terrorismo. MORIAMO DI BUONISMO E DI POLITICALLY CORRECT

Renzi e Merkel
Renzi & Merkel, bell’accoppiata

PISTOIA. Si chiama Nabed B. il terrorista islamico che ha falciato con un camion una sessantina di persone, uccidendone dodici, ieri sera attorno le otto nel mercatino di Natale nel centro di Berlino.

Ventitreenne, pakistano e richiedente asilo. Faceva parte del  milione di “profughi” che la cancelliera Merkel volle accogliere, con tutti gli squilli di tromba possibili e immaginabili, un annetto fa circa.

Alloggiava nell’ex aeroporto di Berlino, adibito a campo profughi, organizzato con una miriade di letti a castello, di quelli che noi usiamo per i ragazzi.

La Merkel, a quanto pare, e per molte ragioni ma non per motivi umanitari, ritenne che i provenienti dalla così detta rotta balcanica fossero i suoi figli acquisiti. Che andassero, insomma, accolti in massa senza porsi alcuna domanda. L’economia tedesca lo permetteva, punto.

Siamo, adesso, come è già accaduto molte volte negli ultimissimi anni, inebetiti, pronti a garantire la massima solidarietà al popolo tedesco, sicuri che mai faremo passi indietro, già in marcia per le strade di Berlino, urlanti ich bin deutscher, cantando imagine all the people in dolente coro, accendendo lumini e posando i peluche sulla terra rossa del massacro.

Siamo, ormai da anni e anni, sulla strada che porta alla sconfitta, sia morale che tecnica. Voi credete che il terrorista islamico Nabed abbia casualmente scelto di colpire un mercatino di Natale? Scordatevelo, se lo pensate.

A dirgli di colpire quel mercatino, quelle bancarelle e quelle persone, che stavano rappresentando la cultura cristiana europea, è stato l’Intellettuale Collettivo che vuole abolire il presepe o la recita natalizia nelle scuole italiane (poco importa che la strage non ci tocchi direttamente: siamo europei e occidentali quanto i tedeschi). A invogliare il fondamentalista islamico Nabed è stato il Preside Collettivo che vuol far togliere il crocifisso dalla scuola che dirige per non urtare la sensibilità degli studenti musulmani.

Il Califfo dello Stato Islamico, Al Bagdadi
Il Califfo dello Stato Islamico, Al Bagdadi

A stendere il tappeto rosso a quel figlio di Allah è stato il Giornalista Collettivo che, dopo le violenze di massa perpetrare a Colonia un anno fa da bande di clandestini di fede islamica ai danni delle donne del posto, ha commentato l’accaduto sparando minchiate sull’alto tasso di femminicidio presente in Italia (tasso, per altro, in diminuzione). Zittendo le proteste, accusando sé stesso del solito crimine.

Ci perdoni il Vescovo di Roma, ma anch’egli ne ha sparate un po’ troppe per garantirsi l’immunità. Fu il Papa dei cristiani a dire, durante un volo, dopo l’attentato islamico a Charlie Hebdo, che se gli insultano la madre lui risponde con un pugno. Dunque, giustificando l’accaduto. E allora, trovando il responsabile non in chi aveva premuto il grilletto dell’AK-47, ma in chi aveva fatto satira su quest’ultimo.

A spalancare la porta della nostra anima, piegandosi col culo all’insù e anticipandone addirittura la richiesta, è il Geopolitico Collettivo che straparla di cattiveria di Putin e di Assad (e adesso anche della collusione ideologica di Trump), strizzando quindi l’occhio alla parte a loro avversa: lo Stato Islamico dell’Isis, l’incubo dei nostri tempi.

Il colpevole è il Comunista Collettivo ideologicamente sconfitto dalla storia e che vuole rifarsi aprendo le porte dell’Occidente al mondo islamico, chinando il capo ad ogni richiesta, favorendo la costruzione di moschee finanziate dalle potenze arabe, primi finanziatori dello Stato Islamico; fingendo che la legge islamica non cozzi con la Costituzione. Se non la distrugge Renzi, ci penserà un Nabed qualsiasi.

Il colpevole, in definitiva, è quell’accozzaglia buonista e politicamente corretta che non sa affiancare al sostantivo terrorista l’aggettivo islamico.

[Lorenzo Zuppini]

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