terrorismo. QUALI MISURE DAVVERO INCISIVE?

Strage a Nizza [Repubblica]
Strage a Nizza [da Repubblica]
PISTOIA. I fatti di Nizza non richiedono commenti. Pongono piuttosto delle domande le esternazioni dei politici: “non bisogna abdicare”, “non si deve cedere”, “nessuno deve farsi intimorire”, “occorre andare avanti e reagire”.

Discorsi ufficiali, inni, fiaccolate ma tutto rimane confinato a questa ribalta che non sembra dare risultati apprezzabili. Reagire sì, ma come? Pregare e basta non serve. Visto che, prima lentamente e ora sempre più velocemente, ci andiamo convincendo che l’integrazione basata sull’educazione, la comprensione, la tolleranza etc non dà e, purtroppo, non darà i frutti sperati ed attesi, bisognerà pensare a qualche tipo di difesa e contrattacco che non si limiti ai luoghi comuni.

Chi alimenta il Daesh?
Chi alimenta il Daesh?

Anche le reazioni dei musulmani, diciamo così più morbidi e consapevoli, si limitano a condanne tiepide, più o meno sfuggenti, mai decise e inappellabili.

Se poi gli stessi musulmani moderati dovessero esse costretti a scegliere tra un occidentale che lo ha accolto e nutrito e quel terrorista che io mi ostino a chiamare delinquente, sicuramente, in ultima analisi, opterebbe per il fanatico poiché ad esso li unisce un cemento indissolubile e inamovibile, quello dell’appartenenza religiosa.

Nato e Isisi [vignetta L'Intellettuale Dissidente]
Nato e Isisi [vignetta L’Intellettuale Dissidente]
Come ci si può difendere da gente qualunque, ben mescolata alla società civile che agisce e colpisce come, quando e dove vuole in piena autonomia? Truppe speciali e carri armati è evidente che non servono.

Potevano essere utili i servizi segreti, sì, ma quando erano segreti davvero, ora, quasi tutti, sono stati, se non smantellati, resi “democratici” e quindi non più segreti.

Potremmo imparare qualcosa dallo stato di Israele? Se gli israeliani avessero seguito il nostro metro comportamentale chissà da quanto tempo sarebbero spariti dalla faccia della terra.

Occorre una strategia diversa capace di scoraggiare coloro che si apprestano a manifestare il loro odio con vili attentati nella convinzione di raggiungere il paradiso.

Putin, che pure subisce attentati, qualche argomento in più lo ha mostrato, naturalmente non sotto le telecamere e senza enfatizzare metodi certamente non ortodossi ma sicuramente più efficaci. Non mi spingo oltre anche se qualche idea l’avrei, idee ripugnanti al solo pensiero, ma le uniche che potrebbero indurre i neo attentatori a riflettere meglio su quello che si accingono a fare.

Avranno anche loro una famiglia? L’alternativa è semplice, continuare a contare i nostri morti e vivere in un permanente stato di terrore col rosario in mano nell’attesa che il cielo faccia ravvedere i votati al martirio.

La realtà non ammette vacue filosofie le stesse che ci hanno condotto sin qui, ma richiede provvedimenti incisivi che vadano fuori dagli schemi attuali troppo prevedibili e aggirabili.

[Fiore Di Monozzo]


SIAMO LA CONSEGUENZA DELLE NOSTRE SCELTE

L'Italia e gli affari con i sauditi: va bene così?
L’Italia e gli affari con i sauditi: va bene così?

 

DEVO REPLICARE all’amico Fiore di Monozzo, che analizza un problema senza trovare alternative, anche fuori dagli schemi attuali.

L’idea di colpire le famiglie, secondo le teorie esaltate anche dal presidente Picconatore Cossiga e applicate, ad esempio, sui separatisti baschi, implicano infatti la conoscenza, a priori, dei lupi solitari potenziali, pronti a commettere atti terroristici in Europa. Informazioni, queste, che non sono certo disponibili: fino al momento prima gli attentatori sono sempre tutti insospettabili.

