Andrea Lucarini, ex dipendente Cri — era l’alba del volontariato a Quarrata e probabilmente anche in altre parti del nostro paese. Andammo allo sbaraglio ad affrontare una situazione molto più grande e complessa delle nostre capacità, ma con la convinzione che anche noi avremmo fatto la nostra parte, avremmo versato la nostra goccia nel mare che senza di quella e di tante altre come la nostra il mare non sarebbe tale”.
“Non avevamo una preparazione specifica come oggi fortunatamente c’è, ma – ha aggiunto — avevamo tanta voglia di aiutare chi era stato meno fortunato di noi. Sono 42 anni che faccio il volontario e di situazioni come questa ne ho vissute molte, ma non ti ci abitui mai. Ogni emergenza ha le sue storie, tristi ma anche belle, ma che lasciano entrambe la loro cicatrice”.
Come quella appunto del terremoto del 1980.. Dall’allora sottocomitato della Croce Rossa Italiana di Quarrata Lucarini con altri suoi compagni di viaggio tra cui Valter Pretelli e Stefano Innocenti, partirono per le zone terremotate portando viveri per i bambini rifugiati nelle scuole.
“Sono passati 40 anni da quando anche noi andammo a dare il nostro modesto aiuto alle persone terremotate. 40 anni sono passati, a quel tempo noi non avevamo le divise come oggi. Ognuno era vestito diverso dall’altro, l’unico simbolo che ci identificava era la croce rossa sul braccio” ricorda Andrea Lucarini.
“40 anni sono passati dalle nostre fredde notti in tende posticce di plastica giallino chiaro, a dormire su una rete senza materasso e con i pochi ricambi accatastati sulle altre reti perché l’acqua entrava anche dentro”.
In Irpinia dettero una mano dove c’era bisogno: “Si viaggiava di notte per accompagnare il medico a fare visite nei casolari sperduti nella campagna” e aggiunge: “40 anni sono passati da quei nostri 20 anni di spensieratezza, dove di colpo, abbiamo sbattuto la faccia in una realtà diversa, fatta di smarrimento, sofferenza e lutti che ci ha visto crescere immediatamente e diventare uomini. 40 anni sono passati, ma quei giorni si dimenticano male e si ripropongono ogni qualvolta un evento simile si ripresenta”.
Una prima esperienza a cui ne sono seguite negli anni molte altre.
Andrea Balli