PISTOIA. Arriva primo o poi il giorno in cui l’innamorato non trova più parole per la propria bella. Vorrebbe scriverle qualcosa, dedicarle l’ennesima poesia, esprimerle ancora una volta tutta la passione del mondo, quella che lo lega solo a quella donna, ma non riesce ad evitare di essere ripetitivo e banale.
Dunque, che dire? Immensi. Fantastici. Eroici. Monumentali. Potrei continuare per ore senza riuscire a rendere giustizia ai nostri ragazzi.
Dico, ma abbiamo capito cos’è successo lunedì sera? Abbiamo l’esatta percezione del peso specifico di questi due punti in terra sabauda? C’è stato un momento, mentre guardavo la partita in televisione, in cui mi è venuta una rabbia incredibile. Diciamo la verità, era lecito pensare sarebbe stata una Caporetto, anche le parole prudenti del coach in sede di presentazione della partita avevano fatto pensare, lui che di solito è molto positivo, ottimista e fiducioso sembrava quasi preparare al peggio.
Non vi sarebbe stato nulla di strano nel subire una vera e propria imbarcata di punti dopo una settimana di preparazione complicata da troppe assenze e con una partita da giocare senza Preston, con Alex debilitato e con Ariel presente solo per onor di firma o poco più. Ecco, quando ho visto i ragazzi che non mollavano un centimetro, quando ho capito che, nonostante tutto, ce la saremmo giocata fino all’ultimo secondo, mi è presa una rabbia pazzesca.
Era fin troppo semplice, infatti, temere di perdere e di dover rimuginare su che tipo di partita sarebbe stata con una squadra a ranghi completi ed in forma. Invece no, questi ragazzi hanno deciso di stupire una volta di più. Stanno quasi diventando una lezione, una filosofia di vita, quella di dare sempre il 110% in ogni condizione, quella per cui non si deve mollare un passo fino alla sirena, quella del duro lavoro che alla lunga premia sempre. Grandiosi
E poi c’è lui, Sua Immensità Vincenzo Esposito, a cui vorremmo fare una tirata di orecchi per aver fatto fare una figuraccia enorme al collega Bechi. Non si fa, Vincenzo! La partita di Torino, infatti, è la dimostrazione plastica della differenza che c’è tra una collezione di figurine, seppure di gran pregio, come quelle che lo staff tecnico della Manital non riesce evidentemente a gestire, ed una squadra con gli attributi cubici, o, per usare parole care a Vincenzino, con un’anima vera. Si è vista tutta la differenza del mondo tra un coach che si affida al talento del singolo, sia questo Dyson piuttosto che Mancinelli o altri, ed un coach che fa brillare le qualità dei propri giocatori inserendoli in un gioco che ha un senso che è evidente agli occhi di tutti gli osservatori.
Si è vista una squadra con un giocatore che, palla in mano, si palleggia sui piedi per troppi secondi, non sapendo mai esattamente cosa fare, ed una squadra talmente bene organizzata da riuscire a sopperire a mille problemi ed a molte assenze. Poi, per carità, è vero, c’è stata una buona dose di fattore “C”, però mai come in questo caso vale il proverbio secondo cui la fortuna aiuta gli audaci. Grandissimo Vincenzo, grandissimo!
Morale della favola, sono 14 punti, l’ultima piazza dista cinque partite e il nono posto è lontano sei punti. Non ce ne vorranno i condomini in testa alla classifica, ma ci permetteremo di ricominciare a sognare le final-eight. Non facciamone una questione scaramantica e lasciamo il ruolo di pompiere a chi di dovere, la verità è che noi tifosi ci stiamo chiaramente sperando tutti perché sappiamo che non è più un sogno. Mancano cinque partite al giro di boa, ci sono dieci punti in palio ed abbiamo un margine di sei lunghezze. Non si può negare sia un traguardo alla portata e dobbiamo augurarci di raggiungerlo, non tanto, ovviamente, per provare a vincere la coppa, ma più concretamente perché la tre giorni rappresenterà un ulteriore passo avanti nella crescita della società, che da Cenerentola si spera saprà trasformarsi sempre più in solida realtà.
Per goderci il fine settimana di coppa al Forum, dunque, è necessario continuare a vincere. Domenica arriva Varese, dalla Lombardia ci raccontano una squadra già cambiata quattro volte in corsa, piena zeppa di esterni ed a cui manca qualche muscolo sotto canestro. Noi, chissà perché, non siamo troppo sorpresi di scoprire queste caratteristiche. Sarà una battaglia durissima contro un roster costruito con l’obiettivo dichiarato di tornare ai piani alti della classifica, dove, tra l’altro, la storia gloriosa della società pretende di essere collocata. Una squadra ferita, Varese, contestatissima dai propri supporter, probabilmente verrà a Pistoia decisa a fare quadrato ed a tirare fuori gli attributi.
Noi, però, come insegna il coach, dobbiamo rispettare tutti e non temere nessuno. Il Giubileo della Misericordia è cominciato, ma per gli avversari non potrà esservi alcuna concessione. Forza ragazzi!