Ma il paragone in assoluto da scongiurare è proprio con lo stato di Israele, uno stato che ha condannato alla violenza e all’odio la sua popolazione: infatti dall’odio e dalla violenza verso i palestinesi non può venire niente di buono, come tanti israeliani stessi sostengono, a partire da Gydeon Levy, o altri autorevoli esponenti di origine ebraica anche italiani.

Fai laicamente attenzione alla realtà di Hebron (vedi video), alle risoluzioni Onu violate, ai territori occupati, militarmente e in spregio ai diritti umani, agli omicidi gratuiti di bambini in spiaggia, di pescatori, di contadini palestinesi etc: Israele ha creato un ghetto, uno dei tanti della storia, dove questa volta sono loro, gli israeliani, a comandare. Ovviamente armati fino ai denti, al punto che non sono infrequenti esplosioni accidentali di granate, con vittime trai soldati della stella di David (vedi).

L’espressione del ghetto, per lo stato d’Israele, non è mia ma di Stefano Bartolini, un giovane storico e studioso di Pistoia, discendente Bemporad, che ti potrà sicuramente fornire dati e argomenti rigorosi, di cronaca e storia, sulle conseguenze nefaste della politica di occupazione e odio condotta dal governo israeliano. Se non sbaglio anche tu hai relazioni con l’Istituto Storico della Resistenza, quindi lo puoi incrociare facilmente.

Del resto bisogna prendere atto che il terrorismo globale, o terza guerra mondiale diffusa, come la chiama Papa Francesco, è ormai l’altra faccia della nostra società. L’altra faccia della modernità non è altro che un mondo terribile che miete innocenti, ma che non nasce dal caso: è connaturato spesso alla scelta politica di utilizzare l’estremismo islamico contro regimi scomodi. La Clinton lo ha ammesso a proposito di Isis e “ribelli” armati in funzione anti Assad.

Per non parlare della guerra in Iraq, dichiarata dall’Occidente sulla base di armi di distruzione di massa inesistenti, che è stato il detonatore del jihadismo globale, o del ruolo dei sauditi, con gli occidentali in gara a vendergli le armi, nel foraggiare la pericolosa ideologia wahabita e le varie formazioni di guerriglieri…

[Lorenzo Cristofani]

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7 thoughts on “terrorismo. QUALI MISURE DAVVERO INCISIVE?

  1. Cari voi, l’argomento è stimolante e mi viene da dire la mia. Premesso che la questione palestinese non ha niente a che fare con gli attacchi terroristici islamici, e che occorrerebbe avere una vera memoria storica di lungo corso (che per esempio servirebbe a capire che gli ebrei non sono mai andati via dalle terre che videro nasce il loro popolo: la diaspora li ha divisi in tre gruppi e uno di loro non se ne andò mai) , possibilmente non di parte, per capire la genesi dell’attuale situazione nell’area israelo- palestinese, penso che un’arma risolutiva non esiste. Non esiste perchè non vogliamo aprire gli occhi. Ad ogni attentato, dopo lo sdegno iniziale, dove qualcuno ammette che si, la questione è legata all’Islam e al suo rifiuto della nostra società secolarizzata, poi, con il passare dei giorni, sempre, quei coglioni che ci governano, quei coglioni che scrivono sulla grande stampa, iniziano coi distinguo, con le colpe dell’Occidente (che pure ci sono e grandi), fino alla negazione più smaccata e autolesionista, del collegamento Islam- terrorismo. Questo nonostante gli attentati in Europa siano opera di rampolli della media borghesia, non gente che ha vissuto gli orrori della guerra, ma gente che beveva birra, andava in discoteca e si fidanzava con ragazze europee. L’attentato di Dacca poi è clamoroso nel togliere ogni giustificazione di questo tipo: i macellai sono professori e intellettuali universitari della classe colta.
    In particolare qui in Italia ci si culla nell’illusione che noi siamo visti meglio, perchè non direttamente coinvolti nei conflitti nord africani e medio orientali, fingiamo di credere che la nostra intelligence sia migliore delle altre e ci protegga: il fatto è che non siamo al “se” accadrà anche da noi, ma quando e dove. Ricordiamoci che a Dacca i nostri connazionali sono stati smembrati vivi: ma davvero poi basta la partita della nazionale il giorno dopo la strage a dimenticare quanto accaduto? Siamo proprio così ciechi e insensibili? Se si, siamo persi.
    Massimo Scalas

