Vero, Emporio Armani ha già lasciato punti per strada in maniera sorprendente, ha perso di due a Torino, per esempio, ha perso di tre a Pesaro per dirne un’altra, tuttavia ciò che ci impedisce troppi voli pindarici lo vediamo in casa nostra ed è costituito dal momento particolarissimo di forma generale della squadra.
Sia chiaro, non mancheranno entusiasmo, fiducia e voglia di provarci, tuttavia non possono essere negati alcuni fattori.
Ad Avellino è tornato prepotentemente alla ribalta Wayne l’elegantissimo, ma certo non possiamo pensare di prescindere da quella che può essere considerata la principale bocca di fuoco dal perimetro. Anche il tecnico preso stupidamente appena commesso il quinto fallo – il labiale è stato letto da tutti e non è necessario l’interprete, anche se il buon Vincenzino ha provato a giustificare lo USA sostenendo che stesse parlando con lui – dimostra la necessità di ritrovare ordine in testa. Sono sciocchezze che non possono essere commesse, tutto qui.
Sento dire che manca il cambio di Kirk e che se Czyz non è al meglio sono dolori. Tutto verissimo, c’è poco da aggiungere. Tuttavia il punto su cui deve essere fatta chiarezza è un altro e per spiegarlo devo partire da lontano.
Nessuno dubita che questa sia stata una stagione fin qui straordinaria. La domanda che circola insistente è se sia il caso o meno di rischiare di raffreddare i bollenti entusiasmi con un finale di stagione in tono minore rispetto a quella fin qui disputata. Troppe squadre hanno operato sul mercato e si sono nettamente rafforzate e non è sciocco, credo, scrivere che con questo roster i ragazzi, salvezza ovviamente certa, rischiano di scivolare in basso in classifica.
Se è vero come è vero che giochiamo domenica con Milano e poi abbiamo una doppia trasferta costituita da due gare complesse, non è da “gufi” prevedere che, di qui alle prossime quattro settimane, si rischi di scivolare fuori dai playoff o comunque ci si ritrovi più vicini al nono posto che al terzo.
Vero è, inoltre, che l’entusiasmo e l’immagine di squadra gagliarda che se la gioca con i Paperoni del basket sono anche un ottimo biglietto da visita per aumentare i prezzi nella prossima campagna abbonamenti e per avvicinare altre realtà come potenziali sponsor. Insomma, vale la pena rischiare di vanificare tutto questo ben di Dio?
Quindi, che facciamo? Ammesso e non concesso che ci sia qualcuno di davvero interessante sul mercato, si prende per aumentare la qualità delle rotazioni o si sacrifica qualche punto sull’altare della crescita dei giovani prospetti?
Quello che penso io è stra-noto, l’ho scritto mille volte, però capisco che la domanda non sia banale e che siano legittime risposte diverse dalla mia. Un consiglio, però, lasciatemelo dare. Se davvero volete chiedere un giocatore in più, non chiedetelo in giapponese, chiedetelo in tedesco. Fidatevi di me.
[Luca Cipriani]