PISTOIA. Anche se tutto sembra sostanzialmente deciso, mentre scrivo manca ancora la fumata bianca e l’annuncio al mondo biancorosso della decisione del coach sul proprio destino. Anche l’ultimatum posto dalla dirigenza a Moretti per comunicare le proprie volontà è stato abbastanza sorprendente, dato che a suo tempo nessuno ha costretto il Pistoia Basket ad accettare la clausola contrattuale che permette al coach di liberarsi entro la fine di questo mese.
Davvero non posso credere che non fosse chiaro, allora, il potenziale effetto destabilizzante per la società nel dover restare in attesa degli eventi per così tanto tempo. Senza coach, cari amici, le scelte, a maggior ragione quando queste sono condizionate da un budget limitato, sono sostanzialmente impossibili da fare.
Ma del resto lo scorso anno parlavi col Presidente e pareva che, senza Moretti, il basket a Pistoia non fosse concepibile. Proviamo a tenere Paolo a qualsiasi costo, era il succo del discorso di Maltinti, perché è una garanzia sul piano del mercato prima e della crescita tecnica della squadra durante la stagione. Tutto condivisibile, ci mancherebbe. Ecco spiegati, dunque, lo stipendio tra i più alti di tutta la massima serie, ecco spiegata la costruzione classica della squadra su misura di Paolo, tutta esterni e sostanzialmente inesistente sotto canestro, ecco perché si è stato tollerato che la cosiddetta crescita dei giovani si sia nei mesi concretizzata in un investimento di minuti di qualità, durante le partite, esclusivamente per il figlio Davide.
Moretti, dopo essersi guardato intorno a lungo, disse che restava a Pistoia perché la sentiva come casa sua e se mi concedete la battuta sarebbe stato strano il contrario, viste le condizioni.
Condivisibile o meno che fosse allora, oggi non ci si può seriamente stupire se l’idea di doversi ridurre considerevolmente lo stipendio, unitamente alla sensazione che sarà allestita una squadra con risorse ancora più limitate del solito, non sia proprio il massimo per il coach aretino. Vedremo come andrà a finire, non è infatti detto che non possa spuntare una panchina importante piuttosto che Paolo decida di prendersi una stagione di stop.
Due certezze però ci sono. La prima è che, decidesse di restare, sarebbe sotto certi aspetti un ottimo segno perché vorrebbe dire che, pur dovendo accettare certe condizioni, avrebbe avuto anche qualche garanzia di quelle che non sapremo mai. La seconda è che, decidesse di andare via, la separazione dovrà essere gestita con stile ed eleganza da tutti, in particolar modo, mi sia concesso senza polemica, da una società che troppe volte ha peccato in termini di comunicazione all’esterno. Moretti resterà comunque l’allenatore della promozione in A e di gara 5 contro Milano, questo non potrà toglierlo nessuno. Oltre a questo, una separazione ben gestita potrebbe significare anche un arrivederci piuttosto che un addio. Stare a vedere.
Nel frattempo, sulla base delle indicazioni dei giorni scorsi possiamo divertirci ad immaginare un’idea di squadra. Italiani e giovani, si è detto. Partiamo da Ariel Filloy. Non è più giovanissimo, si è trovato bene ed è gradito alla piazza. Sembra logico proporgli almeno un biennale ad una cifra più bassa dello scorso anno, sperando che le condizioni che ha vissuto in questa stagione lo spingano ad accettare. Passiamo all’ipotesi Saccaggi, di cui non ci dobbiamo scordare mai.
Il suo eventuale ritorno al PalaCarrara come secondo play è probabilmente legato alla partenza di Moretti, ma se si creassero le condizioni potremmo avere la coppia di play italiani all’altezza di una salvezza senza patemi e senza mettere troppo in affanno il budget. Capitolo Cinciarini, molto complicato. Se parte Paolo è decisamente più semplice immaginarlo a Pistoia, però vanno considerati altri fattori.
Se davvero si vuole osare coi giovani, un ruolo molto meglio definito di riserva di una guardia Usa sarebbe decisamente più logico attribuirlo a Mastellari, che certamente accetterebbe di buon grado un minutaggio ridotto, approfitterebbe dell’occasione per misurare la propria temperature nella massima serie e costerebbe decisamente meno, con la speranza che Pistoia si ritrovi a fine stagione un ragazzo svezzato che potrebbe valere un piccolo patrimonio.
Passiamo ad Amoroso, le cui condizioni le immagino grosso modo simili a quelle di Filloy. Potrebbe restare col prolungamento del contratto e, trovandosi bene a Pistoia, potrebbe accontentarsi di un ingaggio ragionevole. Arriviamo a Magro. Detto che Valerione garantisce una trentina di minuti di qualità, i sodi spesi per non far giocare mai Magro la scorsa stagione potrebbero essere meglio investiti per riscattare Severini per poi, come nel caso di Mastellari, trovare il coraggio di lanciarlo e vedere cosa combina.
L’U19, del resto, è vicecampione d’Italia ed esprime talenti che bisogna in qualche misura cominciare a testare in prima squadra. Naturalmente non accenno Davide Moretti solo perché dò per scontato che si formalizzi il passaggio a Treviso, altrimenti le carte potrebbero essere ancora rimescolate.
È un gioco d’immaginazione, il mio, però credo sarebbe una squadra da tifare spellandosi le mani. Ci sarebbe un indirizzo chiaro, una scelta coerente con le indicazioni di cercare italiani giovani e motivati. Probabilmente con un roster così il campionato potrebbe essere ancora più avaro di soddisfazioni, ma credo anche che, a queste condizioni, con scelte mirate sul lungo periodo, tutti i tifosi potrebbero accettare qualche sconfitta molto più facilmente.
Staremo a vedere.