  2. L’argomento è tale per cui nessuno può pensare di avere la verità in tasca da solo. Di mio aggiungo alcune considerazioni probabilmente banali e probabilmente non condivise.
    E’ indubitabilmente vero che l’uomo di cultura islamica parte da un senso dell’appartenenza religiosa che. anche quando non è vissuto fanaticamente, è senz’altro assai più radicato e coinvolgente di quanto non siano le nostre tiepide convinzioni di cristiani (per chi lo è) e soprattutto la nostra coerenza con il Vangelo (per chi ci crede e nella misura in cui ci crede). E questo, a mio avviso, anche perché l’Islam non ha avuto qualcuno che lo abbia traghettato ad una cultura laica, moderna, teoricamente rispettosa dell’altro, nella quale, se non la si distorce ad arte, è il valore della coscienza e dell’interiorità che conta enormemente più del ritualismo, ed in cui l’uomo ha sempre un valore indiscutibile ed imprescindibile, al di là di tutte le sue possibili appartenenze (sempre che, ancora una volta, non si voglia distorcere tutto questo a vantaggio di qualcuno o qualcosa ed arrivare a percorrere comode scorciatoie).
    Detto ciò, e venendo al pratico, nessuna tolleranza con i terroristi, è ovvio, mandanti in primis ed esecutori in secundis, e qui sarei al limite anche spietato; e smetterla di sapere sempre a cose fatte che questo o quel personaggio era un delinquente e si comportava come tale anche prima che arrivasse a gesti irreparabili. Ma, oltre a questo, l’Occidente tutto si deve convincere di una cosa, una buona volta: che se c’è da fare una guerra ( e sottolineo se), la deve fare impegnandosi in prima persona, da qui avanti, anche sul terreno, smettendola di sperare che basti, di volta in volta, armare questo o quello contro questo o quell’altro e poi aspettare che, a risolvere i nostri problemi, pensino le varie formazioni armate da noi. Perché, con ogni probabilità, queste, passato il primo momento, rivolgeranno le armi che abbiamo fornito loro contro di noi.
    Sarebbe il caso di riflettere, finalmente, che quando abbiamo armato i talebani contro i sovietici in Afghanistan, spariti i sovietici, quelle armi sono state usate contro l’Occidente; quando abbiamo armato gli oppositori dei regimi iraniano o irakeno, poi quelle armi sono servite ad Al Quaeda per fare ciò che ha fatto; quando abbiamo armato gli oppositori di Assad in Siria, non ci siamo accorti che dietro una parte dell’opposizione c’era l’ISIS; ora che abbiamo armato i curdi, probabilmente finirà alla stessa maniera, e via avanti ancora. Mi scuso se ho sbagliato qualche riferimento o citazione, ma spero di essermi comunque fatto intendere. E, naturalmente, continuiamo pure ad armare l’ Arabia Saudita così, senza un perché, oppure il Sultano Turco, altro personaggio estremamente ambiguo: così, solo per qualche milione di euro in più, che poi va a finire sempre e comunque, nelle tasche dei soliti noti.
    Quanto alle singole persone di religione islamica che, a vario titolo vivono tra noi, al di là del tenere gli occhi sempre aperti, occorre riflettere che il mondo è ormai globalizzato e indietro non si torna; bisogna piuttosto saperlo governare, con intelligenza, con energia, qualche volta anche con la forza, se serve, ma mai disgiunta dai due precedenti fattori. Ed anche con un po’ di fiducia: molti non lo sanno e nessuno ne parla, ma, anche più di un islamico, una volta che ha scoperto come è buona la carne di maiale in tutte le sue varianti, non gli pare il vero di mangiarla. E, magari, da lì comincia ad evolversi un po’. Fermo restando, certamente, che, evoluzione o non evoluzione, cultura o non cultura, le sacche di fanatismo assassino possano sempre venir fuori. Ma qui, allora, ci vogliono i servizi segreti, come ha detto Fiore, ed altro ancora.
    Piero Giovannelli

