THE FLEXX, NUOVI SPUNTI DI RIFLESSIONE

Maltinti [foto Maestriperi]
Maltinti [foto Maestriperi]
PISTOIA. Comincia il conto alla rovescia per la prima di campionato e, dopo aver visto la squadra al torneo di Lucca, è possibile proporre qualche riflessione più solida sul torneo che ci aspetta.

La triade Maltinti-Lucchesi-Iozzelli ha sentito la necessità, in occasione della riapertura della campagna abbonamenti, di convocare apposita conferenza stampa per ribadire chi siamo e cosa dobbiamo aspettarci dalla stagione che comincia – se da un lato c’è da capirli, perché il sesto posto del campionato scorso probabilmente non è stato nemmeno apprezzato in tutta la sua clamorosa portata, dall’altro, a volte, viene il dubbio ci considerino degli analfabeti cestistici – tuttavia la sgambata di Lucca ha sicuramente dato qualche motivo di soddisfazione e qualche altro di preoccupazione.

Tra i primi, ovviamente, non annovero la vittoria del torneo, che pure psicologicamente ha fatto certamente bene, mi riferisco piuttosto alla qualità del basket giocato. Ora, per onestà intellettuale devo ammettere che ho visto solo le partite del sabato, quindi ho visto disputare a quattro squadre, già imballate dalla preparazione fisica di agosto, una partita dopo nemmeno 24 ore dalla sirena della semifinale.

Va anche ricordato che la valutazione dell’osservatore può essere falsata dal fatto che il livello del carico di lavoro sulle gambe dei singoli giocatori non può essere lo stesso per tutti, le squadre che puntano a salvarsi sono programmate per essere in forma fin da subito, altre per essere più fresche a maggio.

Nathan Boothe
Nathan Boothe

Premesso questo, però, non vi è alcun dubbio che, per qualità di basket giocato, la squadra migliore sia stata indubbiamente la nostra.

Varese, per esempio, sembra imbrigliata nel classico canovaccio Moretti, su cui Paolino dovrà lavorare molto a prescindere dall’alta qualità del roster a disposizione, oggettivamente più importante rispetto alle scorse stagioni.

La Openjobmetis ha proposto la solita circolazione ossessiva sul perimetro, con un attacco che è riuscito a dare palla sotto solo con Campani in campo e, per il resto, ha relegato ancora una volta il lungo al ruolo unico di padrone dei rimbalzi.

Per tre tempi le polveri bagnate degli esterni lombardi hanno prodotto un gioco molto brutto da vedere, la ricerca ossessiva e ridondante del pick’n roll non è stata supportata da particolari idee offensive. Nell’ultimo quarto, tuttavia, si è vista una maggiore intensità e la truppa Moretti è riuscita ad avere la meglio su una Torina poco consistente.

Insomma, una finalina per il 3-4 posto giocata francamente male da due squadre che sono attese ad una stagione da protagonista e che per ora esprimono una pallacanestro deludente.

Decisamente meglio Pistoia, sissignore. L’aspetto che più mi è piaciuto è stato quello di vedere una squadra che gioca a basket, senza concedere troppo al tiro a segno. Una pallacanestro sicuramente da affinare, ma già su misura per tutti, dall’ottimo Hawkins fino all’onesto Solazzi.

Proprio Corey è stata la nota più lieta, dato che sembra avere buone dosi di intelligenza e capacità di lettura. Corey è l’uomo delle penetrazioni a canestro, del tiro dalla lunga mai forzato, dell’assist non banale. Si candida, a mio avviso, ad essere il leader silenzioso della squadra.

Anche nel nostro caso, però, è necessario segnalare cose meno buone. Balza agli occhi la predisposizione di Petteway a forzare anche in situazioni che non dovrebbero richiedere il tiro in emergenza, per esempio. Più che altro, però, c’è la questione lunghi, che non sarà ancora un problema o un allarme ma che secondo me esiste eccome.

Marcus J. Thornton
Marcus J. Thornton

Partiamo da Marcus. È girata voce di un possibile allontanamento, prontamente smentita dal coach. La verità, almeno se si dà credito ai molto bene informati, è che Thornton continua ad avere problemini al ginocchio e dolori alla schiena che, di fatto, ne limitano le potenzialità.

In questo senso sembra particolarmente sincero Vincenzo quando dice che è sotto osservazione, ma la sensazione è che, se le casse societarie abbondassero di dollaroni, la prudenza imporrebbe di non insistere con lo Usa.

Dato che, come noto, non navighiamo nell’oro, Marcus, salvo clamorosi incidenti di percorso, continuerà a costituire quel rischio calcolato che si è deciso di correre fin da giugno. Si sappia, però, che, non dovesse convincere appieno, difficilmente i motivi saranno solo tecnici o di amalgama con Boothe.

Poi c’è Nathan, proprio lui! A Lucca un arbitraggio probabilmente troppo fiscale lo ha decisamente limitato, il problema è che viene spontaneo pensare che il problema di falli possa essere una costante, questo non tanto o non solo per una questione tecnica ma principalmente fisica.

Nathan si candida ad essere un fattore davanti ed un vero e proprio telepass in difesa, anche perché, anche senza voler fissare in posizioni rigide giocatori che possono giocare in più ruoli, non sembra propriamente un 5.

L’unico centro vero che abbiamo, probabilmente, è Magro. Potrà forse trovare qualche minuto di qualità anche Di Pizzo, resta il fatto che, a mio personalissimo ed opinabile avviso, buona parte delle fortune della prossima stagione dipenderanno da come troverà la quadratura del cerchio il comparto lunghi. Staremo a vedere.

[Luca Cipriani]

Print Friendly, PDF & Email