PISTOIA. Tre minuti e quarantacinque secondi alla fine del primo quarto, Preston sta palleggiando sul lato destro, arriva il blocco di Antonutti ma l’americano non lo sfrutta e decide di passare palla ad Alex che è uscito sul perimetro. Kirk riceve palla, fa una finta pazzesca mandando a farfalle il povero Berggren, apre il palleggio, step-back dietro la linea e tripla di pura eleganza che fa esplodere il palaCarrara. Tornando in difesa mostra i polpastrelli facendo capire di averli bollenti, la classica mano caldissima.
Ecco, in quei momenti viene da pensare: adesso ci svegliamo tutti e ci troviamo sul divano davanti alla televisione accesa su Sky che manda in onda una partita di Steph Curry. Invece no, siamo ben svegli ed increduli, soprattutto siamo al palazzetto a tifare i nostri. Ma siamo sicuri di quel che stiamo vedendo? La domanda viene spontanea ed è data dallo stupore genuino tipico in chi scopre di avere tra le mani qualcosa di bello e raro.
Per carità, anche a Pistoia si sono viste cose pregevoli negli anni, ma un movimento così da un lungo io sinceramente non lo ricordo. Questo è davvero un alieno, un giocatore che a Pistoia probabilmente non ha nemmeno senso. Aristotele sosteneva che “gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia”. Ecco, più che di filosofeggiare io, vedendo giocare capitan Kirk, avrei voglia di scrivere lettere piene di amore.
A fine partita i dati freddi raccontano che il migliore in campo dovrebbe essere Knowles, ma se qualcuno crede davvero che l’ottimo Preston sia stato il migliore in campo è bene si dia al curling. Per carità, Knowles si è caricato la squadra sulle spalle nel momento cruciale della partita, segnando 14 dei suoi 21 punti totali negli ultimi dieci minuti. L’impatto di Alex sulle partite, tuttavia, va al di là dei numeri, che pure non sono mai banali. La sua è la presenza in termini di fisicità e soprattutto, a mio modesto avviso, di quell’intelligenza cestistica che spacca in due la partita. Giocatore di altra categoria, un grande applauso a chi è riuscito a portarlo a Pistoia.
Sono tante le immagini che ci portiamo nel cuore dopo questa domenica. “Come on men!”, con tanto di stampella roteata in aria per il nostro Marcus J, che si sta candidando chiaramente come nuovo capo-popolo sulla balaustra in curva. Si vede benissimo, si sente che muore dalla voglia di giocare e prendere parte alla festa ma, ahinoi, non potrà farlo per molto tempo. Pare, e scrivo pare per una forma di correttezza ma la fonte è in realtà sicura, che la società abbia fatto una proposta intelligente al procuratore del ragazzo. Dato che, come ci è stato ribadito anche dallo staff tecnico, noi spettatori non abbiamo l’esatta percezione del potenziale enorme di Thornton – anche se, maliziosamente, verrebbe da chiedersi come mai un giocatore così bravo fosse alla portata delle nostre casse e della nostra proposta d’ingaggio, ma forse ormai lo abbiamo capito – ribadito che stiamo parlando, prima ancora del piano tecnico, di un ragazzo d’oro, l’idea matta è quella di chiedere uno sconto sostanzioso sull’ingaggio di questa stagione per poi trattenerlo anche la prossima a scatola chiusa.
Mi sbilancio, se il procuratore del ragazzo ha un pizzico di sale in zucca accetta di corsa, per tanti motivi. Prima di tutto perché lo Usa ha già percepito un bel po’ di soldini senza mettere mai piede in campo, in secondo luogo perché è difficilissimo pensare che, rientrato in campo a marzo, possa accasarsi altrove. Dato che come giocatore non ha potuto dimostrare niente, mentre come atleta ha dato l’impressione di essere di cristallo, è complicato ipotizzare possa facilmente trovare un ingaggio per la prossima stagione, dunque la proposta biancorossa potrebbe avere una certa appetibilità. Per noi tifosi sarebbe bellissimo accettasse. Avremo da un lato la sensazione che le casse societarie, in probabile sofferenza per il prolungamento fino a giugno di Czyz, possano tornare a respirare, inoltre potremo finalmente goderci Marcus in versione giocatore, piuttosto che nelle vesti di tifoso. Staremo a vedere.
Dicevo Czyz, viva il polacchino volante. Una terza immagine è infatti quella di Olek appeso al ferro al termine di una schiacciata da urlo sotto la curva Pistoia. Dicono di lui che non sia un fenomeno, ma quelle poche cose che sa fare le fa maledettamente bene. Un giocatore di sistema, se devo dirla con parole mie una vera e propria benedizione. Un grande enorme ringraziamento a chi ha fatto un ulteriore sforzo per tenerlo.
Non è nemmeno questione, ovviamente, di voler provare a raggiungere chissà quale obiettivo. Il punto è che ci stiamo divertendo come matti, sono sicuro che quando arriveranno le prime sconfitte che bruciano sicuramente dispiacerà, ma difficilmente saremo delusi. Questo è un gruppo con un’anima vera, questi sono dieci ragazzi a cui voler bene e da applaudire spellandosi le mani. Aver deciso di spendere per tenere il polacco va letto in quest’ottica, è bello sia rimasto perché finalmente siamo tornati ad essere fieri di questa squadra. Grazie di cuore, dunque, a chi ha deciso di fare questo sforzo in più.
L’ultima immagine è tutta per lui, Vincenzino. Arriva in sala stampa talmente stravolto sembra abbia giocato anche lui. Sempre sul pezzo, sempre adrenalinico, si ricorda il giocatore che è stato e sa capire anche il momento in cui è importante chiamare il pubblico a sostegno della squadra. Fa tutto in maniera autentica, spontanea. Nessuna manfrina, non si toglie la giacca all’improvviso per dare un segnale, non sarebbe da lui, Vincenzo è sul pezzo per tutti i 40 minuti. Quando ci racconta la partita dà lezioni di modestia e di realismo, ringrazia i tifosi e, pur soddisfatto della vittoria, sottolinea gli errori dei ragazzi e sa spartire i meriti con il suo staff e la sua squadra.
Sei una grande persona ed un grande coach, Vincenzino, continua così.