    1. Buon giorno Piero!…sono d’accordo ,,,l’Europa deve iniziare a diventare adulta, deve prendersi le proprie responsabilità e agire di conseguenza, senza aspettare sempre gli Usa, che tra l’altro hanno sempre meno voglia di occuparsi delle nostre faccende da bimbi mai cresciuti (pronti a bruciare le bandiere amerikane se intervengono e pronti a criticarli se non lo fanno….). Per farlo però occorre la consapevolezza, che manca, circa la necessità di mantenere una supremazia tecnologica e militare. Dalle proposte che girano circa la disdetta della commessa per sostituire i nostri vecchi, obsoleti caccia, mi sembra però che questa necessità non sia ritenuta tale ne da molti politici ne dalla gente. Perchè in un mondo ideale, che non esiste siamo tutti d’accordo sulla rinuncia alle armi. In questo mondo, fatto di Putin ed Erdogan e cinesi sempre più prepotenti sono necessarie. Poi bisognerebbe evitare avventure strampalate alla Sarkozy e chiederne conto quando accadono. Riguardo all’Islam la questione è semplice, di una semplicità disarmante (appunto). Questa gente viene da noi liberamente: se vogliono stare nell’Europa laica e secolarizzata devono semplicemente edeguarsi alle leggi vigenti e sapere che queste prevalgono, nel funzionamento della nostra società, sulla religione. Devono farlo oppure andarsene a costo di rimandarceli a forza. Occorre iniziare a selezionare gli immigrati: quelli che si adeguano restano, gli altri a casa. In Italia è vietata la bigamia, l’infibuazione, la segregazione delle donne, il velo integrale…perchè chiudiamo gli occhi su queste cose? Perchè non ci riesce di capire che è qui che si vince o si perde la guerra? Perchè in Svizzera con un referendum hanno vietato la costruzione di minareti senza che gli immigrati musulmani si siano risentiti, mentre qui c’è sempre una Boldrini di turno che si straccia le vesti e grida all’islamofobia, se qualcuno avanza critiche e riserve su questi signori? Giuro che se fanno entrare la Turchia nell’Ue mi trasferisco in Svizzera.
      Buona giornata!

  3. FIORE DI MONOZZO: Argomentazioni dotte sul fenomeno terrorismo con ragionamenti sapienti e dettagliati, analizzando il fenomeno con dati e fatti anche condivisibili, salvo provare a proporre, in concreto, un rimedio, bello o brutto che sia, opinabile o meno.
    Le ragioni del terrorismo sono le più varie ma a questo punto accapigliarsi su esse, vista la situazione di estrema emergenza, mi pare sia una ulteriore e pericolosa perdita di tempo. Il male è conosciuto il problema è trovare una cura.
    L’idea di “andare a monte” come si usa dire in certi casi, a questo punto non mi sembra la cosa più urgente da fare. Siamo giunti a tale situazione per svariati errori, calcoli sbagliati e previsioni errate cui non è più possibile riparare men che meno con i soli ragionamenti, la persuasione, l’integrazione, l’educazione ecc. Occorre concentrarsi sulle soluzioni a meno che non si voglia attendere che prevalga l’amore universale sempre che si sia ancora vivi per poterne apprezzare gli effetti.

    1. Quindi? Che propone Fiore? Glielo chiedo un po polemicamente, perchè in Italia siamo abituati a lasciare andare le cose alla “carlona” per decenni, salvo poi, pretendere all’improvviso, quando ci svegliamo, che qualcuno, l’uomo della provvidenza o l’Arcangelo Gabriele, di risolvere tutto e subito.

