texprint. IL PISTOIESE ALESSANDRO GIOVANNELLI SCRIVE AL PD TOSCANO: INTERVENGA SULLA VERTENZA

Per il componente pistoiese della direzione regionale la voce del Partito Democratico pratese e toscano è stata finora particolarmente “timida”

Texprint

PISTOIA. Riguardo la vertenza “Texprint”, anche alla luce dei fatti di stamani Alessandro Giovannelli, componente della direzione regionale ha scritto al Pd Toscana da inoltrare alla segretaria regionale Bonafè, ai componenti della segreteria, della direzione e dell’assemblea regionale.

Un intervento che sta raccogliendo in queste ore diverse adesioni dagli iscritti. Giovannelli ha chiesto formalmente che il Pd Toscana intervenga sui gravi fatti di oggi.

“Gent.mi,

in qualità di componente della direzione regionale, chiedo FORMALMENTE che vi sia un’espressione del partito regionale e della segretaria Bonafè sui gravi fatti di questa mattina riguardanti lo sgombero del presidio Texprint in Piazza del Comune a Prato, ed i fatti che ad esso hanno fatto seguito.

Lo sgombero, evidentemente appoggiato — se non voluto o addirittura richiesto, questo non è dato saperlo — dal sindaco Biffoni, è “soltanto” il fatto più vistoso riguardante una vertenza, quella degli operai Texprint in sciopero da mesi e, più in generale, delle condizioni lavorative di sfruttamento nel distretto tessile pratese, sulla quale la voce della politica pratese e toscana, ed in particolare del nostro partito, che in quella città, e in questa Regione, è forza di governo, è stata particolarmente “timida”, per utilizzare un eufemismo.

Anche il Collettivo di Fabbrica dei Lavoratori GKN, la cui vertenza ha visto la partecipazione — doverosa, come lo sarebbe quella alla causa dei lavoratori Texprint — di molti sindaci, tra cui lo stesso Biffoni, ha espresso, attraverso i canali social, la propria solidarietà al movimento di protesta dei lavoratori Texprint, facendo propria la loro causa.

Alessandro Giovannelli

Fa effetto e desta grandissima preoccupazione vedere le scene cui si è dovuto assistere stamani: uno sgombero effettuato con metodi, usando anche qui un eufemismo, “spicci”, perfino un arresto (!), come se dieci persone in sciopero della fame potessero rappresentare una minaccia per l’ordine pubblico.

Nemmeno chi ha effettuato lo sgombero, tantomeno chi lo ha disposto, può credere ad una simile baggianata: è evidente come la pubblica sicurezza non fosse in alcun modo sotto minaccia e che vi fosse, semmai, preoccupazione per quel benedettissimo decoro che, così pare, per le istituzioni pubbliche, anche quando a governare è una sedicente sinistra, è più importante del lavoro, delle condizioni in cui centinaia di lavoratori sono costretti a lavorare. E non in una singola azienda, ma in un intero distretto. E, in definitiva, dei diritti umani più elementari.

Sì, non accettare di lavorare oltre 70 ore alla settimana dovrebbe essere un diritto umano elementare in un paese civile. E spero che Prato e la Toscana vogliano ascriversi al consesso di coloro che contribuiscono a rendere questo nostro paese un paese civile.

In certe circostanze la politica non può tacere. E non può nemmeno nascondersi dietro agli accertamenti — certamente doverosi — dell’Ispettorato del Lavoro, chiamato a far luce fino in fondo su questa incresciosa vicenda. La politica e le istituzioni, in situazioni come questa, debbono avere il coraggio di dire da che parte stanno, di affermare senza se e senza ma che sono a fianco dei lavoratori per difendere i loro diritti.

Allo stesso modo, ma questo sarebbe ancora un altro capitolo di una discussione che pure dovrebbe interessare al Partito Democratico, dovrebbero fare i sindacati. Tutti.

Di fronte a queste notizie e alla deriva securitaria di queste ultime ore (ricordiamo di persone che stanno tentando di difendere il proprio posto di lavoro e i propri diritti) esiste una posizione del Partito Democratico della Toscana?

Indipendentemente da quelle del sindaco di Prato, che pure è autorevole membro di questo partito e dei suoi organismi dirigenti. E pure indipendentemente dalle posizioni della Regione Toscana, che auspico batta un colpo, a partire dal presidente Eugenio Giani fino ad arrivare ad assessori e consiglieri speciali chiamati ad occuparsi di lavoro e crisi aziendali.

La si esprima una posizione, chiara e netta! Di vicinanza ai lavoratori, di solidarietà nei confronti delle legittime forme di protesta che stanno mettendo in campo. Dimostriamo che non abbiamo nulla a che fare con le posizioni vergognose, apparse sulla stampa, della deputata Erica Mazzetti di Forza Italia.

L’arresto

O dobbiamo pensare che le nostre posizioni non siano poi così lontane da quelle di chi ha parlato di “scempio”, di “stucchevole strumentalizzazione a danno e sulla pelle dei lavoratori Texprint”, riferendosi alla manifestazione che “ha infestato” — queste le testuali parole della parlamentare pratese — la Piazza del Comune di Prato?

Io penso che dovremmo distinguerci, essere una voce fuori dal coro, almeno da questo coro, anche a costo di non dare ragione ai nostri rappresentanti istituzionali, se ragione non ce l’hanno. Un partito sano, la cui democrazia interna funzioni per davvero, è in grado di fare anche questo, se necessario. Altro che Agorà Democratiche. E scusate il tono accorato ed anche un pò deluso.

La mia richiesta, in definitiva, è che su questo tema si apra una discussione nel partito, a tutti i livelli e che, rapidamente, molto rapidamente, emerga una posizione pubblica che ci faccia uscire dal silenzio, almeno apparentemente imbarazzato, che circonda la vicenda Texprint e i diritti dei lavoratori, compreso quello, scusate il gioco di parole, di far valere con ogni mezzo lecito i propri diritti.

Pregherei cortesemente di inoltrare questa mia e-mail alla segretaria Bonafè e, se possibile, anche ai componenti della segreteria, della direzione e dell’assemblea.

Ringrazio e porgo i miei migliori saluti,

Alessandro Giovannelli”

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