PISTOIA. Il giorno della vigilia di Natale è stato comunicato ad alcuni imprenditori del centro storico il provvedimento di “Comunicazione dei motivi ostativi all’accoglimento della richiesta di rinnovo di occupazione di suolo pubblico per attività di somministrazione all’aperto”. Tale provvedimento, salvo osservazioni, sarà esecutivo dal primo gennaio 2016.
Molte attività di piazza della Sala, piazza degli Ortaggi e non solo, saranno costrette quindi a rimuovere tavoli, sedie, funghi e tutto quanto necessario per svolgere il proprio lavoro.
Tale provvedimento è molto dannoso sia per tutte le attività del settore che ormai da anni operano nel centro sia per la cittadinanza tutta. Negli anni questi locali hanno reso al centro storico, ricchezza, vita e lavoro. Negli anni sono divenuti punto di incontro e riferimento sia per i pistoiesi che per i turisti.
Che senso ha questo provvedimento? È frutto di un indirizzo politico chiaro? L’assessore e la commissione consiliare competente si sono mai espressi sulla questione? E soprattutto, questo sostanziale diniego, perché è stato disposto senza minimamente ascoltare le esigenze dei diretti interessati nelle sedi istituzionali competenti?
La Giunta che idea ha del commercio nel centro storico?
Ad alcuni viene contestata la violazione di alcune norme del regolamento per l’occupazione di suolo pubblico per attività di somministrazione all’aperto, approvato l’ultima volta nel 2010.
Le modifiche al regolamento però sono tutt’ora oggetto di discussione in Commissione V e non sono ancora state votate perché nella maggioranza del Pd non ci sono né la volontà di farlo né l’unità di consensi. Tutto ciò ha del paradossale: sul tema infatti il Pd di Pistoia è spaccato al proprio interno e, come sempre, chi ci rimette sono i cittadini, vittime della maggioranza, ormai frammentata.
Ancora, una comunicazione del genere, il 24 dicembre, è emblematica della carente motivazione che ne sta alla base e soprattutto della volontà di fugare ogni tipo di confronto. La legge infatti prevede che eventuali osservazioni possano essere adottate da parte degli “istanti” (chi gestisce i locali) entro 10 giorni dal ricevimento della comunicazione medesima (art. 10 bis, L. 241/1990).
Gli esercenti delle attività dovrebbero dunque, se contrari, avere il tempo di preoccuparsi anche di questioni di carattere meramente legale/amministrativo, durante le feste natalizie che, come noto, comportano una quantità di lavoro superiore a quella degli altri giorni dell’anno.
La mancanza di decisioni politiche porterà due conseguenze: contenziosi interminabili e dagli esiti imprevedibili e una incertezza per tutto il comparto produttivo del centro storico, infatti l’indotto sarà stroncato e ci rimetteranno gli imprenditori, i rispettivi fornitori, i dipendenti, tutti vittime di un Pd inesistente e chiaramente lacerato al proprio interno da interessi, talvolta contrapposti.
L’amministrazione comunale cosa intende fare? Chi si assume la responsabilità dei danni economici che questo provvedimento comporterà? Un conto è far rispettare il regolamento di occupazione del suolo pubblico, altro conto è cambiare l’assetto di una città, modificandone radicalmente gli interessi, senza una adeguata attività di confronto e soprattutto lamentando violazioni dello stesso regolamento che suonano più come punizioni che come una volontà di pianificazione e organizzazione intelligente delle attività produttive.
È necessaria quindi una chiara e precisa presa di posizione da parte del consiglio comunale e della commissione competente perché è impensabile che durante le festività natalizie, coloro che da anni danno vita al centro storico, siano così ingiustamente danneggiati.
Francesco Cipriani
Coordinatore Fdi-An Pistoia
Posto che forse i locali sulla Sala hanno un tantino esagerato nell’occupare gli spazi….è chiaro che i signori che governano questa città evidentemente non hanno realizzato che i loro stipendi sono pagati con i proventi derivati da chi produce ricchezza e non dall’impiegato dell’anagrafe (con tutto il rispetto). Sarebbe ora di piantarla con l’arroganza e sarebbe bene che chi viene danneggiato iniziasse a considerare legittimo attuare forme di disobbedienza civile.