TESI GROUP, SENZA PAROLE

Giorgio Tesi Group [foto Maestripieri]
Giorgio Tesi Group [foto Maestripieri]
PISTOIA. Impensabile continuare a raccontare le favole. Trento poteva essere un caso, Torino un colpo di fortuna, dopo la vittoria di Brindisi è giunto il momento di abbandonare l’atteggiamento del pompiere e scrivere che, con due partite casalinghe di seguito, entrambe oggettivamente alla portata, questa squadra può davvero regalare a noi tifosi la stagione indimenticabile per eccellenza.

Attenzione, però. Non sto scrivendo che abbiamo già vinto i prossimi due scontri, che vinciamo la coppa Italia o che dobbiamo preoccuparci di chissà quale posizionamento sulla griglia dei playoff, sarebbe una clamorosa sciocchezza. Sto solo dicendo che al ritornello secondo il quale ci dovremmo preoccupare di raggiungere quanto prima la salvezza per poi, forse, cominciare a sperare in qualcosa di più e di meglio, beh, onestamente non crede davvero più nessuno.

Anche nelle conferenze stampa che si susseguono i ragazzi cominciano ad ammettere l’evidenza. Prima Kirkone, oggi Moorino, tutti confessano che dentro lo spogliatoio nessuno ha mai pensato davvero al penultimo posto, ma che la post season è sempre stato il vero obiettivo di tutti. Questa cosa, fidatevi di chi ha il piacere di poterli ascoltare dal vivo, viene detta senza alcuna strafottenza, ma semplicemente con l’atteggiamento del giocatore che ha consapevolezza delle proprie potenzialità, della forza del gruppo, della bravura dello staff tecnico, della bellezza del nostro meraviglioso ambiente.

Preston Knowles [foto Maestripieri]
Preston Knowles [foto Maestripieri]
Già oggi, cari amici, possiamo definire questa stagione come pazzesca, memorabile, irripetibile, decidete voi. La prima da corsari a Brindisi, infatti, è stata l’ennesima perla di un campionato da incorniciare. Non ce ne vorrà Deron, ma il nuovo “din-don” va cantato a squarciagola per il nostro Preston Knowles. Ritrovata la proverbiale energia, che spettacolo di giocatore. Difensivamente un mastino, anche se va detto ad onor del vero che è stata tutta la squadra ad aver un atteggiamento difensivo assolutamente impressionante, il nostro Preston ha finalmente ritrovato buon feeling col cesto.

Davvero si ha l’impressione che quest’anno tutti gli incastri siano perfetti. Nella partita in cui Wayne è limitatissimo da un problema al gomito, ecco rinascere Knowles. Vedi Kirk faticare, sia difensivamente sia a rimbalzo, ecco uscire fuori Czyz con una partita con talmente tanta sostanza da far stropicciare gli occhi.

Leggi i dati sul numero di rimbalzi catturati dagli esterni, oggettivamente altissimo, e capisci che Vincenzino ha creato la macchina perfetta. Sì perché se è vero che Moore, con l’autoironia che caratterizza le persone molto intelligenti, ha spiegato che riesce a prendere un buon numero di rimbalzi perché i giganti sotto canestro, mentre fanno a sportellate tra loro, a volte si dimenticano dei più piccolini in campo, la verità è che solo con un’ottima organizzazione e preparazione i lunghi riescono, tagliando fuori l’avversario, a permettere al compagno di squadra di recuperare palla con estrema semplicità. Insomma, nulla di causale ma grandissima cura del dettaglio, che effettivamente rappresenta la cifra stilistica del nostro coach.

Troppo entusiasmo, troppa fiducia? Forse sì, ma vorrete concederlo. Del resto, un piccolo oggettivo motivo di preoccupazione, in un quadro altrimenti tutto a tinte sgargianti, effettivamente esiste ed è costituito dall’incapacità di gestire al meglio i finali di partita. Contro Venezia poteva essere stato un caso, a Sassari poteva essere stato merito dei campioni in carica, quando succede la terza volta non si può fingere di non avere un problema, anche se alla fine abbiamo portato a casa la vittoria.

Ronald Moore [foto Maestripieri]
Ronald Moore [foto Maestripieri]
Sollecitato esplicitamente sul punto, Ronald Moore ha ammesso di non aver le idee chiare sui motivi per cui abbiamo la tendenza ad andare in bambola. Insomma, non se la spiegano bene nemmeno tra loro.

Personalmente non credo molto alla fatica fisica, non giochiamo in coppa ed abbiamo un’età media talmente bassa che non può essere quello il motivo, almeno non a gennaio. Credo piuttosto che molti dei nostri giovani non riescano a non sentire la pressione. La sentiamo noi, la sentono anche loro in campo. Bisognerà migliorare sul punto, del resto tutti i ragazzi, anche quelli che hanno maggiormente impressionato, dichiarano di aver margini di miglioramento sia come singoli sia come squadra.

Non ci resta che confidare nel vecchio sano e duro lavoro in palestra, con l’entusiasmo regalato da un gruppo di uomini che non mollano mai e che, comunque vada, sapranno regalarci ancora grandi emozioni. Tutti in piedi per questa squadra.

[Luca Cipriani]

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