Proprio lui, verrebbe da urlare alla Sandro Piccinini, proprio Vincenzino, il più ragionevole e filo aziendalista degli allenatori, dice parole di una chiarezza tale da non lasciar spazio a fraintendimenti.
Credo sia la prima volta che Esposito si sbilancia su un argomento così delicato come la gestione delle finanze societarie. Non sbatte i pugni sul tavolo, lo scrivo per evitare fraintendimenti, ma, come diceva Michel de Montaigne, “La parola è per metà di colui che parla, per metà di colui che l’ascolta” e chi deve intendere ha certamente capito.
Il coach, molto semplicemente, ha ribadito che nello sport i miracoli non esistono e le belle favole hanno data di scadenza. L’abilità di spendere meglio di altre piazze è merito di una dirigenza mai banale in sede di mercato estivo. La capacità nel far rendere al massimo un materiale umano sicuramente valido, ma non di primissima fascia, va riconosciuta ad uno staff tecnico di valore assoluto.
I miracoli, però, sono una questione di fede ed hanno poca attinenza al duro lavoro in palestra ed alla bravura nell’immaginare schemi, rotazioni e situazioni di gioco. Dunque, in queste condizioni non si può chiedere nulla di più ai ragazzi ed allo staff tecnico. Siamo in striscia negativa 0-4, coppa compresa, ed all’orizzonte possiamo vedere un probabile 0-7, perché Cantù non può perdere il treno playoff, Caserta è in salute ed è un campo complicato, con Cremona giocheremo in casa ma i ragazzi di Cesare sono meritatamente primi in classifica. Le partite dopo la sfida con Cremona non voglio nemmeno considerarle per non farmi prendere dall’angoscia.
Ariel, dal canto suo, tornerà ad allenarsi a parte dalla prossima settimana, dovrebbe quindi essere abile ed arruolato con Cremona. Fino alla sfida contro Pancotto, insomma, sarà un grosso problema trovare punti classifica.
Il canovaccio delle prossime partite, se non arriva nessuno, è fin troppo semplice da immaginare e sarà lo stesso tema scritto da Buscaglia nella sfida di Milano. Ci faranno sfogare finché avremo fiato, cioè per i primi venti minuti, poi quando la spia della riserva si accenderà, cioè nel terzo quarto, agli avversari sarà sufficiente alzare un briciolo l’intensità e saremo Ko. Punto, poco da aggiungere.
Dunque, Amato! Ci stiamo provando, ce lo ha confermato lo stesso Iozzelli. Prima di parlare del giovane play, però, voglio fare un paio di considerazioni in più.
La prima è che, per assurdo, sarebbe stato più semplice gestire un infortunio davvero grave, di quelli da stagione finita, piuttosto che questi due piccoli fastidiosissimi pit stop in cabina di regia. Nel primo caso, infatti, la strada è obbligata, risoluzione del contratto con l’infortunato e contestuale ricerca di un sostituto valido cui offrire una vetrina importante fino a fine campionato.
Nel nostro caso, invece, le valutazioni si fanno più difficili perché devi cercare un ragazzo su cui non puoi spendere molti soldi e che deve dare una mano senza essere troppo ingombrante nel finale di campionato, quando, rientrati tutti gli effettivi, sarà probabilmente destinato più alla panchina che al campo.
Salerni ha ragione da vendere, come tra l’altro spesso gli capita, ed anche se non ne scrive chiaramente sembra alludere al famoso buco di bilancio che ci portiamo dietro da anni e che costituisce autentica zavorra legata al collo del gabbiano biancorosso che vorrebbe spiccare il volo.
Dunque, cosa fare? Amato, dicevamo. Pare che l’idea di Iozzelli sia di prendere il ragazzo fino a fine stagione, con opzione per la prossima. Giocherebbe play, ovviamente, ed al rientro di Filloy l’italo argentino finirebbe utilizzato con maggior frequenza come guardia.
Pare anche che re Giorgio paghi il bimbo con una cifra che è non troppo lontana da quella che Maltinti investe su uno Usa, quindi la proposta indecente di Giulio sembra essere la seguente: re Giorgio pagaci il bimbo che noi te lo facciamo giocare mettendogli a disposizione macchina ed appartamento; già che ci siamo, per il costo di tesseramento facciamo a mezzo.
La proposta, in realtà, è molto più interessante di quanto non possa apparire ad una prima lettura. Per carità, magari è stata formulata con un mezzo imbarazzo, però è anche vero che a Milano sanno tante cose. Sanno che non abbiamo soldi per proporre più di tanto, però sanno anche che se Amato viene, gioca. Sanno che a Pistoia il bimbo si ritrova in famiglia e può dormire tra due guanciali mentre diventa un giocatore vero. Sanno che se viene a Pistoia ci mandano una promessa e si ritrovano una realtà. Io ci spero.
[Luca Cipriani]