Il privilegiato non è stavolta il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, ma il mai-stato comandante dei vigili di Agliana, il notissimo dottor Andrea Alessandro Nesti
Non è un po’ troppo comodo allungare la mano e prendere i documenti da dove sono custoditi e dove devono restare? O a certi personaggi ciò è concesso per diritto divino?
ELL’È SEMIRAMÌS, DI CUI SI LEGGE
CHE LIBITO FE’ LECITO IN SUA LEGGE
Revised – October 01, 2022 • 5:39:56 PM
Per avere semplicemente illustrato alla procura della repubblica di Pistoia un regime di sostanziale corruzione all’interno del Comune di Quarrata, a dio piacendo e grazie alla distorta solerzia di un sostituto, Claudio Curreli, che non si sa bene se sia più servo fedele dello stato che lavoratore dipendente delle cooperative di assistenza clandestini (vedi Terra Aperta) o dell’Agesci-Scout; solo per avere chiesto che si ristabilisse la legalità, siamo stati condannati da un giudice, Luca Gaspari, il quale, pur dotato di tutti gli strumenti possibili e immaginabili per decidere secondo verità e giustizia, ha operato ignorando le carte per privilegiare scioccamente solo le parole.
E tutte e solo parole pronunciate da parti cosiddette offese che però stavano difendendo – ingiuriosamente, svergognatamente, subdolamente, calunniosamente – i propri immondi interessi, i propri inaccettabili privilegi, i doni illeciti loro concessi dalle intangibili «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci.
E notate che nessuno, in procura, fa la benché minima osservazione a Curreli & C.: il che induce a pensare che non siamo noi i commettitori di reati e crimini vari o, come li chiama, secentescamente, il sostituto, disegni criminosi; ma proprio coloro che, pur magistrati e colleghi dello scout, osservano, sanno e tacciono su certi sconci della vergogna.
Se poi, alla fine, Luca Gaspari può ritenersi felice e soddisfatto della sua sentenza, che definire imbarazzante, è un vero e proprio eufemistico complimento, questo è un problema della sua personale coscienza. A noi basta far vedere un altro mirabile esempio delle meraviglie che galleggiano sul pelo dell’acqua in procura, fra l’indifferenza solidale di tutti.
In questo caso il privilegiato non è il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, ma il mai-stato comandante dei vigili di Agliana: quel notissimo dottor Andrea Alessandro Nesti che, pur avendo operato a chili (un paio di volte perfino con denunce anonime contro una collega), è stato salvato dai nostri irriducibili censori grazie alla difesa dello studio Andrea Niccolai e alla comprensione dei suoi ex-colleghi togati, i sostituti-colonne dell’applicazione della legge a Pistoia.
Il caso lo vedete, come dicono loro, per tabulas, cioè per documenti ufficiali, nella foto di apertura.
Il dottor Nesti, nelle tremilaseicento querele che ha scritto (una anche per il suo psichiatra Augusto Iossa Fasano) ha allegato, come prove, perfino documenti stampati dal sistema Urbi del Comune di Agliana: quello apparentemente guidato dal duo Benesperi-Ciottoli, ma di fatto eterodiretto dalla segretaria generale Paola Aveta.
Il regno della logica del diritto, rappresentato, ancora una volta, dal sostituto Claudio Curreli, ma universaliter sostenuto nel Sant’Uffizio di piazza del Duomo 1, ha accettato, come prove contro di noi, anche quelle che Nesti ha stampato dagli atti informatici del Comune che non dovrebbero essere toccati.
Si sono mai chiesti i difensori della legalità come il Nesti abbia ottenuto tali documenti, se in maniera lecita o illecita, visto che non erano, ovviamente, in forma cartacea, ma in forma elettronica e scaricati dal server del Comune di Agliana? No.
Si sono mai chiesti, i difensori della legalità, se la segretaria generale gli abbia dato il permesso di prelevarli dal database e con quale motivazione gliel’abbia dato, quel permesso? No.
Si sono mai chiesti, i difensori della fede post-conciliare tridentina, se la segretaria generale li abbia consegnati, lei stessa, al Nesti come gentil dono, pur essendo documenti riservati? No.
Hanno mai pensato, i rigorosi accusatori di chi combatte per la trasparenza e per la legalità – ma al tempo stesso salvatori di chi trasparenza e legalità se le mette sotto i piedi spesso e volentieri – quali metodi abbia utilizzato l’ottimo dottor Nesti per entrare in possesso ed usare tali documenti? No.
Poi le cose vanno a finire in mano al giudice Luca Gaspari e lui pure salva il Nesti perché non valuta i fatti e le carte: si limita ad ascoltare, come oro colato, cosa dice, per il Nesti, l’avvocato Andrea Niccolai o il suo sostituto in aula, oppure l’avvocata (stesso studio) Lucarelli, gemente e piangente (per l’avvocata Elena Giunti gemens et flens) sulle sorti del suo perseguitato, innocentissimo cliente.
Per la cronaca la Lucarelli è quella che entra in aula con la sveglia del cellulare accesa, che improvvisamente inizia a trillare…
Vi piace il presepe, pistoiesi? Tenétevelo pure. A noi, cittadini comuni, ma onesti, una procura così e dei giudizi così ci sembrano, e non senza ragione, un insulto alla legge e alla Costituzione più bella del mondo, tanto cara alle sinistre, agli scout e agli agliaccoglientisti di Terra Aperta per i clandestini.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Analisi e commento ex art. 21 Costituzione più bella del mondo