THE FLEXX, LUNGO O ESTERNO PURCHÉ FACCIA CANESTRO

Andrea Crosariol [foto Maestripieri]
Andrea Crosariol [foto Maestripieri]
PISTOIA. Peccato. Passano i giorni ma non passa l’amarezza per quella che doveva essere una missione impossibile e che, per 35-36 minuti, è sembrata poter diventare un’altra pagina memorabile della grande storia biancorossa.

Peccato perché se il tap-in di Crosariol fosse andato a segno avremmo gustato la ciliegina sulla torta di quello che comunque è stato un capolavoro tecnico e tattico – l’ennesimo da un anno e mezzo a questa parte – di un coach che è dannatamente bravo e che, al di là della sconfitta finale, è riuscito a mettere all’angolo una squadra di un altro livello, in condizioni di grande emergenza.

Sono sincero, quando sabato mattina ho saputo dell’infortunio a Boothe mi sono quasi chiesto se non fosse il caso di fare uno squillo a Radio Maria per vedere se qualcuno sarebbe stato in grado di spiegarmi di quali peccati mortali si fosse macchiato il Pistoia Basket per meritare una sfiga – diciamolo, sembra davvero un castigo divino – di queste proporzioni.

Senza Nathan, infatti, è diventato tutto dannatamente più complicato, anche se la partita è stata ulteriore conferma che il coach e la dirigenza sanno scegliere uomini con attributi veri.

Si era visto già chiaramente con Varese, ne abbiamo avuto la conferma con Sassari, quando i ragazzi dicono che giocano per il coach, che si è creato quel rapporto di fiducia totale per cui lo seguirebbero ovunque, certamente non sono frasi di circostanza. Si vede che c’è un gran gruppo con un manico in panchina che è seguito, amato e rispettato davvero. Non è poco.

Terran Petteway [foto Maestripieri]
Terran Petteway [foto Maestripieri]
Certo, se mi passate la battuta, oltre a grandi uomini sarebbe necessario ogni tanto ingaggiare anche giocatori che riescano a fare canestro con percentuali dignitose.

L’8% dalla lunga, frutto di un 2 su 21 oggettivamente vergognoso, fa male e dispiace particolarmente quando si perde di uno. In tutta franchezza, di fronte ad una percentuale del genere si fatica a leggere la sconfitta come figlia di alcuni piccoli dettagli rimasti fuori controllo per le condizioni di emergenza in cui abbiamo giocato.

Non sono passate inosservate nemmeno le parole di Antonutti in sala stampa, Michele ha voluto sottolineare che si sente parlare molto di lacune sotto il ferro, ma quando poi si leggono i referti difficilmente risultiamo sconfitti a rimbalzo o particolarmente in affanno nei punti maturati spalle a canestro.

Il capitano ha ragione da vendere. Anche se le cifre vanno sapute leggere – l’immenso Crosariol è stato certamente aiutato dalla scelta di Sassari di giocare con quintetti piccoli, per esempio – è fuori discussione che, almeno in questo momento, sotto canestro vi sono più certezze che sul perimetro.

Il prolungamento di Andreone fino a fine anno garantirà con esperienza e qualità la copertura dello spazio lasciato da Thornton, Daniele Magro sembra davvero un altro giocatore, prima o poi anche Antonutti tonerà abile ed arruolato al 100% e fino ad allora il lavoro sporco di Eric sembra garantire una rotazione senza troppi affanni. Dunque, posto che Nathan rientrerà tra due settimane, come spendere l’ultimo visto?

Diciamo che non è più così peregrina l’ipotesi di cercare un 3-4 capace di stare sul perimetro, diciamo anche che, dopo Sassari, è sembrata decisamente più comprensibile la prudenza dello staff tecnico e della dirigenza nell’individuare la tipologia di Usa da mettere sotto contratto.

Corey Hawkins [foto Maestripieri]
Corey Hawkins [foto Maestripieri]
Dal mio modesto punto di vista, infatti, la verità è che entrambi i (presunti) cecchini hanno deluso. C’è unanimità di vedute nel valutare negativamente la partita di Petteway – sarebbe sorprendente il contrario – personalmente ho giudicato gravemente insufficiente anche quella di Hawkins.

Sarà che mi è sembrato fin da subito un bel giocatore, sarà quindi che mi aspetto troppo, ma non si può lodare un giocatore che, in transizione, butta sui piedi di Terran la palla del potenziale  + 11 – ovvio, non è colpa sua se poi Petteway commette antisportivo, ma lì comincia a girare l’inerzia della gara – o che totalizza un misero 1/6 dalla lunga e che, per chiudere in bellezza, non sa crearsi un buon tiro sull’ultimo possesso.

Non può essere considerato sufficiente, anche se, scorrendo altre voci nella valutazione, vedi che ha portato il mattoncino alla causa, per il semplice motivo che stiamo parlando della guardia titolare Usa e non del buon Di Pizzo, a cui qualche errore concedi volentieri quando gioca.

Insomma, tutto questo per dire che ci vorrà pazienza. Fossi quello che comanda, onestamente non saprei che pesci prendere e su che tipo di giocatore focalizzarmi. Forse non è sbagliato prendersi qualche altra ora di riflessione, anche se alle porte c’è una trasferta non banale come quella a Venezia. Staremo a vedere.

[Luca Cipriani]

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