tozzi & il PoDere. IL “SISTEMA MARCIO” DELLA REPUBBLICA DEI DEM

 

Gli altri quotidiani di Pistoia non vi parleranno mai con tanta chiarezza: perché è più facile e molto meno costoso parlare solo di frittelle e castagnaccio alla Butana…

CHI STA ZITTO NON SI PENTE

MA PERÒ NEPPUR SI SENTE

 


Fra poco anche «Vote for Tuscany, food and joy». Ossia: Franza o Spagna…

 

OGNI VOLTA che instauri un sistema, crei un meccanismo per cui quel sistema tende ad autoconservarsi. È per questo che il nostro paese è in mezzo a un marciume di dimensioni astronomiche da cui è praticamente impossibile uscire.

Chi, oggi, parla di democrazia e di libertà – fateci caso con attenzione e soprattutto con onestà intellettuale – non sta dalla parte di chi avverte la necessità di un cambiamento radicale, ma da quella di chi difende lo «status (merdeus) quo».

E lo «status (merdeus) quo» è quello in cui quel sistema instabile che aveva retto e diretto la prima repubblica (Dc-Pci con un elemento di disturbo, però, forte e chiaro nel Psi); quel volano eccentrico che, pur nella sua perturbazione rotatoria, garantiva comunque una qualche «instabile stabilità», si è trasformato in una sorta di moto perpetuo ben regolato che funziona alla perfezione come il Rolex di Gad Lerner: non c’è più alcun turbamento magnetico – anche se, fra criptocumunisti 5 Stelle e bibbiani stracotti, si individua nel duo sovranista scomunicato dai preti rossi e dal loro papa, che dovrà essere cancellato nella persona di Salvini, come titola la Repubblica.

Nella prima repubblica non si è mai sentito dire di una sentenza della Costituzionale che non venisse fedelmente e prontamente applicata: al contrario di questa, la repubblica del sistema marcio, in cui (fo un esempio minimo) la Costituzionale dichiara incostituzionale il blocco delle rivalutazioni delle pensioni, poi contraddice se stessa e conferma la sublime cazzata del bonus di Giuliano Poletti, respinge il ricorso pensionati e lo fa respingere – anche – dalla Corte Europea dei Diritti del marcio (non dell’Uomo), dove era stato portato in una class action più che motivata.

Contro l’instabilità della prima repubblica, la seconda, filtrata da Mani Pulite, innalzò la muraglia cinese che difendeva la «monocrazia»: quella di un partito della sinistra (non si sa bene quale, ma definitosi «progressista e riformatore») che si è impossessato del potere dopo aver disfatto tutto ciò che si trovava dinanzi ai piedi. Grazie Di Pietro!

La repubblica di transizione fu quella dell’effetto Vajont, voluto, auspicato e benedetto da quell’eroe del sovietismo che è stato per due volte insignito della più alta carica dello stato: più che re Giorgio, San Giorgio, per tradizione anche protettore non della polizia, ma della pulizia: quella etnica degli oppositori del sistema marcio.

Sergio Mattarella, Il Tirreno, 1° febbraio 2015

E al giro di boa della terza repubblica, dopo quattro governi democraticamente non eletti, ecco spuntare un giudice costituzionale di nome Mattarella che prima dichiara illegittima la legge elettorale che ha portato a quel parlamento, e poco dopo si fa eleggere presidente della repubblica da quella stessa accozzaglia di squalificati onorevoli. I nuovi sono tutti qui a baciargli piedi e culo con il coro dei “giornaloni”, dei dem e di tante sardine quante ne entrano in piazza a Bologna.

In Italia quel poco di democrazia che c’era, finì con l’avvento dei democratici: Berlusconi è stato solo il bischero di turno che si è fatto fottere da chi andava in chiesa non per pregare, ma per fare politica.

Lo «status (merdeus) quo», nato e cresciuto lentamente ma incessantemente per grazia di dio e volontà del Pci e derivati, era già marcificato in tutti i tessuti tumorali della stratificazione amministrativa: dei tre poteri dello stato, uno, quello giudiziario, era stato geneticamente modificato nel corso del tempo, fino a diventare una sinapsi inamovibile in maggioranza rosso.

I due Papi e un romanzo: Il rosso e il nero

Un sistema che si instaura è un sistema che si autoprotegge e si perpetua. E la presenza di un sistema marcio nella magistratura (non lo dico io, lo disse Palamara quando affermò che «si era lasciato prendere la mano dal sistema») fa sì che niente possa cambiare.

I direttori di banca girano e fanno danni; girano i colonnelli dei carabinieri e i capi delle forze dell’ordine (e fanno danni): e sono già, loro stessi, un parziale sistema. I magistrati no: non girano, sono fissi, inamovibili e per lo più immutabili, intoccabili e infallibili come il papa rosso (quell’altro, tedesco e nazista, è solo uno Scheißestück. Per giunta si travasano e si spostano riciclandosi liberamente dal civile al penale al lavoro: e i risultati si vedono nel civile, nel penale, nel lavoro. Perfino – pensate ai «fenomeni bibbiani» – nell’area dei minori. Nessuno li guarda, nessuno li controlla, li vede, li osserva e/o li sanziona. Mai.

Non è un sistema marcio, questo? Le cose restano sospese per anni e poi finiscono nel dimenticatoio (Palamara compreso), mentre il popolo porge la groppa e il fondoschiena e lavora per il sistema marcio.

Dove stipendi da centinaia di migliaia di euro volano a dritta e manca e non si nota alcun risultato. Al popolo oppressione (Italia, sistema marcio) e repressione (Francia, Macron e botte ai gilè gialli). Oggi perfino fame.

Cari intellettuali di sinistra che avete studiato nella scuola di don Milani, siete sicuri di sapere perché scoppiarono la rivoluzione francese e quella russa?

Leggi: https://www.linealibera.it/mylicongas-iudex-est-lex-loquens-il-giudice-e-la-legge-che-parla-un-corno/

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Delitto di cronaca e di critica
Beati i fruttivendoli che sanno riconoscere le mele marce senza doverci parlare


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