      Discesa lenta, risalita lenta. Purchè si cominci.
      Massimo Scalas

  4. FIORE DI MONOZZO: La proposta del signor Scalas non fa una grinza, né dal punto di vista logico né da quello democratico o costituzionale (oggi sono termini inflazionati ma che è bene usare per non venire tacciati di totalitarismo).
    Il problema è l’attuazione pratica in un paese dove ormai tutto procede allo sbando, dove la legge fa acqua da tutte le parti dove i codici sono divenuti labirinti perversi dove il cittadino per bene si perde in ogni occasione.
    Il garantismo e l’accoglienza, due cose più che lodevoli, ma senza perdere di vista la ragione e il buon senso, evitando di essere presi in giro da chiunque bussi alla nostra porta.
    La democraticissima Inghilterra, anche se non si dice apertamente, ha votato per l’uscita dall’Europa proprio per timore che l’arrivo di migranti potesse tradursi in una vera invasione come sta accadendo da noi. Siamo destinati ad essere totalmente isolati dal resto del continente che si guarda bene dal ricollocare, verso altri paesi, in percentuale significativa, le persone giunte da noi, salvo solamente discuterne e parlarne .
    Come sia possibile rispedire a casa gente come quella che si vede in giro, ben vestita, telefono munita, che mangia e dorme a scrocco se non fruisce già di qualche sussidio, è ancora da ipotizzare anche se sarebbe francamente auspicabile.
    In più chi si è installato sul nostro territorio ha già compreso di che pasta siamo fatti per cui basta uno screzio insignificante perché gridino al razzismo e alla discriminazione trovando fertile terreno nell’ottusità dell’intellighenzia. Già scrivere queste righe potrebbe garantirmi la pericolosa e sbrigativa etichetta di insofferente.
    Gli Svizzeri appunto prendono le loro decisioni, democratiche, e guai a chiamarli razzisti. Tutti quei paesi che hanno alzato muri e barriere, deprecabili quanto vogliamo, hanno mantenuto in essere le loro decisioni col sostegno popolare e nessuno si azzardato a ghettizzarli come razzisti. Qui basta poco, nulla per subire il maltrattamento istituzionale.
    Si riceve di tutto sul territorio col plauso continuo delle istituzioni che non sanno discernere migranti economici da profughi di guerra, figuriamoci se siano in grado di individuare portatori di malattie o fanatici islamisti. Non siamo stati colpiti finora perché l’Italia è, secondo me, una splendida base per reclutare terroristi, per fornire loro assistenza, mezzi e indottrinamento. Perché rovinare questo paradiso?
    Sembra che anche l’attentatore di Nizza avesse in qualche modo e in qualche misura collegamenti in Italia, a Bari. Ulteriore ragione per chiudere ancora più ermeticamente la frontiera franco italiana già abbondantemente serrata.
    Credo che sia difficile per tutti trovare un antidoto a chi colpisce così indiscriminatamente la gente inerme ma credo anche che occorra rapidamente modificare il concetto che abbiamo di garantismo, accoglienza, legittima difesa, razzismo, diversità ecc. ecc. . Pensare di giocare a carte scoperte con qualcuno che gioca a carte coperte e sperare di vincere è un compito impossibile a meno che non si sia in grado di compiere miracoli.
    Se qualcuno di voi ha la vocazione del martire e sia deciso a rischiare di venire ucciso mentre è al cinema o alla partita oppure a temere per la vita dei propri cari in gita di piacere o al lavoro faccia pure io mi unirò al signor Scalas per raggiungere la Svizzera.

  5. Buona sera Fiore….come dicevo a discesa lenta deve seguire, se vogliamo uscire da tante, troppe situazioni che non vanno, ci vuole la costanza di una risalita lenta. Cosa che non è nel nostro Dna ma assolutamente necessaria: non esistono soluzioni miracolose, ma esiste la possibilità di esigere il rispetto delle leggi di questo stato. E’ l’unica via: mettere questa gente di fronte alla constatazione che gli italiani non accettano più certe deviazioni dallo stato di diritto. O facciamo così o siamo fregati.
    Massimo Scalas

    PS. quanto agli inglesi la brexit si appresta a rivelarsi una colossale presa per i fondelli. Pagheranno carissimo per….continuare ad avere gli stessi obblighi. Sabato prossimo ve lo spiego nei dettagli. Non si può uscire dall’EU….sl’hanno studiata benissimo….

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