PISTOIA. Dire che c’è entusiasmo non rende propriamente l’idea. La sensazione è come quella di quando ti innamori di nuovo, hai un chiodo fisso, non pensi ad altro ed anche le giornate grigie sembrano improvvisamente piene di sole.
Ora, la nostra amatissima è sempre lei, la maglia biancorossa. Come in ogni rapporto duraturo, però, pur nella piena fedeltà ci sono momenti alti e bassi. Ecco, da un paio di domeniche il momento è più che alto, sono giorni di fuoco.
Un chiodo fisso, sissignore, la voglia matta di playoff, lo scandire le ore ed i giorni che passano fino alla prossima partita. Non potrà essere che vittoria, razionalmente non è così ma ogni tifoso biancorosso ha cominciato a sentire l’odore del sangue di una preda alla portata e non può fare a meno di sognare ancora cinque partite piene di adrenalina e godimento assoluto.
Non so come andrà a finire, ovviamente, ma devo cospargermi il capo di sale e, contemporaneamente, rendere onore al merito della società e dello staff tecnico. Come ricorderanno i miei affezionatissimi più assidui, ero assolutamente contrario all’arrivo di Jenkins, mi pareva una scelta fuori luogo, inutilmente dispendiosa ed in assoluto contrasto con la politica societaria tanto strombazzata ogni piè sospinto.
Errore, clamoroso errore di valutazione, il mio! Credetemi, non è solo una questione di avere quattro punti in più al termine di due partite non banali come quelle contro Milano e Torino, il punto è che, palla in mano a Jenkins, sei autorizzato ad aspettarti qualcosa di bello.
Lo so, contro i men-in-red il migliore è stato il Crosa e contro i piemontesi l’Mvp è stato Moorino, tuttavia oggi abbiamo in campo un giocatore che la difesa avversaria teme perché sa attaccare il ferro, scaricare la palla, servire assist e tirare dalla lunga. Insomma, sa far divertire. Un grandissimo grazie a chi, testardamente, lo ha portato a Pistoia.
Poi c’è lui, il piccolo immenso Ronald. Non ho mai fatto mistero di essere il tifoso n. 1 di questo giocatore già dallo scorso anno, tuttavia non si può negare che, in qualche occasione, abbia giocato al di sotto delle lecite aspettative dei tifosi.
Si poteva discutere sui motivi, l’assenza di un cambio all’altezza, lo stato confusionale di alcuni giocatori – per buona parte della stagione – nella metà campo offensiva, la consapevolezza che molti buoni passaggi avrebbero innescato un tiro sul ferro, tutto giusto, tuttavia è assolutamente certo che, in alcune occasioni, il voto in pagella di Ronald sia stato insufficiente.
Adesso, con l’aiuto del faraone, con un giocatore di razza come Jenkins che lo scarica di molte responsabilità, con il ritorno di un uomo importante come il capitano, Moore sembra aver ritrovato lo smalto migliore e definitivamente zittito tutti i critici.
Questi ultimi, sia chiaro, hanno comunque tutto il mio rispetto, perché solo chi si espone può sbagliare. Chi non propone un punto di vista, uno spunto di riflessione, una chiave di lettura, non sbaglia mai, ma è di una noia pazzesca.
Poi ci siamo noi, il grande popolo del PalaCarrara. Settimana scorsa problemi personali mi hanno impedito di scrivere un pezzo pieno di amore per la gente come noi, che vive il palazzo come una seconda casa.
Che spettacolo di curva, che ambiente torrido! Una tifoseria capace di trascinare una squadra ad un’impresa epica. Capace anche di far saltellare – al ritmo di “e chi non salta è di Montecatini” – alcuni notissimi termali che ormai si sono lasciati travolgere e si sentono biancorossi nell’anima.
Ci vorremo anche noi dagli spalti per aver la meglio contro una sorprendente Capo d’Orlando. Potremo contare su dieci leoni in campo e 4mila battaglieri sugli spalti. Io non vedo l’ora, e voi?
[Luca Cipriani]