terzi & imparziali. SE LA PROCURA DI PISTOIA NON VUOLE VEDERE NEPPURE L’EVIDENZA DEI DOCUMENTI UFFICIALI. 2

Indagini senza via d’uscita. Seguendo Esopo la favola insegna che la corruzione non finisce mai e che, per fare carriera, è necessario essere praticamente corrotti


È logico e normale che un ex pubblico ministero venga “maneggiato” in giudizio dalla stessa procura presso cui ha esercitato il suo ufficio dal 2002 al 2005?


L’UNICA REALTÀ INCOMPATIBILE

È LA DISPREZZATA ‘LINEA LIBERA’?


October 02, 2022 • 1:06:03 PM

E il Ciottoli ci intavolava anche gentili conversazioni senza capire che Zorro lo stava perculando. Oggi non succede più, perché fra amministrazione e Nesti s’è rifatta la calma nell’aria, direbbe Montale…

 

Qualche giorno fa ho fatto, per i miei lettori, una lezione di grammatica “in senso lato” per permettere loro di capire la differenza che c’è tra un filologo e un giudice.

Stamattina voglio di nuovo insistere sul tema, puntando il dito sempre verso il tribunale di Pistoia e certi suoi innegabili privilegiati.

Attori in commedia in metafora: il Rigoletto (procura della repubblica) da una parte, e i Cortigiani, vil razza dannata (polizia giudiziaria) dall’altra.

Sto per mostrare fatti, non chiacchiere a soffioni di Larderello come le invenzioni deliranti di certi sostituti pistoiesi che lavorano più per i disegni criminosi dell’accoglienza ai clandestini che non per chi chiede la legalità.

In mezzo ai poli Rigoletto & Cortigiani si stende la varia umanità della terra melléttosa di Agrùmia, nell’alta visione allegorica di una grande critica letteraria e scrittrice del 21° secolo, la Blimunda/Milva Maria Cappellini o come altro si è definita nel tempo: tipo Marcello MC Cantini, a cui quel cervello di Agnellón-Segatura si è perfino rivolto su facebook, senza capire che lo stava prendendo per il culo

Fermatevi a guardare e a riflettere sulla credibilità di certi magistrati di Pistoia. I quali, chiamati a osservare l’operato del mai-stato comandante dei vigili di Agliana, Andrea Alessandro Nesti, mostrano, con solare evidenza, che non lavorano per la verità fattuale e della giustizia e per il bene comune, ma violano disinvoltamente la terzietà e l’imparzialità che dovrebbero guidarli a prescindere da nomi, cognomi e indirizzi di chi càpita sotto a loro.

 

FATTO

 

  1. Le autostrade scrivono al Comune di Agliana che il ponte di via Matteotti presenta seri pericoli per traffico superiore a un certo tonnellaggio.
  2. Il mai-stato comandante Nesti non muove un dito.
  3. Noi di Linea Libera scriviamo e riscriviamo sul fatto: ma evidentemente il Nesti, per la procura, è un untouchable.
  4. Il sostituto che è dietro al caso – perché Nesti si sente offeso da ciò che scriviamo e sporge una delle sue tremilaseicento querele ad mentulam canis – incarica i carabinieri/polizia giudiziaria di svolgere indagini in merito. E costoro intervengono come vedete dalla foto.
  5. Nessuno fa caso al fatto che Nesti è stato pubblico ministero in aula (anni 2002-2005) per la stessa procura che sta decidendo su di lui; e che ha lavorato, gomito a gomito, con i cc/polizia giudiziaria cui il caso viene affidato; o, comunque, con colleghi d’arma.
    A Pistoia c’è un’unica incompatibilità rilevabile: la presenza di Linea Libera che, con le sue molteplici inchieste, rompe le scatole a tutti e, pertanto, deve essere silenziata d’autorità.

 

 

COMMENTO

 

  1. Nicola Roberto Panarello (poi confermato dal visto del luogotenente C.C. Placido Panarello) scrive: il Nesti è stato sbrigativamente tacciato di inerzia e incuria. Notate il significato particolarmente negativo del participio passato del verbo tacciare.
    Tutto questo viene dedotto, sic et simpliciter, statim et immediatim, dagli articoli pubblicati da Linea Libera ovvero il tyrannosaurus rex da abbattere ed eliminare da Jurassic Park/Sarcofago City.
  2. Secondo il maresciallo maggiore Nicola Roberto P. ciò è dato per scontato perché emerge poi – all’esito di un’interrogazione consiliare per rispondere alla quale l’assessore Ammannati Palandri aveva chiesto chiarimenti allo stesso Nesti – che la competenza a provvedere su quanto segnalato dalla società Autostrade per l’Italia spa spettava, in concreto, all’Ufficio Lavori Pubblici del comune di Agliana.
    Siete pregati di prendere buona nota (procura e giudice Gaspari, che ha condannato su queste gratuite e inaffidabili dichiarazioni) che il Panarello ha ascoltato un’assessora (l’Ammannati Palandri) che si era fatta spiegare la vicenda – come sottolinea volenterosamente il milite – dopo aver chiesto chiarimenti allo stesso Nesti: un testimone assolutamente indiscutibile, attendibile, verace come le vongole. Insomma, in metafora, il Panarello si è fidato di ciò che sarebbe stata una specie di chiedere, a un rapinatore: «L’hai fatta tu questa rapina?». E il rapinatore risponde: «Sì, l’ho fatta io!».
  3. Ma il giudice beve il tutto come acqua fresca: mentre la procura non va assolutamente oltre; né chiede di sentire anche la versione di Linea Libera.
    Perché? Forse perché Linea Libera rompe le scatole e deve, perciò, essere silenziata per forza.
    Se il Panarello ci avesse interpellato, gli avremmo dato tutte le risposte e i documenti del caso: così l’avvocata Lucarelli, dello studio Niccolai, quella che va in aula con la sveglia accesa sul cellulare, avrebbe fatto a meno di dire tante sciocchezze in aula a favore del Nesti che è e resta colpevole, a nostro avviso, di tutto ciò che abbiamo scritto su di lui – e senza mai violare il limite della verità fattuale.
  4. Il Panarello, tuttavia, non si ferma lì. Rimette alla discrezione del magistrato ogni ulteriore valutazione della scriminante del diritto di cronaca.
    Il milite che stende il rapporto – parziale e viziato da una visione assolutamente unilaterale dei fatti in chiave nestiana – non sa, evidentemente, che, oltre alla cronaca, c’è anche la scriminante della critica. Ma chiedere questo è pretendere troppo. Perfino Luca Gaspari se ne è dimenticato…
  5. Disinvoltamente entra perfino in temi tecnici con particolare riguardo al rispetto del canone della continenza del linguaggio.
    A mio parere, sono convinto che gli accenni alle scriminanti e alla continenza siano un qualcosa in più che suggestivamente orienta il magistrato a mettere l’occhio su elementi solo apparentemente indicati in tono di bonario suggerimento.
    Il magistrato, ammesso che ne sia capace – il che non sempre può essere vero –, sa e deve sapere da sé cosa fare o non fare.

    Consigliata per i giornalisti di Linea Libera

    Il termine continenza, poi, è una di quelle cazzabubbole che servono a offrire ai magistrati la libertà di decidere a loro assoluto arbitrio.
    Èccone una prova. Il sostituto Luigi Boccia non ritiene offensivo usare espressioni come maiale stercorario e maiale subinfeudato gentilmente propalate ed affibbiàteci dalla raffinata moglie del Nesti nelle Cronache di Agrùmia.
    Dunque: di cosa stiamo parlando?

  6. Alla fine il Panarello relatore allega, per il magistrato, il Regolamento associato del Servizio di Polizia Municipale dei comuni di Agliana e Montale.
    Gli è stato chiesto di far sapere alla pubblica accusa se è vero che c’era un articolo che poteva favorire il Nesti con il rischio di riportarlo in sella al comando dei vigili.
    Ma il relatore non accerta che Linea Libera stava parlando del regolamento in bozza: perciò spedisce in procura il testo definitivo, approvato dopo una guerra di sindacati che ne avevano impedito il varo per evitare che il Nesti, in carriera esecutiva (C), potesse prendere il controllo perfino su vigili di livello direttivo D.
    Parliamo in metafora? Panarello non consegna al magistrato la bottiglia vuota (cioè la bozza) in cui c’è stata la grappa e puzza ancora d’alcol, no. Il milite gli porta una bottiglia perfettamente sterilizzata. È ovvio che il famoso articolo pro-Nesti non ci fosse più.
    Il monòcrate Luca Gaspari? Beve senza fiatare e condanna. Perché la procura di Pistoia, per com’è strutturata e per come lavora, è solo una vera e propria Pistoia da bere.

 

Viva le «autorità costituite», dottoressa Patrizia Martucci! Sono il meglio del meglio, specie da noi, da dove se la giustizia è questa, è meglio emigrare.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


 

OH GRAN BONTÀ DE’ CAVALLIERI ANTIQUI!

ERAN RIVALI, ERAN DI FÉ DIVERSI… *

 

In pratica, e per capirsi bene, è fin troppo evidente che il Panarello relatore ha svolto un’indagine a senso unico e ad unico favore del Nesti. Così si deve fare a Pistoia: credere, obbedire, combattere.

Chi segue la corrente, non nuota con fatica, ma si lascia trasportare. Non suda e alla fine viene anche promosso. Lo vedete?

Se invece, come qualche altro milite, si fanno le indagini con scrupolosa attenzione e come dio comanda, e si pesta un piede a un sostituto con residenza in una casa senza porte o finestre; o se si pizzica il commendator Mauro Gualtierotti (preziosa e insostituibile guida a funghi per il procuratore deposto Renzo Dell’Anno) che ruba, con il suo amico Ilio Giandonati, i quattrini della Comunità Montana Pistoiese sui rimborsi-benzina: si finisce nelle liste di proscrizione della procura, e si viene perseguitati in nome della legge (né più né meno come Linea Libera), terminando l’iter distruttorio come condannati dal giudice Luca Gaspari (ciò è avvenuto anche con il Sichi in Comunità Montana).

La favola insegna che la corruzione non finisce mai e che, per fare carriera, è necessario essere praticamente corrotti.

*  Citazione dall’Ariosto


La stessa identica situazione si è presentata pure con le false testimonianze in aula di Corrado Artioli e con le dichiarazioni fasulle di mezzo Comune di Quarrata sulla vicenda delle ripetute presenze di Marco Mazzanti sullo schermo di Tvl di Luigi Egidio Bardelli


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